Nella valorizzazione delle differenze che si esprime la ricchezza.
Nell’ambito del Festival Internazionale della narrativa femminile – WFF a Matera, quest’anno dal titolo”Il futuro è un libro aperto”, è stato presentato il libro di Francesca Vecchioni “T’innamorerai senza pensare” (Mondadori).Ha dialogato con l’autrice la scrittrice Cristina Obber.
Libro è un vero coming-out.
La fase del coming out, secondo l’autrice, è qualcosa di delicatissimo, perché il ragazzo o la ragazza, che magari affronta moltissime difficoltà tra i coetanei e nella società, non ha la certezza di essere compreso a casa e, anzi, spesso teme di deludere le aspettative dei genitori.
Molti conoscono le vicende personali di Francesca, ma non tutti sanno che ha costituito uno staff di professionisti che progetta e realizza programmi formativi dedicati principalmente al mondo della scuola . In giro per i Comuni d’Italia formano insegnanti ed educatori per gestire con strumenti adeguati le problematiche legate ai nuovi bisogni dei bambini provenienti da famiglie “non convenzionali” , al fine di fornire loro pari opportunità di crescita affettiva e relazionale.
L’obiettivo degli incontri è suggerire alle Istituzioni nuovi percorsi educativi nella consapevolezza che è importante cominciare dalle bambine e dai bambini per sradicare la diffidenza, il pregiudizio e la paura del diverso.
Francesca verso la meta Matera, in aereo pensa: Chissà quando le persone si accorgeranno che la bellezza sta proprio nella varietà delle cose… forse servirebbe un annuncio:
“Signore e signori buongiorno, è il vostro comandante che vi parla: stiamo sorvolando la vita, siete pregati di slacciare le cinture… e apprezzarla”
L’opera è un’autobiografia che racconta gli episodi salienti della vita dell’autrice: l’autobiografia è solo un mezzo per poter far passare alcuni messaggi a un pubblico il più eterogeneo possibile. Francesca Vecchioni ha dichiarato di voler far passare soprattutto le emozioni. Per questo racconta il momento della rivelazione al padre (se non si viene accettati in famiglia, come si potrebbe fuori ?), a cui ha fatto seguito il ricovero d’urgenza ed il comportamento dei genitori verso la sua compagna Alessandra, della nascita delle due bambine, dei diritti che la compagna non ha per legge anche sui figli, delle assurdità comportamentali, paragonabili anche ad analoghe situazioni di etero disabili, di religione diversa, di estrazione diversa, ha parlato anche di come le due bimbe hanno assorbitola doppia genitorialità femminile, della separazione da Alessandra, delle sue iniziative.
Nella valorizzazione delle differenze che si esprime la ricchezza di una società, non certo dall’appiattimento o dalla banale conformazione.
Nel libro ci sono tutti i riferimenti delle associazioni che si occupano di tematiche legate all’omosessualità e vuole essere uno strumento. Infatti Francesca ha ammesso di averlo scritto con un’ottica da lettrice, non da scrittrice. Il titolo è la frase di una canzone (“Figlia”) che il padre le ha dedicato quando lei aveva due anni. Si perché, per chi non lo sapesse, il padre di Francesca è il cantautore Roberto Vecchioni.
Quindi, nello scrivere quella canzone (ne dedicherà anche un’altra alle due figlie di Francesca) non poteva immaginare tutto quello che sarebbe poi successo dopo (il coming out, le bambine) ma quella frase dà il senso a tutto il libro, perché, ha spiegato: «non si sceglie né di chi, né come innamorarsi, il libro non è solo sull’omosessualità, ma su tanto altro».
Francesca crede che la diversità sia una ricchezza ed è convinta che occorra lavorare in ambiti accademici molto elevati, ma per arrivare al popolare, e proprio per l’importanza per Francesca Vecchioni di questi argomenti, tutti i proventi del libro andranno all’associazione Diversity, che lei stessa ha fondato.
«Cos’è Diversity? Un’associazione di persone – ha spiegato – che si impegnano per l’abbattimento del pregiudizio e della discriminazione legati al concetto di diversità. La nostra volontà è favorire una visione del mondo che consideri la molteplicità come valore e preziosa risorsa per tutti. Le tematiche primarie di cui l’associazione si occupa riguardano i diritti individuali di ogni persona e la lotta contro le forme di discriminazione che ne minano lo sviluppo. Particolare attenzione poniamo nei confronti dei temi relativi all’orientamento affettivo e sessuale, all’identità ed espressione di genere, e alle diverse forme di famiglia. Le principali attività di Diversity sono la divulgazione e la formazione».
Uno degli scopi di Diversity è sempre stato quello di promuovere una rappresentazione accurata delle persone LGBTper combattere l’omofobia e la discriminazione basata sull’identità di genere. Garantire un’informazione corretta non è semplice, ma è fondamentale per agire positivamente su un immaginario collettivo che con la conoscenza potrebbe superare pregiudizi e paure.
L’ Associazione Italiana di Sociologia – sezione Studi di Genere (quelli veri!) all’Università Federico II di Napoli, ha i primi risultati della ricerca che produrrà i Diversity Media Awards
Ogni cambiamento inizia dalla conoscenza: studiare la realtà attuale è fondamentale per coinvolgere la società e migliorarne il benessere.
Proprio per la complessità di queste tematiche l’autrice ha inserito, alla fine del libro, sette domande sull’omosessualità cui ha dato le risposte, perché: «c’è bisogno di avere conoscenza di questi temi – ha spiegato –tuttavia, le reazioni violente ai coming out non hanno nulla a che fare con la cultura o il livello sociale. L’aspetto culturale, però, è importante per eliminare il pregiudizio sociale».
Francesca Vecchioni, nata a Firenze e cresciuta a Roma, ora vive a Milano, giornalista ed esperta in comunicazione, attivista per i diritti civili, laureata in Scienze politiche, madre di due bambine, è figlia del cantautore Roberto Vecchioni, resa celebre dalla copertina del giornale Oggi, che il settimanale le ha dedicato nel momento in cui dichiarò di essere omosessuale e di aver avuto due figlie, Nina e Cloe, con la compagna Alessandra. In realtà, Francesca Vecchioni ha spiegato che il suo importante cognome, più che un fardello, è stato un grimaldello per riuscire a far passare certi messaggi al grande pubblico. «Certo – ha raccontato –nel momento in cui sono nate le bambine tutto è cambiato, anche l’esposizione della mia omosessualità, che con le figlie diventa un dato di fatto».
Utilizzare la notorietà per parlare di omosessualità.
Poi è arrivata, come già accennato, la copertina di Oggi, che raffigurava Francesca, Alessandra e le loro bambine: «è stato un momento molto difficile – ha ammesso – anche perché nessuno si aspettava una foto in copertina, ma poi ho capito che grazie alla mia celebrità potevo parlare di omosessualità anche a chi è molto lontano da questi temi».