Scarse presenza delle donne nelle carriere digitali. Se ne parla a Milano durante gli Stati Generali delle donne
Abbiamo intervistato Mariella Berra cuneese del ’48 professoressa di Sociologia delle Reti Telematiche e telematica Pubblica Dipartimento di Culture Politica e Società Università di Torino
Ci parli nel tavolo innovazione che organizzavi e coordinavi agli Stati generali delle donne a Milano?
La tavola rotonda sul tema Donna e innovazione, coordinata da Gabriella Taddeo e da me, si è svolta nella giornata conclusiva degli Stati generali delle donne che, dal 25 settembre al 28 settembre a Milano, ha raccolto i risultati del ricco contributo di tutte le regioni italiane. Imprenditrici, scienziate, studiose, rappresentanti delle istituzioni amministrative e politiche hanno trattato i temi, tutti interconnessi, della innovazione scientifica (Passamonti, Gardossi, Paciello Di Carlo, Assogna), innovazione sociale tecnologica, territotoriale e istituzionale (Orestano, Carmagnani, Pisciella,, Belloni, Cok, Apostolova, Gargiulo, Daneo, Zaltieri, Cristini, Molendini, Zampano, Corti, Pantò) .
Roberta Cocco, CEO della Microsoft e promotrice del progetto Nuvola Rosa ha disegnato il quadro della relazione fra donne e ICT. A fronte di una presenza rilevante di donne consumatrici di tecnologie e prodotti digitali e utilizzatrici di Internet e dei social network, si registra una scarsa presenza nelle occupazioni digitali. Passare dalla condizione di semplici fruitrici i della tecnologia a esperte, competenti, professioniste, sembra essere ancora una specificità declinata al maschile. La esclusione sociale e una diminuzione di chance sul fronte occupazionale per le donne rischia di non coprire nel 2020 due milioni di posti di lavoro qualificati nei settori ICT. Le ragione principale riguarda il titolo di studio e la qualità delle competenze tecnico scientifico ancora sottorappresentate nelle cosiddette (STEM). Tuttavia la persistenza di stereotipi, modelli organizzativi, culturali e di carriera ostacolano un percorso piano nelle attività tecnico scientifiche e nella ricerca.
Quali sono stati i contributi innovativi?
Tutti i contributi sono stati innovativi. Cito l’esperienza di Orti Alti per migliorare la qualità della vita nelle città, il laboratorio Social fare, le ICT applicate alla viticoltura, i Coderdojo pe insegnare alle bambine e ai bambini a imparare a programmare insieme, lo spazio di coworking Laby e il Portale regionale Pragma per l’utilizzo di servizi on line. E ancora le molte esperienze di innovazione istituzionale e i percorsi di welfare sociale territoriale della provincia di Mantova, del comune di Milano, delle Regioni Puglia e Friuli Venezia Giulia.
L’innovazione è donna? E se sì in quali settori?
Direi forse sempre più donna E’ un processo complesso dove innovazione tecnologica scientifica, istituzionale e territoriale si combinano a vicenda attraverso un processo aperto di dialogo, di scambi e di interrelazioni. Innovazione significa inventare qualche cosa di nuovo, ma anche svolgere una attività tradizionale in modo nuovo
Come i nativi digitali le donne sono per loro tradizione multitasking, abituate da sempre a combinare risorse, tempi e relazioni.
Molti settori artigianali, di piccole imprese e quelli della innovazione sociale, supportate dalle ICT, sono ampie praterie occupate da donne. Sono territori da presidiare e estendere. L’economia digitale offre molte opportunità, (basti pensare alle città intelligenti, all’Internet delle cose) che richiedono le competenze delle donne. Affinché la terza rivoluzione industriale non porti nuove discriminazioni il nostro contributo attivo è essenziale,
Quali istanze sono emerse?
Esigenza di politiche di pari opportunità, nella scuola, nella ricerca, nell’università e nel lavoro, pratiche formative di orientamento al lavoro declinato al genere femminile con il coinvolgimento diretto degli attori del sistema educativo, economico e istituzionale e lo sviluppo di politiche di conciliazione.
E ancora un’esigenza di estendere la nostra rete con altre donne e istituzioni. Per questo ringraziamo Isa Maggi che ci ha dato l’occasione di metterci insieme, perché insieme si può.