I virus del terrore e dell’odio si alimentano con le stesse matrici
Avevo meno di 17 anni quando scoppiò la bomba in piazza Loggia, ed ero 50 metri più in là. Pochi giorni prima, un ragazzo saltò in aria con la sua motoretta mentre trasportava tritolo in piazza Mercato e io ero passata da poco. Dal ‘69 al 74, a Brescia si gettarono e trovarono oltre 12 bombe incendiarie, fortunatamente con pochi danni.
Ma erano gli anni di piombo, si chiamava “strategia della tensione”. Le bombe scoppiavano ovunque, mentre prendevi il treno (Italicus), mentre eri in banca (piazza Fontana), o per errore su un aereo (Ustica). E molti altri furono gli attentati.
Si fomentava l’odio tra fascisti e comunisti, ed era un odio tangibile, fatto di pestaggi, linciaggi (anche morali), retate.
Oggi le bombe sono altre, hanno altre matrici. Pare che provengano da lontano, sicuramente i fili di questi burattini spietati son tirati da camicie di vari colori, gli interessi e gli obiettivi in campo stavolta son più grandi. Sempre interessi ed obiettivi lontani da cosa ha bisogno veramente il mondo.
Tutti sotto la stessa egida, nella speranza di un riparo che non c’è, animi pronti ad esser sobillati, contromosse, ritorsioni, attacchi per cielo e per terra, altro dolore ed altra morte.
Ed allora mi viene in mente il caso di due famiglie americane confinanti in quelle sterminate lande del west, che per 200 anni si son odiate, perché all’inizio qualcuno aveva rubato un cavallo, e l’odio di generazione in generazione, era così viscerale da far fuori ogni tanto qualcuno da una parte e dall’altra. Alla fine, qualche anno fa, due donne delle stesse famiglie son riuscite a riappacificarle, cancellando si spera per sempre, un odio ridicolo coltivato così a lungo.
I virus del terrore e dell’odio si alimentano con le stesse matrici, tolte quelle si estinguono.
Il lavoro da fare è molto lungo e deve partire da lontano, abbracciando molti aspetti della vita, dialogo compreso. La strategia della tensione, nei secoli è stata sempre applicata a piene mani, si andava in piazza a vedere le cruente esecuzioni capitali, le torture applicate ovunque, per iniettare paura e odio, perché il dominio e il controllo passa da lì, dalle carneficine.
La pace non rende, la libertà non rende, le persone che vivono in armonia con sé stessi, con gli altri e con la terra non rendono. Almeno non nel modo obsoleto che è ancora dominante.
Oggi una borsa abbandonata, un sacchetto, fosse anche quello dello sporco, per istinto e per un solo secondo, mi fa pensare ad una bomba. Ma bomba o non bomba, si va avanti, senza cancellare nessuno, con l’impegno morale e civile di un contributo positivo, perché è dal basso, dal popolo che arrivano i cambiamenti.
E si può, con fatica, ma si può.