C’è una grande differenza tra comunicare qualcosa e conversare su qualcosa.
La base è ovvia, solo a volte, sfugge che “comunicare” significa “legare”, “mettere in comune”,“trasmettere”, “condividere”. Non tutto quello che si dice, infatti, va oltre il livello di semplice chiacchiera.
Qualcuna può parlare e l’altra annoiarsi a morte. La vera conversazione ha un fine, rivela qualcosa di nuovo, fa prestare attenzione. A questo punto è quindi d’obbligo saper distinguere le “conversazioni di possibilità” dalle “conversazioni di azione”.
Le conversazioni di possibilità
Le conversazioni di possibilità dichiarano che cosa si vuole. In queste conversazioni vengono espresse le proprie forze e le proprie speranze e al termine ci si può sentire anche più forti, solo è una conversazione effettuata in base al passato e non al futuro. Mi spiego meglio: sono conversazioni di possibilità tutte quelle conversazioni in cui frasi del tipo:
Che cosa succederebbe se …
Supponiamo che …
Io potrei …
Non sembra possibile, ma ci provo …
Etc. etc.
Come si nota il tutto è a livello ipotetico.
Un po’ come accade in alcuni colloqui di lavoro dove qualche selettore (specialmente se si tratta di venditori, agenti, etc.) basa il tutto su ipotetici contatti giornalieri, con ipotetici acquisti e, conseguentemente, ipotetici guadagni.
Le conversazioni di azione
La conversazione di azione, invece, mostra decisione e impegno sin da subito. Potrà sembrare strano, solo le azioni cominciano con una conversazione ed è proprio in queste conversazioni che si assumono decisioni e impegni.
Per esempio: quando decidete di telefonare a qualcuno, avete compiuto il primo passo prendendo in mano il cellulare o alzando la cornetta. Il secondo passo è dato dall’assunzione verso se stessi dell’impegno di telefonare in un determinato momento. La decisione di telefonare e l’impegno a farlo in uno specifico momento, determinano l’azione.
Ora aggiungiamo la richiesta. Proseguiamo nell’esempio. Una volta al telefono si procede con la richiesta (appuntamento, acquisto di un prodotto, informazione, etc.) e a questa richiesta seguirà un “sì” o un “no” da parte dell’interlocutore. Se per esempio vi viene fissato un appuntamento, il vostro interlocutore si impegna incontrarvi in un momento
preciso e voi vi impegnate ad arrivare in quel momento. Richiesta e impegno reciproci vi mettono in movimento.
Le richieste efficaci
Da qui le richieste efficaci. Per avere successo, infatti, la richiesta deve seguire quattro semplici passi.
1. Specificare chiaramente che cosa si desidera
2. Indicare la persona da cui si vuole una determinata cosa
3. Specificare tutte le condizioni quali per esempio tempi, scadenze, persone coinvolte, etc.
4. Concordare una terminologia comune in modo da evitare fraintendimenti, malintesi e contrattempi.
Mirella M.P.Grillo
Lettura consigliata: “C.E.A. Come Essere Assertivi” – Eden Editore, Roma