Quando tra i genitori ci sono dei gravi problemi di violenza i bambini stanno in mezzo, si trovano loro malgrado ad assistere alle violenze, talvolta a subirne, a veder stravolgere la loro vita per qualcosa di cui ovviamente non hanno alcuna colpa.
Che cosa fa lo Stato per proteggerli, per lasciare che non sia la casualità a determinare il rispetto dei loro diritti di piccole persone, il buon senso dei genitori, il loro grado di responsabilità genitoriale?
E quando i genitori sono incapaci di assumersi questa responsabilità nei confronti dei figli, o quando ricorrono essi stessi allo Stato nel tentativo di proteggerli, lo Stato come risponde? Ne è capace? E come?
Ogni volta che la cronaca ci racconta di qualche tragedia familiare che coinvolge minori, ci poniamo queste domane, ci chiediamo cosa è accaduto a quei bambini, cosa è accaduto a quei genitori, ma soprattutto come mai in un paese che si definisce civile ci troviamo ancora di fronte a violenze che si consumano nei consultori pubblici, nelle case famiglia, all’interno di quelle che chiamiamo Istituzioni.
Di questo si parlerà al convegno in programma mercoledì 7 ottobre a Milano, proposto dall’associazione Federico nel cuore Onlus, che chiede a gran voce allo Stato italiano di assumersi una nuova responsabilità seguendo l’esempio di altri stati europei e altre istituzioni che funzionano meglio, da cui possiamo imparare molto.
Il Convegno prevede infatti il confronto di tutte le figure che intervengono nei casi di diritti dei bambini, dagli avvocati ai pediatri, dagli psicologi agli assistenti sociali, agli operatori dei centri antiviolenza,per chiudere con i giornalisti che la responsabilità la esercitano ogni volta che di questi bambini ci raccontano.
Spunto dell’incontro il ricorso alla Corte Europea dei diritti umani contro la sentenza della Cassazione che a gennaio 2015 ha assolto gli assistenti sociali responsabili della custodia del piccolo Federico Barakat, ucciso dal padre con 30 coltellate durante un incontro definito “protetto” nella sede dei servizi sociali del comune di San Donato Milanese, incontro nel quale il bambino fu lasciato solo col padre, nonostante denunce e perizie ne testimoniassero la pericolosità.
Apriranno il convegno proprio gli avvocati che hanno promosso il ricorso a Strasburgo, affinché si faccia chiarezza su cosa significa responsabilità istituzionale e al piccolo Federico venga fatta giustizia. Come scrive qui la giornalista Nadia Somma “Se Federico fosse ancora vivo, oggi frequenterebbe il liceo e andrebbe incontro al suo quindicesimo compleanno con il futuro nelle mani. Così non è stato”.
La madre, Antonella Penati, ha fondato l’associazione promotrice del convegno proprio perché “Quello che è accaduto a Federico non accada a nessun altro bambino, mai più”, e con questo MAI PIU’ vi invitiamo a partecipare, per ascoltare più voci e capire come tra i vari ordini professionali si possa davvero investire sul confronto e la formazione, come ci chiedono le convenzioni internazionale contro la violenza e in difesa dei diritti dell’infanzia, volontà che fino ad ora in Italia lo Stato ha manifestato soltanto a parole.
Al convegno interverrà il Premio Nobel Dario Fo, che in questi anni si è speso più volte nella richiesta giustizia per il piccolo Federico.
Per approfondire, due articoli su 27esima ora del Corriere della Sera:
una riflessione di Dario Fo e una mia intervista ad Antonella Penati
un articolo della giornalista Luisa Betti sulla vicenda e il ruolo dei servizi sociali