Probabilmente ritenere il “Il Piccolo principe” una sorta di Bibbia personale, per interpretare il mondo dei sentimenti e del vivere, non e’ il modo migliore per recensire un film che coraggiosamente cerca di illustrarne la storia.
Certo e’ che, in un cinema strapieno di bambini, mentre ne scorrono le immagini chiedersi dove sia il messaggio poetico di questo libro che da settantanni ci affascina , soprattutto come adulti, viene spontaneo.
Si sa, il Piccolo Principe da decenni illude generazioni sull’essere una cosa da bambini .
In realta’ e’ storia da adulti,storia che cresce di significato e di senso piu’ noi stessi ci addentriamo nella nostra Vita ,nelle sue ferite e nelle sue emozioni .
Storia che col tempo ci illumina sul perche’ si e’ “molto tristi quando si amano i tramonti “, su “ fiori orgogliosi che piangono di nascosto”, sull’ “addomesticare che crea dei legami..” e sulla bellezza anche di quelli che fanno male perche’ poi , comunque, “ si guadagna il colore del grano”.
Insomma andare a vedere il film del Piccolo Principe per me era principalmente ritrovarne la Poesia e, forse ,uscire rimanendone con questa fino al ritorno a casa.
Non so, a me questo non e’ accaduto. Nel primo tempo le bellissime immagini tridimensionali dei disegni di Sainte Exupey creano la magia che ti aspetti.
Luci calde, morbide, il principe bambino che incontra l’aviatore e la storia che inizia.
Calore e poesia che intravedi poi meno nel costrutto del racconto della piccola costretta dalla mamma super impegnata a planning di impegni che non le lasciano lo spazio di bambina.
Insomma, si potrebbe anche passare sopra al fatto dell’ovvieta’ di un classico impianto narrativo sempre affascinante (la liberta’ ritrovata nel giardino fuori dalle righe del vecchio aviatore) ma quello che lascia perplessi e’ tutta una storia parallela che cresce nel finale e che, a mio parere, sovrasta la poesia originaria che da sola basterebbe . Storia parallela in maniera raffinata realizzata con altra tipologia di cartone e tecnica ma che si impone troppo sul racconto poetico originario del narrare del piccolo biondo principe sperduto fra umani bizzarri.
Insomma ,il film nel frattempo finisce e resto un po’ seduta ,come sempre , mentre scorrono i titoli di coda e la sala strapiena si svuota.
I bimbi escono per mano di nonni o genitori e mi chiedo che cosa, in fondo possa restare loro .
Certo…hanno visto un bel film, innegabile.Un prodotto confezionato benissimo e che ha un suo valore comunque aver visto …ma…quell’essenziale, quell’essenziale che e’ davvero invisibile agli occhi e che ti spiega quanto , pur crescendo, tu possa e debba restare bambino, quanto il Piccolo principe ci abbia voluto spiegare della semplicita’ della vita e del valore suoi “riti” nel nostro quotidiano non credo sia molto chiaro.
Spero solo che il libro, quello vero ,quello rilegato in brossura con i disegni leggeri davvero sara’ preso in mano da qualcuno di quei bambini che stanno uscendo sala dopo aver visto questo film.
Che qualcuno li inviti a leggerlo,quel libro, scorrendolo e trovandone la Poesia piu’ completa.
Non voglio pensare che per nessuno di loro basti l’averne solo intravisto qualcosa .
Noi “grandi”,vorrei direi a quei bimbi, siamo strani e bizzarri, ha ragione il Piccolo Principe.
Abbiamo una storia stupenda che ci affascina da settantanni e la riconfezioniamo , addobbiamo e imbellettiamo con l’idea di farcela piacere ancora di piu .
Fatemi sapere lettori di Dols cosa voi ne pensate , dopo averlo visto, questo Piccolo Principe.
Per quanto riguarda me sara’ che ormai questo biondino dai capelli color del grano, nel tempo, mi ha fatto davvero sua.
Amo i “riti”, mi ha addomesticata e il suo modo di cercare l“invisibile” e’ davvero padrone del mio cuore
Il resto che si aggiunge e’ bizzarro per me, roba da grandi …e sono” ben strani i grandi” come diceva proprio Lui durante il suo viaggio.
Data di uscita: 1 gennaio 2016 (Italia)
Regista: Mark Osborne
Durata: 1h 50m
Scritto da: Antoine de Saint-Exupéry
Musica composta da: Hans Zimmer, Richard Harvey