Nel continente africano, tra le tante emergenze umanitarie, ce ne è una che stava molto a cuore alla grande scienziata Rita Levi Montalcini: il limitato accesso delle donne all’istruzione.
Nel 1992 il Premio Nobel insieme alla sorella Paola costituì una Fondazione che ancora oggi ha come scopo primario l’istruzione, l’educazione e la formazione delle bambine, delle giovani e delle donne africane.
Ad oggi sono state erogate più di dodicimila borse di studio: dalla semplice alfabetizzazione all’accesso a scuole primarie, secondarie ed università.
Le donne africane sono purtroppo in larga parte analfabete perché l’accesso alla scuola è un diritto riservato ai maschi, mentre alle femmine, sin da piccole, spetta il compito di dedicarsi alle necessità della famiglia.
L’istruzione permetterà invece alle ragazze di conquistare ruoli preminenti nei vari settori della società, da quello scientifico a quello politico.
Molti dei corsi di laurea erogati dalla Fondazione sono inerenti al settore informatico. L’impiego della tecnologia permetterà così alle donne di ricevere e scambiare notizie, di creare rapporti con le popolazioni al di là del continente africano. Saranno uno strumento di lavoro e le aiuteranno concretamente ad opporsi a tabù e pratiche tradizionali discriminanti, quali ad esempio le mutilazioni genitali, e a reclamare diritti fino ad oggi preclusi.
Con l’istruzione delle donne si riuscirà a interrompere il ciclo di povertà e di instabilità demografica del continente.
Come scrive lo scrittore camerunense René Philombe “Le donne sono le mille e una piccola mano che alimentano il continente. Mani anonime, invisibili, prive di retribuzione, senza diritto alla terra, alla proprietà, al credito, all’eredità” ed è proprio per aiutare queste piccole mani che la Fondazione dà più di un anno ha lanciato il progetto “Una laurea per una laurea” in collaborazione con tanti atenei della nostra penisola. Si tratta di un invito ai laureandi di contribuire anche con una piccola donazione al conseguimento della laurea di una ragazza africana.
Un piccolo gesto di solidarietà che permette che il diritto allo studio non rimanga un privilegio per pochi e che altri giovani, nati nella parte sfortunata del pianeta, possano raggiungere lo stesso risultato.
Ad oggi, tra le Università che hanno aderito all’iniziativa, ricordiamo Roma Tre, Milano Bicocca, Napoli Orientale, Cagliari, l’Università del Salento, Palermo. In quest’ultima come testimonial è stata scelta Claudia Koll, fondatrice e presidente dell’Associazione Onlus “Le opere del Padre” attiva soprattutto in Burundi e nella Repubblica Democratica del Congo. Claudia ha raccontato la sua esperienza in quei territori martoriati, soffermandosi su dettagli di vita incomprensibili per noi occidentali: le bambine sono malnutrite perché a loro viene dato da mangiare solo dopo il padre e i fratelli, ed inoltre alle ragazze madri è negato il diritto di frequentare la scuola.
Riteniamo che ignorare queste discriminazioni significhi essere complici di un sistema che umilia la dignità delle donne africane e che nega loro i diritti umani fondamentali.