Tragicomica dissertazione sullo stravolgimento dei termini e delle realtà del momento.
rubrica di Rossana Rossi TRA SERIO E FACETO
Un surrogato è un prodotto di largo consumo, sviluppato in condizioni di necessità in sostituzione di un altro prodotto comune, quando quest’ultimo non si può più importare o produrre a causa di una improvvisa interruzione delle vie commerciali. … (Wikipedia)
Prodotto o sostanza che surroga, in quanto ha caratteristiche e proprietà analoghe, un altro prodotto o un’altra sostanza, rispetto ai quali è spesso inferiore di qualità ma meno costoso e di più facile approvvigionamento.
In usi estensivi e figurativi con riferimento a cose varie, anche non materiali, ciò che sostituisce un’altra cosa in modo imperfetto … ( Treccani )
Fino a pochi anni fa ci si sentiva un po’ sfigati ad acquistare un surrogato. Come ben spiega la Treccani, infatti, un surrogato è qualcosa che sostituisce in modo imperfetto l’originale. Una cosa di serie B, insomma.
All’inizio di questo secolo le signore “bene”, prima di acquistare un surrogato quasi perfetto di una Louis Vitton, controllavano bene e in ogni dettaglio la loro originale avuta , anzi estorta, in regalo dal marito o dall’ amico mentre erano in vacanza a Parigi , Nizza o Cannes.
Poi, siccome nel giro di un anno i manici in pelle denunciavano, inesorabilmente ed inevitabilmente, che anche le mani della dame erano state spesso troppo unte o sudaticce, correvano ai ripari acquistando, con fare da carbonaro e mimetizzandosi possibilmente tra folla di un mercatino chic o della spiaggiona di Forte dei Marmi, il surrogato nuovo di zecca cinese da usare in estate per evitare di dover buttare per indecenza e sporcizia troppo evidente la costosissima originale che tanto era costata loro in termini di moine ed opera di convincimento del loro lui ( o quale risarcimento per un boccone amaro prodotto dal consorte che loro avevano deciso di ingoiare).
In dieci anni e poco più a quanto pare tutto è cambiato. Il consumo di surrogato di caffè, chiamato ora caffé d’orzo , non fa più sfigati, ma tanto consumatori consapevoli eco solidali e vegani molto trendy ( scusate, forse trendy non si usa più ma mi sfugge l’ultimo termine, surrogato, comunque idiota in voga sul web ).
Le Louis Vitton, originali e surrogate, sono out.
Ma ciò che inaspettatamente è più cool che mai ( eccolo il termine che prima mi sfuggiva! ), più celebrato, enfatizzato, citato, desiderato è .. l’apoteosi del surrogato! Vuoi mettere che atto d’amore di ricerca di passione di altruismo esagerato è un concepimento – gravidanza – nascita di un bimbo/a in surroga?
Una vera figata. Sei arrivata a quarant’anni tenendoti in forma e facendo quello che ti pareva e piaceva, poi ti accorgi che col marito non hai più molto da dirti e che anzi insieme ormai vi annoiate un po’, avete soldi, bella casa, belle cose, viaggi, amici ma .. accidenti manca qualcosa per cui valga la pena stare ancora insieme. Ideona. Amore, facciamo un bambino? Oh sì ti prego, pensa come sarebbe dolce e tenero, tenerlo in braccio, portarlo ai giardinetti, tu lo porteresti a scuola tutte le mattine e poi gli insegneresti a giocare a calcio, tennis, e a sciare sulla pista piccola a Courmayeur.. Sì, hai avuto una buona idea tesoro, in effetti anche ai nonni farebbe piacere avere un nipotino, e poi così sarebbe assicurata anche la continuità in azienda altrimenti andrebbe tutto ai miei nipoti .. Sì, sì dai facciamo un bambino. Ma scopa che ti riscopa non succede nulla. Analisi, esami, visite mediche. Ricerche sul web. Uteri in affitto.. Uhmmm, fammi approfondire … Pensa che eviti di doverlo fare con tuo marito ( già che è una solfa normalmente..) con termometro ed orologio in mano, che non rischi di sfasciarti il fisico e trovarti mostruose indelebili smagliature, e poi le nausee e magari un dolore cane per partorire .. Figata! Dottore io ce li ho ancora gli ovuli,? Me li può estrarre che poi lei fa quella cosa lì con gli spermatozoi di mio marito ( Oddio, lui li ha buoni? ). Ah, no .. abbiamo aspettato troppo, capisco .. Mutismo e tristezza (ma non rassegnazione) per qualche ora.
Poi, con una certa titubanza ma solo per qualche istante, marito e moglie incrociano i loro sguardi e ciascuno legge negli occhi dell’altro la soluzione ( già prevista come caso B da entrambi ), SURROGHIAMO TUTTO!
Ecco che scatta la complicità della coppia, ricerca di ovuli di giovane strafiga con occhi verdi o blu che frequenta, almeno con discreto successo, la Berkley o il MIT o Harward. Che amore di ragazza! E’ pure intelligente, un mezzo genio, guarda che voti! Adesso tocca al cromosoma Y. Ah, anche lui dal MIT o Harward ma non quelli con la faccia e il fisico da nerd eh, bisogna che sia alto almeno 1,85 faccia sport agonistico e sia un campione, oltre ad avere buoni risultati all’università ed avere almeno quei 3 mila amici sui Social. Azz, guarda questo: ha un fisico da sballo, campione di hockey, brucia le tappe con gli esami e dichiara di essere astemio, amante della natura, aborre le armi ed è figlio di un famoso professionista della sua (piccola) città dell’East Coast.. Perfetto!!!
Materia prima di prim’ordine trovata, si danno il cinque, clap!
E l’utero? Ah, beh, io per la gestione ( sarebbe gestazione ma si sa, i lapsus .. ) vedrei bene una di quelle fanciullone canadesi tondette e burrose tutte acqua e sapone, sane che si vede subito, intorno ai trenta e con almeno una due esperienze di garanzia al loro attivo. Sì, concordo. Trovata anche la fattrice.
Contattiamola via Skype, poi organizziamo il nostro viaggio negli States più Canada. Ma.. farlo nascere in Svizzera? No? Ci costerebbe troppo? Non so, bisogna sentire la Shirley (la fattrice), potrebbe voler restare in Canada, dai non è male neanche lì.
Che cosa romantica, che atto d’amore questo bambino, voluto, cercato, selezionato con accuratezza in ogni dettaglio… E non abbiamo badato a spese eh, costi quel che costi, vogliamo il meglio!
Intanto, nel mondo, ci sono oltre 150 milioni di bambini abbandonati in orfanotrofi e strutture analoghe, in Italia sono circa 1.000 solo quelli già dichiarati adottabili. Le richieste d’adozione sono in continuo e preoccupante calo.
Non è il desiderio di genitorialità e di dare amore, quindi, che muove l’animo di queste coppie non fertili. E’ non è neppure definibile come un surrogato di amore. E’ piuttosto, forse, configurabile come un desiderio d’onnipotenza, condito di apoteosi consumistica e amorale concezione di umanità.