A Bali, la vita è a contatto stretto con la natura e lo spirito. Ma sono gli uomini che comandano ed anche i figli sono di proprietà dell’uomo che è più acculturato della donna e regola e dirige la vita dell’isola.
Bali è un’isola a maggioranza induista, si trova in Indonesia che è il primo paese musulmano al mondo. Quello balinese è un induismo animista, fondato sullo stretto legame che esiste tra la gente e la terra, in cui l’essenza del divino vive nelle cose naturali. Vivere a Bali è prima di tutto un’esperienza dei sensi. La natura è meravigliosa e selvaggia, prorompente ed energeticamente invasiva. I colori sembrano dipinti, di forte intensità, l’odore dell’aria dopo la pioggia è inebriante. È un’isola vulcanica e questo influenza il bioritmo interiore, amplifica le sensazioni e tocca l’emotività.
Ogni essere umano qui, nativo o straniero, deve fare i conti con l’ambiente; noi che arriviamo dall’Ovest non siamo più abituati a misurarci con la forza della Natura a questi livelli ed entrare in sintonia con questo luogo richiede tempo ed impegno. Il principio spirituale dell’antica cultura balinese si chiama Tri Hita Karana, che significa letteralmente “ le tre cause del benessere” ed esprime un valore esistenziale profondo: consiste nel ricercare e mantenere l’armonia nella relazione tra uomo e Dio, tra uomo e uomo, tra uomo e ambiente circostante. Non è soltanto una filosofia, ma è pratica quotidiana e la capacità di riconoscere la presenza del divino nella vita di tutti i giorni. La gente di Bali trova il suo equilibrio spendendo gran parte della vita quotidiana in un dialogo continuo tra la dimensione umana e quella spirituale, attraverso rituali e offerte alle divinità presenti negli elementi naturali, cosi da bilanciare le energie positive e negative. Le donne nei loro abiti colorati sono bellissime e dignitose come regine, dritte come fusi portano sulla testa ceste enormi di frutta e fiori da offrire alle divinità del tempio. La loro vita però non è facile come sembra.
Ho chiesto a Wayan, maestra di 36 anni di raccontarmi delle donne di Bali.
Che donne erano tua madre e tua nonna?
Non hanno avuto abbastanza educazione, non hanno finito la scuola elementare, stavano a casa e si occupavano dei figli. Mi ricordo che facevano piccoli lavori per aiutare la famiglia e preparavano i cesti per le offerte al tempio. Io sono stata più fortunata perché mio padre mi ha fatta studiare fino alla scuola superiore.
Che ruolo hanno le donne nella comunità?
Le donne fanno parte della comunità, ma decidono gli uomini del banjar. Ogni villaggio, ogni area ha un banjar, sono gli uomini che ogni famiglia manda per parlare di quello che succede, delle cose da fare, delle cerimonie. Le donne sono coinvolte nell’attività del banjar ma non si riuniscono con gli uomini, si vedono separatamente e si devono occupare della preparazione delle offerte per il tempio.
Le donne hanno le stesse opportunità degli uomini?
Noi non siamo libere come gli uomini. Per quanto riguarda l’educazione le donne hanno meno opportunità, soprattutto se provengono da famiglie tradizionali di alcune zone non possono studiare, passano la vita a casa a occuparsi dei figli. Oppure se la famiglia ha bisogno di più entrate di denaro vengono mandate a lavorare nelle risaie o nei cantieri. Gli uomini hanno un livello di formazione più alto e migliori occupazioni. Senza la scuola le donne non hanno le competenze per trovare un buon lavoro. Oggi tuttavia la mentalità sta cambiando e ci sono delle donne che fanno anche carriera.
Cosa vorresti cambiare nella tua cultura?
Cambierei il pensiero che gli uomini sono più importanti delle donne. Lo sai a Bali quando una famiglia non ha un figlio maschio si pensa che quella famiglia non è completa. Solo i maschi hanno diritto all’eredità.
Mi stai dicendo che le donne non hanno diritti?
Si, hanno dei diritti, ma sono la famiglia e il banjar a prendere le decisioni. Le donne hanno autorità nel gestire la casa e sono coinvolte in tutte le questioni famigliari e dei figli. Devono anche ricevere dal marito le risorse economiche sufficienti per pagare tutte le spese. Se le cose vanno bene non ci sono problemi.
E in caso di separazione o divorzio cosa succede?
Le donne sono viste male e restano in condizioni economiche difficili. I figli appartengono al marito, quindi le madri li perdono, a volte non glieli fanno più vedere, per questo le donne non si separano anche se stanno male. Anche le vedove a volte perdono i figli se non vanno d’accordo con la famiglia del marito.
Ci sono casi di violenza domestica?
Si, ma non si dice. Le donne balinesi non sono abituate ad esprimere i loro sentimenti. Tengono dentro se qualcosa non va bene.
C’è la poligamia a Bali?
Questa non è una buona cosa, ma a volte succede, la chiamiamo “mamadu”, dipende dalla situazione della famiglia. Le donne soffrono tanto, non sono contente e non vanno d’accordo neanche tra di loro. A volte neanche i figli vanno d’accordo, è difficile.
Hai figli/figlie?
Si, ho due femmine.
Cosa vorresti per il loro futuro?
Vorrei che le mie figlie avessero successo nella vita, educazione e un buon lavoro. Vorrei che avessero più fiducia in loro stesse, più di me, che fossero più capaci di fare le cose che desiderano. Oggi è più facile avere delle possibilità, c’è più apertura e poi ci sono tanti stranieri, le cose si vedono anche in modo diverso, meno tradizionale.