R-Women è il progetto fotografico che sceglie lo sguardo di nove fotografe e fotografi iraniani per indagare le possibili sfaccettature dell’essere donna nella lotta quotidiana per l’affermazione di sé.
Perché essere donna è un gioco di continui compromessi e ridefinizione di equilibri, da sempre e ovunque, nonostante spesso il dibattito venga relegato a temi e aree geografiche lontani.
Per capire cosa significhi viversi come donne in un mondo complesso, al di là di distorsioni e pregiudizi, è stato chiesto a ogni fotografo/a, di raccontare, con il proprio bagaglio artistico e con la propria sensibilità, una storia in non più di dieci immagini. Il risultato sono novanta scatti dedicati alla vita quotidiana delle donne iraniane; singoli sguardi che, nel loro insieme, vogliono contribuire a rendere una visione più ampia della condizione femminile e, per quanto possibile, più aderente alla realtà.
Il progetto R-Women è proposto dall‘associazione piemontese Sapori Reclusi,con l’obiettivo di portare la mostra in un percorso a tappe per tutta l’Europa. Abbiamo chiesto alla curatrice Giulia Grimaldi di aiutarci a conoscere il significato di R-Women.
Perché dall’Iran?
R-Women è un progetto che parla delle difficoltà che spesso vivono le donne di tutto il mondo nella vita quotidiana. Per farlo siamo partiti dal raccontare storie intime e nascoste delle donne Iraniane, perché proprio questa nazione viene spesso scelta come simbolo dello stereotipo femminile. Abbiamo dunque chiesto a 9 fotografi e fotografe iraniane di raccontare la quotidianità delle donne. Ne sono emersi 9 racconti fotografici forti, intimi e molto diversi; racconti che sono per noi il punto di partenza di un dibattito che vogliamo portare nelle città d’Europa per favorire il dialogo oltre lo stereotipo sulle donne di ogni nazione e religione e puntare l’attenzione su problematiche reali. Questo è l’obiettivo finale della mostra e il fatto che per farlo abbiamo scelto fotografi di fama internazionale da sicuramente un valore aggiunto.
Al di là degli stereotipi che tendono ovviamente a cristallizzare un’immagine, l’attuale condizione delle donne iraniane è portatrice di grande sofferenza.
Ovviamente non neghiamo i problemi politici che opprimo le donne in molti paesi. Nella presentazione del progetto che si è tenuta giovedì scorso a Torino, abbiamo presentato due casi importanti di Narges Mohammadi e Zeynab Jalaliyan, due attivista per i diritti umani che si trovano in prigione in Iran e sono vittime di tortura e minacce alle loro famiglie. Il marito e i figli di Narges si trovano in Francia e a Narges non è concesso di sentirli neppure per telefono, mentre Zeynab si trova in carcere dal 2007 e le torture fisiche a cui è stata sottoposta, nonchè l’interdizione alle cure mediche necessarie, la stanno portando alla perdita della vista. Tuttavia, le fotografie della mostra raccontano storie più intime, perché crediamo che nei toni meno vividi delle ingiustizie quotidiane si trovi spesso la discriminazione più forte, in ogni paese del mondo.
Come sarà possibile vedere o ospitare la mostra?
Al momento stiamo raccogliendo i fondi per mettere in piedi una mostra di alto valore artistico che sia anche il pretesto per un confronto con la realtà del luogo in cui la mostra si fermerà. La mostra sarà, infatti, itinerante e sarà ospitata a Torino, Milano, Firenze, Parigi e Londra ma non solo, vorremmo che raggiungesse ogni parte d’Europa. Ogni tappa sarà accompagnata da incontri e convegni nel segno dell’unione interdisciplinare e cross-tematica dei vari aspetti legati all’essere donna in diverse aree del mondo.
Come sostenere il progetto?
Stiamo presentando il progetto in Piemonte, dove incontriamo numerose donne (e uomini, perché il tema donna non deve essere pensato per un solo pubblico femminile, anzi questo è proprio uno dei primi tabù da sconfiggere), con l’obiettivo anche di raccogliere i fondi necessari a stampare la mostra con la necessaria dignità artistica. Il prossimo incontro si terrà a Cuneo il 19 marzo e vedrà una preview della mostra.
Invitiamo tutti ad approfondire il progetto e a sostenerlo con una donazione a Sapori Reclusi Associazione Culturale (IBAN è IT 68 Z 06170 46320 000001531236), ricevendo una foto stampata nel carcere di Saluzzo grazie al progetto Stampatiingalera.
Per seguire il progetto: pagina
Facebook R-Women e www.saporireclusi.org
Info: associazione@saporireclusi.org