Festeggiati alla Camera dei Deputati i primi 70 anni dell’UDI, l’Unione Donne Italiana. “Fare Storia, custodire memoria.”
di Rosangela Petillo in sala per Toponomastica femminie
Festeggiati alla Camera dei Deputati i primi 70 anni dell’UDI, l’Unione Donne Italiana. “Fare Storia, custodire memoria.” il tema scelto, perché anche le donne hanno fatto la storia italiana e ne custodiscono la memoria di lotte e impegno, eredità politica preziosa per le nuove generazioni.
VITTORIA TOLA, UDI nazionale
Affluenza massiccia oltre le previsioni. Questo che cosa testimonia?
Testimonia che questi primi 70 anni abbiamo lavorato a costruire tante relazioni. Tutte le persone che sono venute e molte, ahimè, non sono potute entrare sanno perfettamente che le battaglie delle donne continuano partendo anche da una capacità di relazioni e di alleanze, di confronti e battaglie comuni tra tutte.
L’impegno dell’UDI è stato sottolineato nel saluto della Presidente della Camera Laura Boldrini che ha ripreso l’atteggiamento battagliero di alcune testimonianze spronando a non abbassare la guardia.
Pensavamo di avere conquistato moltissimo in realtà stiamo vedendo che molte conquiste sono messe in discussione e ci sono nuove sfide che bisognerà affrontare in un altro modo.
Sfide di oggi e testimonianze di ieri.
LIDIA MENAPACE, partigiana.
Lei ha parlato della Resistenza come del primo vero fenomeno di rivolta in Italia guidato dalle donne, in tutta l’Italia e non solo nelle zone a nord del paese.
Ha riguardato sicuramente tutto il paese. E’ stato un fenomeno della nostra storia, una presa di coscienza collettiva di uomini e donne, dal nord al sud, per difendere alcuni diritti fondamentali, tra tutti la libertà. Pensiamo alle quattro giornate di Napoli, la prima rivolta guidata dalle donne di un’intera città, a Ottavio Terranova partigiano di Palermo mandato in Piemonte o ai due capi militari della Repubblica dell’Ossola i fratelli Di Dio che erano di Avellino. E’ tutto vero e storicamente documentabile.
Gesta eroiche di donne, di chi ha vissuto la Resistenza, la guerra, visto morire amiche, madri o sorelle, vissuto l’orrore delle deportazioni, o di chi ha sfidato le leggi aiutando ebrei, nascondendo soldati, offrendo assistenza e cibo, che meritano di essere ricordati insieme a movimenti e associazioni femminili.
FIORENZA TARICONE, docente di Storia delle Dottrine Politiche all’Università di Cassino
Perché si tace sulle tante figure di donne di cui invece la storia italiana è ricca?
Perché oggi ci sono due malattie: la prima l’individualismo, la seconda l’omologazione. I movimenti sono esattamente antitetici a tutti e due perché fanno ragionare nel collettivo, cioè ognuno porta il proprio io femminile, e se volete anche maschile, che però poi si rifonde in una esperienza comune. Per questo i movimenti sono vivacizzanti rispetto all’omologazione e sono anche una tradizione storica del nostro paese, perché non solo la Francia ha fatto la Rivoluzione, anche l’Italia l’ha fatta.
Dal passato, che è la nostra storia, al futuro dove delinea nuovi traguardi da raggiungere.
MARILISA D’AMICO, avvocata, ordinaria di Diritto Costituzionale all’Università di Milano
Come mai i diritti sociali, previsti dalla Costituzione, si fa fatica a metterli in pratica?
Perché quello che è previsto nella nostra Costituzione oggi a causa anche della crisi economica o di tutta una serie di condizioni, di fatto non è concretizzato. Vediamo che ci sono donne ancora in condizioni di disoccupazione, di mancanza di tutela dei diritti, pensiamo al momento della maternità. Ci sono condizioni reali e concrete sulle quali noi dovremmo concretizzare i nostri valori costituzionali. Non basta avere più numeri di donne nelle istituzioni, bisogna creare delle condizioni concrete sia per i diritti civili, sia per i diritti sociali, grazie ai quali la donna possa vivere pienamente quello che può fare per la società. Ad esempio, parliamo della L.194 c’è, è scritta quindi prevista, ma oggi a causa dell’obiezione di coscienza ci sono tante donne per cui interrompere una gravidanza diventa un dramma. Posto che l’interruzione di una gravidanza non è mai un piacere per nessuno, il fatto che in Italia si sia tornati a condizioni come prima della legge, in certe regioni, è assolutamente drammatico. Tra l’altro l’Italia su questo punto ha una condanna europea del Comitato europeo dei diritti sociali di cui nessuno parla.
Un futuro in rosa che sembra possibile.
MARISA RODANO, partigiana e prima donna Vice Presidente della Camera.
E’ possibile in un prossimo futuro una Presidente della Repubblica donna?
Io penso di si tanto più che mi pare abbastanza probabile che Hilary Clinton vinca le elezioni in America e questo funzionerà da traino per noi in Italia. Oramai non è più il problema che ci siano più o meno donne in posizioni apicali, perché donne che contano, pensiamo alla Merkel, ce ne sono molte oggi. Il problema è se si comportano o meno da donne, senza imitare modelli maschili. E questa è una pagina al femminile ancora tutta da scrivere.