QUELLA MIA MAGLIETTA FINA.
Le magliette con le scritte sono compendi di noi che passano dall’ombra alla coscienza, dalla inconsapevolezza alla… vestibilità.
Le effimere e la fortezza
Se non avessi fatto la ricercatrice, avrei voluto un mestiere più potente in utilità e bellezza: avrei fatto la scrittrice di magliette.
Ci avete mai fatto caso? Io mi chiedo sempre chi è che fa proprio questo mestiere: decidere le frasi che le grandi aziende stamperanno in migliaia in tutto il mondo su t-shirt che, inconsapevoli, porteranno ovunque messaggi.
E filosofie.
Un “impact factor” decisamente più influente di quello di una mia pubblicazione scientifica. Una capacità di tocco e di produzione di riflessione le rende ben più performanti di decine di lezioni spesso più tranquillanti della melatonina.
Sono assolutamente sedotta dalle magliette con le scritte.
Le studio, ne ammiro lo scrittore, mi congratulo silenziosamente col genio che è riuscito, in una frase sola, a dire un mondo intero. Eh sì, la sintesi: questo non è un dono che appartiene a molti. Io lo inseguo e sono sinceramente affascinata da chi riesce a compendiare una filosofia in una maglietta.
Le mie amiche sanno che le scelgo con cura e le indosso proprio in base a come penso. Tutte le mie magliette con le scritte compongono il mio romanzo interiore. Ma, soprattutto, a metterle tutte insieme – o anche a sceglierne una soltanto – si accede velocissimamente e senza sbagliarsi al nucleo più profondo di me e di ogni essere umano: la propria personalissima weltaunschauung. Questa parola non è una bestemmia.
Significa “visione del mondo”: la visione che ognuno ha e con la quale guarda il mondo e sè. La visione che genera e spiega ogni individuale comportamento: perché ognuno è così come vede. Ci pensate a qual è la weltanschauung di certe persone che conoscete? Io conosco gente la cui weltanschauung dice “La vita fa schifo. E pure tu”: glielo leggete in faccia. O su una maglietta. Ma non sono tanti i coraggiosi che indossano una maglietta sincera. I più scelgono vestiti alternativi per mascherare quella frase che, invece, si dice da sola: le facce sono magliette con le scritte. Solo che molti non si sanno, non sanno di sé chi sono e come vedono e come sono visti. E allora sarebbe interessante un negozio con una macchina magica che ti stampasse la maglietta con la tua weltanschauung.
Nell’attesa di questa rivoluzione della moda pret-a-porter, io amo e scelgo magliette con le scritte che mi spieghino a me stessa, mi dicano, mi raccontino, svelino a me di me cose che ancora non so… finchè non le leggo su una maglietta dove un genio ha sintetizzato quello che da tutta la vita volevo saper dire in una frase sola e mai avevo saputo dire… prima di allora. Prima di quella maglietta.
L’incontro col genio mi svela a me stessa. “Eccomi, sono io”: e la compro come se comprassi uno specchio.
Provate anche voi a fare il gioco di leggervi e di leggere le vostre magliette, reali e virtuali: quale riuscirebbe a sintetizzare la vostra weltanschauung? E’ una operazione di seria ricerca: ricerca della propria filosofia.
Suvvia, scrivete la vostra maglietta-manifesto.
Le magliette con le scritte sono compendi di noi che passano dall’ombra alla coscienza, dalla inconsapevolezza alla… vestibilità.
Ecco: questo interstizio tra moda e scienza, tra effimero e robusto, io lo trovo una questione emozionante.
Eh… sì: se rinascessi vorrei fare questo mestiere: la filosofa delle magliette.