In tante case oggi grandi preparativi per il cenone di Natale.
Chi stirerà la tovaglia buona, quella con le stelle ricamate in fili d’oro?
Chi sbuccerà patate, sbollenterà il cotechino e preparerà il brodo?
E una volta seduti intorno alla tavola ricca di delizie, chi si alzerà se qualcuno chiederà il sale o vorrà ancora un po’ di tortellini? E dopo? Chi sparecchierà tra uno sbadiglio e l’altro, chi sciacquerà piatti di portata che non entrano in lavastoviglie, a notte fonda o magari il mattino dopo, molto presto, come la mia amica Claudia che si alzava alle sei a Natale ma anche tutti gli altri giorni perché alzarsi alle sei “è comodo” con due figli piccoli e tante camicie da stirare prima di andare in ufficio. Chi rimboccherà le coperte al nonno che russa come non mai perché ha mangiato troppo?
Chi si accollerà tutta (o gran parte) della fatica che accompagna la tradizione?
Lo faranno le donne (e qualche uomo, abbiamo fiducia nei più giovani). Perché le donne sono capaci, sono portate, hanno il talento. Perché sono abituate a farlo. Perché si faranno aiutare dalle figlie femmine molto più che dai figli maschi, dalle cognate, le sorelle, le suocere, le nipoti.
Un esercito di cuoche, cameriere, pasticcere e colf che invade i supermercati e fa grandi pulizie perché gli ospiti trovino una casa in ordine.
Se davvero vogliamo costruire un futuro per i nostri figli e le nostre figlie fatto di maggior rispetto ed equilibrio all’interno delle relazioni d’amore, dobbiamo ricominciare -anche- da qui, con il nostro esempio.
Dalla condivisione della cura, di questa cura delle mura domestiche e di chi ci vive dentro che non ha più motivo di essere sempre sulle spalle delle donne.
Un tempo lontano gli uomini cacciavano e le donne rimanevano ad allattare ed accudire i figli che nascevano l’uno dietro l’altro, coltivando il cibo che cucinavano.
Oggi non ha più senso questa divisione di ruoli, non serve la forza fisica di un cacciatore armato di lancia per andare al lavoro, si usano gli anticoncezionali e i figli non sono più dodici a famiglia ma meno di due, ci sono le scuole e il cibo si compera. Le donne fanno altro e la conciliazione casa-lavoro potrebbe riguardare entrambi i generi senza distinzioni.
E allora anche una festa come il Natale può essere l’occasione -insieme ai tanti propositi per il nuovo anno- di ripartire dal proprio quotidiano, riequilibrando i compiti, i ruoli, in base al proprio tempo anziché ad un destino imposto; buttando all’aria le cattive abitudini, perché di questo si tratta; smettendo di scopiazzare un modello semplicemente perché “è sempre stato così” e cambiarlo, costruirne di nuovi.
E a quegli uomini che dicono che è troppo tardi per imparare a fare un arrosto diciamo che in cucina e in casa sono tante le cose che si possono comunque fare anche senza grande esperienza: lavare le verdure, passare l’aspirapolvere, pulire un bagno. Non limitatevi a fare e disfare l’albero.
Perché per pulire il culo al nonno, non serve il talento femminile, basta la buona volontà.
Buon Natale!