Avvicinare i nostri figli ai libri non basta per farne dei lettori. E tuttavia, in assenza di controprova, di certo male non fa.
La mia ex collega Angela, grande lettrice, ha due figli. Entrambi li ha cresciuti a pane e libri. Con uno le è andata bene, con l’altro un po’ meno.
La morale? Avvicinare i nostri figli ai libri non basta per farne dei lettori. E tuttavia, in assenza di controprova, di certo male non fa.
Ecco qualche suggerimento per appassionare bambini e ragazzi alla lettura. Tutti rigorosamente provati sul campo. Con i risultati che poi vi dirò.
- Leggere è bello. La lettura non è un penoso dovere, ma un piacere. Quando leggiamo con i nostri figli, troviamo il momento e il posto adatto (tranquillo, comodo, ben illuminato). Non forziamoli mai. Assecondiamo i loro gusti. Quando sono piccoli, rassegniamoci a raccontare le stesse storie più volte (i bambini amano le ripetizioni, ne sono confortati), magari usando parole diverse. Sperimentiamo stili, generi e autori differenti, per aiutarli a formarsi i loro gusti. Se un libro a loro non piace, guai a insistere.
- Gradualità. Abituiamoli a letture sempre più complesse e “autonome”, ma nel rispetto delle loro abilità, dei loro tempi e delle loro attitudini. E coinvolgiamoli nella storia, chiedendo come loro la vorrebbero far proseguire. Stimolare la creatività è una carta vincente. Lettori sì, ma anche scrittori (vedere il punto 11).
- Librerie e biblioteche. Portateli, sin da piccoli, in luoghi come librerie e biblioteche. Lasciate che familiarizzino in libertà con l’oggetto libro.
- Leggiamo insieme. Se per loro leggere un libro da soli è ancora troppo faticoso, li si può aiutare. Leggiamo un capitolo a testa, a voce alta. Poi abituiamoli a leggere un po’ insieme e un po’ da soli, un po’ a voce alta e un po’ sottovoce. L’obiettivo finale? Leggere sì, insieme, magari seduti sul divano o anche in spiaggia. Ma ognuno il proprio libro.
- Niente paragoni! «Io alla tua età leggevo molto più di te!» Con i nostri figli, fare paragoni è sbagliato, se non addirittura impossibile. Alla loro età, noi non avevamo cellulari, Internet, YouTube. Loro, rispetto a noi, sono più smart, connessi, social. E’ ovvio che amino (e leggano) cose molto diverse.
- Occhio alla concorrenza. Bastano 5 minuti per un video, 10 per una chat, un’ora e mezzo per un film. La lettura di un libro richiede almeno 4-5 ore. Sul piano del tempo, il confronto non regge. Ma ha anche dei vantaggi, che possiamo raccontare ai nostri ragazzi. La lettura permette di viaggiare in Paesi anche lontani, vivere vite mai vissute, immaginare persone e situazioni come vogliamo e non come qualcun altro ha deciso per noi.
- Classici sì, ma con moderazione. Il rosso e il nero di Stendhal era datato ai tempi nostri, figuriamoci adesso! Le ragazzine di oggi, abituate alle guerriere del futuro, con le piccole donne dell’Ottocento si annoiano a morte. I classici vanno bene, ma prima cerchiamo di avvicinarli alla lettura con opere più avvincenti e attuali. O leggere sarà visto come un dovere, un compito imposto dalla scuola e sarà associato per sempre a qualcosa di negativo.
- Partiamo dal film. Un trucchetto per far capire ai nostri ragazzi che leggere è bello, può essere quello di scegliere per loro una storia da cui è stato tratto un film. E partire dal film. Coinvolti dalla storia, più facilmente vorranno poi approfondirla su carta. Gli esempi non mancano: Percy Jackson, Hunger games, Twilight…
- Una storia sì, ma vera. I ragazzi hanno fame e sete di verità. Perciò partire da vicende reali e personaggi “storici” può essere un’ottima idea. Un esempio? La vicenda di Malala.
- Ho un hobby, dunque leggo. Un altro escamotage vincente è quello di scegliere per lui/lei libri che raccontano il suo hobby, la sua passione, il suo sport preferito. Ce n’è per tutti i gusti dal calcio dalla danza classica, dai motori ala pallavolo.
- Scrivere un libro ad hoc per lui/lei. L’undicesimo trucco non è proprio alla portata di tutti. Dopo aver pubblicato una quindicina di libri di tutti i generi (giallo, noir, rosa, humour, varia…) non ho saputo resistere a mia figlia Stella, che mi ha chiesto di scrivere qualcosa che anche lei potesse leggere. Curtun. Il segreto degli etruschi (appena arrivato in libreria con Salani) nasce da un bisogno molto personale. Presentato ai ragazzi nelle scuole, ha suscitato subito la curiosità. Mi auguro di essere riuscita a dosare i vari ingredienti (amore, amicizia, avventura, mistero…) per un romanzo in grado di divertire, far riflettere e avvicinare alla lettura.
P.S. Stella ha sempre amato le storie. Da quando era in prima elementare, legge da sola. Adesso che è in terza, sceglie libri da ragazzine. Ama le biblioteche (specie quelle di Cassina Anna e di Baggio). E le librerie, specie Il mio libro di Cristina Di Canio. Una volta da Cristina, durante una presentazione di Annarita Briganti, lesse la Divina Commedia (una versione per ragazzi e non tutta, sia chiaro). Il suo comodino è sempre pieno di libri. E le storie ama anche scriverle. Avrà preso da me o da suo padre Giuliano Pavone, anche lui scrittore?