Assolo, film di e con Laura Morante, è il secondo film in cui Morante appare come regista ed attrice; il primo, Ciliegine, è stato proprio un delizioso esordio.
di Donatella Caione
Assolo nel complesso è un bel film, anche se in certi momenti la protagonista, Flavia (ovviamente impersonata da Laura Morante) dà sui nervi. Dipendente da tutti, dai suoi ex, dai figli ormai giovani, dalle nuove mogli dell’ex… e dalla psicanalista ovviamente, una bravissima Piera degli Esposti. Dà sui nervi perchè non vorrenno ci fossero donne come lei, e forse anche perchè molte di noi si rivedono in lei e nelle sue dipendenze, non solo emotive, anche solo un pochino. Dà sui nervi perchè parebbe inconcepibile che una cinquantenne, autonoma ed economicamente indipendente, vada a cena a casa dell’ex marito, si faccia aiutare a tenere i conti dalla moglie di lui, abbia come medica di famiglia la moglie del secondo ex…
Ma Flavia riesce a liberarsi delle sue ansie, della sua continua ricerca di conferme, della sua incapacità di stare da sola… anche grazie a una deliziosa cagnolina di nome Kira.
Laua Morante è brava, come regista e come attrice, anche se fa parte di quella categoria di attrici e attori che impersonano un po’ sempre gli stessi ruoli, sempre queste donne un po’ passive, che avresti voglia di andar lì a darle una scossa, a cercare di svegliarle. Però a ben vedere il personaggio di Flavia è molto più coerente della collega che fa tanti bei discorsi teorici su come tener vive le relazioni e poi accetta la violenza.
Sullo sfondo infatti ci sono molte riflessioni: sulla violenza appunto, sull’età che condiziona le donne molto più che gli uomini anche quando sono belle e in splendida forma come Flavia/Laura.
Mi piacerebbe però vedere Morante in una donna diversa ogni tanto, sono sicura che sarebbe bravissima lo stesso.
REGIA: Laura Morante
ATTORI: Laura Morante, Francesco Pannofino, Gigio Alberti, Emanuela Grimalda, Carolina Crescentini, Giovanni Anzaldo, Eugenia Costantini, Piera Degli Esposti, Antonello Fassari, Angela Finocchiaro, Donatella Finocchiaro, Edoardo Pesce, Marco Giallini, Lambert Wilson
1 commento
L’ho visto domenica e ho provato tenerezza, tanta tenerezza.
In Flavia ho rivisto parte delle mie debolezze, tutti quei modi di essere che non vorrei facessero parte di me, ma anche tutta la forza che alla fine mi fa emergere nella capacità di guardarsi e riconoscersi con tenerezza.