Attualmente in Italia 1 bambino su 1200 nasce con la sindrome di Down e si stima che nel nostro paese vivano circa 38.000 persone con tale sindrome, di cui il 61% ha più di 25 anni.
E le famiglie di figli down che fanno per superare questo evento a volte stressante dopo la nascita? Si associano per creare una rete di supporto ed aiuto. Ma per portare avanti le iniziative occorrono risorse economiche.
Esistono infatti molte associazioni e tra queste vorremmo parlare del Circolo Culturale Giovanile di Porta Romana ONLUS nasce a Milano nel 2000 come proposta di famiglie di giovani con sindrome di Down alle esigenze di inserimento e di integrazione dei loro figli nel tessuto sociale.
Abbiamo chiesto al circolo cosa stanno facendo per integrare i loro giovani amici e per assisterli nella crescita perchè sia il più possibile autonoma.
Il Circolo Culturale Giovanile di Porta Romana ONLUS nasce nel 2000 come proposta di famiglie di giovani con sindrome di Down alle esigenze d’ inserimento e integrazione dei loro figli nel tessuto sociale milanese.
E’ un progetto educativo, non assistenziale, che propone la conservazione del processo evolutivo nei giovani adulti partecipanti e si prefigge di sviluppare le autonomie ‘possibili’ dei ragazzi con sindrome di Down nelle attività del tempo libero quali l’individuazione di interessi culturali , la partecipazione a manifestazioni della vita cittadina , gli spostamenti negli agglomerati urbani ed extraurbani e le relazioni sociali, affettive e sessuali.
I percorsi verso le autonomie ‘possibili’ sono favoriti da operatori professionisti, ‘mediatori’ tra la realtà del giovane e la realtà esterna. I ragazzi si incontrano il sabato pomeriggio presso la nostra sede , messa a disposizione del circolo da un genitore.
Diversi sono stati i progetti che hanno attivato nei giovani competenze espressive delle arti pittoriche, fotografiche, corporee ritenute le più vicine alle loro possibilità funzionali ed emotive.
Con il crescere dell’età, e con l’evoluzione delle competenze, alcune delle iniziative citate si sono trasformate in laboratori permanenti dei quali, quello teatrale, ha ottenuto notevoli successi.
Oggi il Circolo ha una compagnia teatrale integrata formata da 8 attori con sindrome di Down e da 5 attori esenti da handicap, che ha prodotto spettacoli rappresentati nei teatri milanesi e non solo.
Lo scorso anno la compagnia ha partecipato al festival ‘IL GIULLARE’ – Teatro contro ogni barriera – di Trani vincendo il premio del pubblico. Il successo ottenuto ha avvicinato al teatro altri giovani con handicap che hanno avviato un nuovo percorso formativo :
Il link facebook della compagnia teatrale http://www.facebook.com/iragazzidelcircolodiportaromana.
Altre iniziative hanno trovato una loro costanza nel tempo in ambito sportivo: una squadra di calcio e la formazione in atto di un equipaggio velico.
Il Circolo ha promosso tornei di calcio attraverso la costituzione di una squadra integrata, formata da 5 calciatori normodotati e 3 con handicap, equilibrio numerico che permette a tutti i giocatori di avere un ruolo attivo nel corso della partita e un confronto tra diversità. La squadra partecipa al Campionato di Calcio Integrato, che si è svolto negli ultimi anni all’Arena Civica di Milano, con 8 squadre partecipanti; siamo giunti alla XX edizione. L’iniziativa ha trovato sostegno nel CSI di Milano che si propone di promuoverlo e ampliarlo nei prossimi anni.
La donazione di una barca a vela al Circolo ha permesso di avviare questa attività che ora si sta finalizzando nella costituzione di un equipaggio che possa veleggiare con altri scafi creando, anche in questo caso, occasioni di incontri e scambio di conoscenze e riflessioni.
A partire, indicativamente, dal 2007/2008 sono stati creati alcuni indirizzi diversi rispetto al tempo libero come conseguenza degli sviluppi della nostra associazione e della crescita dei ragazzi. E’ risultato evidente che sarebbe stato indispensabile occuparsi anche del futuro della vita dei “nostri” ragazzi senza delegare tale finalità ad altri.
Nel 2009 è quindi nato il ‘Progetto Casa’ che, con il contributo economico di Fondazione Cariplo, Banco del Monte di Lombardia e delle famiglie, ha permesso a giovani adulti con sindrome di Down di costruire un’autonomia curata abitativa. Finalità: sperimentazione delle attività di vita quotidiana, vero e proprio Tirocinio Didattico della costruzione delle autonomie possibili.
Attualmente alcuni aderenti della nostra associazione vivono in modo semi-permanente in una casa nella zona di città studi a Lambrate e altri giovani ventenni hanno avviato il medesimo percorso che li porterà a divenire uomini e donne con sufficienti capacità funzionali ed emotive per sostenersi con la cura di riferimenti e secondo le loro possibilità, in un contesto che non assuma caratteristiche assistenziali, bensì evolutive.
Infine il Circolo ha sviluppato un nuovo progetto imprenditoriale e di cura della vita dei suoi aderenti denominato ‘Progetto Ostello’ con l’obiettivo di aprire un luogo di accoglienza di qualità, con particolari accorgimenti per i disabili fisici, per viandanti e, contemporaneamente, luogo di lavoro e di vita per il suoi aderenti.
Il Progetto è stato definito nei suoi contenuti e obiettivi dal Circolo di Porta Romana, nel piano di fattibilità dallo studio Oliver Wyman e nel piano architettonico dallo studio di architettura di Venezia TAMA ASSOCIATI.
Il Circolo, avviato da 7 famiglie nel 2000, ora conta 34 aderenti beneficiari attorno ai quali si muovono ormai, con coinvolgimenti differenti, oltre un centinaio di persone.
Oggi il Circolo ha necessità economiche per proseguire il suo cammino poiché non è più sufficiente l’esclusivo sostegno delle famiglie e, dato che persegue obiettivi sociali senza gravare sulla comunità, chiediamo che sia i privati sia le istituzioni concorrano, nel limite delle loro possibilità, alla donazioni di fondi.
L’appello è urgente .Ci auguriamo che la sintetica presentazione della nostra Associazione e delle sue attività possa aver fornito notizie sul significato del nostro progetto. Pensiamo non si debba mai dimenticare che qualunque persona, indipendentemente dal suo handicap, abbia un’individuale potenziale per l’autonomia e l’affermazione di sé. Il Circolo lavora affinché tali potenzialità, che con difficoltà possono emergere poiché sono limitati i luoghi curati per l’integrazione (è solo il confronto con le diversità, infatti, che funge da polo attivatore), abbiano invece espressione e perché ciò accada è necessario e indispensabile che vi siano progetti capaci di costruire le autonomie possibili.