Donne che possano ricoprire le stesse posizioni degli uomini, spesso apicali, dicono non ce ne siano. Ma sarà vero? Due giornaliste ed una ricercatrice dicono di no e lanciano una sfida sul web.
Il progetto ”Cherchez la femme” è promosso da: Gi.U.Li.A (Giornaliste Unite Libere Autonome http://giulia.globalist.it); Osservatorio di Pavia Media Research (http://www.osservatorio.it).
Due giornaliste, Giovanna Pezzuoli e Luisella Seveso, e una ricercatrice, Monia Azzalini, lanciano un questo progetto che covano da un paio di anni: pubblicare di un volume, sia cartaceo che digitale, che raccolga i CV di 100 professioniste al fine di favorire la loro visibilità come fonti di sapere e competenza per un’informazione e una comunicazione più complete ed equilibrate.
L’Italia non è ancora un paese per donne, come dimostrato dal Global Gender Gap Report redatto ogni anno dal World Economic Forum di Ginevra: nel 2014 l’Italia è 69esima su 142 Paesi nelle differenze di genere e scende addirittura al 114esimo posto per la partecipazione femminile nel campo economico e al 129esimo per la parità salariale. Unica nota positiva: è al 37esimo posto per il numero di donne in politica.
In Italia – come in Europa – si è molto lavorato sul contrasto agli stereotipi di genere. Negli anni più recenti, numersi studi hanno sottolineato la carenza di rappresentanza femminile nel settore chiave dell’informazione: fra gli esperti, gli opinion leader, i professionisti intervistati nei TG o ospiti dei talk show le voci femminili non superano mai la soglia del 20%. Una recente ricerca dell’Osservatorio di Pavia, per esempio, ha registrato una quota di donne pari soltanto al 16% fra gli esperti intervistati nei principali Tg italiani.
L’esempio viene dalla Francia, dove da parecchi anni si discute dell’assenza delle donne professioniste e competenti dai media, così come dai dibattiti pubblici, nel 2012 alcune giornaliste hanno realizzato per la prima volta una guida (Guide des expertes: http://epoke.fr/guide-des-expertes/) che raccoglie i curricula di un centinaio di donne esperte (aumentati a più di 300, nella seconda edizione, e a 400 nella terza del 2014). La guida è stata distribuita a operatori dei media (così come a enti, istituzioni, amministrazioni, aziende, fondazioni) perché non si nascondano dietro l’alibi che “le esperte non si trovano” e abbiano a disposizione, viceversa, una rubrica di autorevoli fonti femminili cui attingere. Nel 2015 la guida si è trasformata in un sito (expertes.eu) . La Guide des expertes francese è il modello cui fa riferimento il progetto per la realizzazione della nostra Guida delle esperte.
L’obiettivo del progetto è raccogliere un centinaio di CV di esperte/professioniste/competenti.
I criteri per la selezione dei CV saranno i seguenti:
• verranno scelte persone che comprendono e condividono gli obiettivi del progetto e che nelle loro ricerche e nelle loro attività sono sensibili a un punto di vista femminile sul mondo;
• verranno scelte esperte nelle materie più varie: dall’ambiente alla giustizia, dall’economia all’arte, dalla politica alle nuove tecnologie, dallo sport alla scienza;
• per ciascun settore, si individueranno donne qualificate con competenze specifiche su argomenti settoriali, come microcredito per la voce “economia”; riciclo dei rifiuti per la voce “ambiente”; riforma dell’insegnamento e bullismo per la voce “educazione”.
Due esempi possono essere nel campo della “scienza”: Luisa Torsi, docente di chimica analitica all’Università di Bari e prima donna al mondo ad aver ricevuto il premio Merck 2010, e Ilaria Capua, virologa e ricercatrice, eletta “mente rivoluzionaria” da Seed, fra i 50 scienziati top di Scientific America.
Gi.U.Li.A (acronimo di Giornaliste italiane unite libere autonome), è nata quasi cinque anni fa, per dire «basta» al circo politico-mediatico in cui le donne erano usate e rappresentate in maniera umiliante. E’ poi diventata formalmente associazione nel 2012 con un direttivo, una sede a Roma e un primo gruppo territoriale, GiuliaLombardia, di cui noi facciamo parte. Oggi Giulia, presieduta da Marina Cosi, conta oltre mille iscritte in tutta Italia (precarie e garantite, attive in grandi o piccoli giornali e periodici, cartacei e/o online, nelle emittenti, negli uffici stampa, ma anche disoccupate e pensionate) e ha varato molte belle iniziative. Tra le altre, «Lo sguardo di Giulia», concorso fotografico giunto alla terza edizione con Donne elettriche per celebrare la gioia e l’energia femminile (dopo Chiamala violenza, non amore nel 2013 e Concilia? Tra lavoro, cura e tempo nel 2014), i corsi di aggiornamento professionale su stereotipi e linguaggio («Errori di genere»), e lo spettacolo teatrale Desdemona e le altre, il femminicidio dalla letteratura alla cronaca, che è stato anche rappresentato nel carcere di San Vittore.
La guida delle esperte, è un’evoluzione del discorso sul riconoscimento e la valorizzazione dell’identità di genere iniziato con il libretto Donne, grammatica e media, ovvero «suggerimenti per l’uso dell’italiano», a cura di Maria Teresa Manuelli.
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