Annamaria Cecaro, napoletana trapiantata a Bologna, madre di due bambini autistici di 10 e 12 anni ha deciso di non arrendersi e ha creato un’iniziativa per bambini disabili.
La vita per Annamaria non è stata facile. Avere due figli autistici non è frequente, ma a lei è successo: la patologia non viene riconosciuta subito alla nascita ma più tardi verso i due-3 anni di età.
Annamaria però non si è data per vinta ed adesso sta cercando di raccogliere dei finanziamenti con un progetto di crowdfunding 700km di sorrisi per creare aree aperte per bambini disabili.
Da Bologna a Napoli, come ci sei riuscita?
Pedalando, 100 km al giorno per 7 giorni. Una pedalata per un fine sociale quindi, ma anche social perchè documentata dalle immagini riprese durante il mio perscorso e riportate sulla pagina facebook per finanziare la costruzione di parchi giochi accessibili ai disabili.
Come ti è venuta questa idea?
Mesi fa conobbi il papà napoletano di Spiderciccio (come veniva chamato) che era venuto a mancare un anno prima che mi raccontò che quando portava il bambino al parco non poteva utilizzare i giochi perché non era attrezzato per i disabili. Fino a che un giorno il figlio gli chiese di non portarlo più perchè si sentiva male.
E allora?
Riprendendo l’idea di due mamme napoletane Claudia e Raffaella, ho portato avanti il progetto a due ruote, una pedalata da Bologna a Napoli per raccoglier e fondi per la creazione di parchi gioco inclusivi. E la mia deferminazione mi ha portato a far montare due altalene per bambini disabili anche a Bologna.
Un esperienza da ripetere anche in altre città, magari più grandi?
Sarebbe bello ma paradossalmente, i piccoli centri sono più attrezzati delle grandi città. Forse hanno maggiori fondi a disposizione.
Perchè hai deciso d’intraprendere questa esperienza con la bicicletta?
Perchè è il mio unico mezzo di locomozione da sempre. Nonostante ciò, ho dovuto allenarmi duramente: facevo 150 km a settimana.
Avere due figli autistici è stato difficile per te. Come hai fatto?
Cercando di star loro vicino e di adeguarmi alle loro esigenze. Ho dovuto imparare a comunicare con loro. Uno dei due figli comunica di meno, l’altro è invece diverso. Non tutto l’autismo è uguale. Anche per stare loro accanto ci vuole forza, amore e determinazione.