Le donne e l’amore ai tempi del toy boy, trombamico e fidanzato.
TRA SERIO E FACETO
Ah, l’amore! Pare impossibile ma ancora oggi a quanto pare è il termine più usato – abusato nei discorsi al femminile. In cima alla top ten dei desideri o vituperato dopo una delusione, vissuta come sconfitta, più o meno recente.
Immaginato aulico – universale – spirituale – passionale – romantico – eccitante – appagante – sconvolgente – inebriante – costruttivo – qualificante – supportivo – comprensivo – praticamente eterno.
Comunque sia, idealizzato. In ben più di 50 sfumature, certamente non di grigio. A parole.
Bazzicare i Social, qualche forum al femminile e andare dalla parrucchiera, mi ha offerto l’opportunità di apprendere qualcosa di nuovo in materia. Di aggiornarmi all’oggi , visto che la situazione da “ impegnata stabile da settimo anno” mi aveva un po’ tagliata fuori dai giochi, per così dire.
Io ero rimasta all’argomento amore & storie simili ai tempi del trombamico che era veramente e prima di tutto un amico, che frequentavi magari pure da tempo solo come tale e per varie buone ragioni. E che poi, visto che si aveva confidenza ed una certa affinità .. perché no, ci si poteva cimentare affettuosamente anche in qualche gioco da adulti, scoprendo che se non era malaccio pure l’intesa erotica allora era un bella fortuna per tutti e due. Un approdo sicuro. Nessuno mai avrebbe rotto le scatole all’altro con pretese “oltre” , al tempo stesso la tenerezza era sufficiente e la comprensione pure. Insomma, una bella amicizia intima, foriera di serate divertenti e-o rilassate secondo l’umore del momento che ti dicevi prima al telefono così da poter condividere lo stesso mood oppure niente, ci risentiamo settimana prossima e va bene lo stesso.
Out. Io sono out. La mia parrucchiera mi informa che questo genere di rapporti non esistono più. Non è possibile, mi dice, sei fuori? No, no, guarda che adesso il trombamico è quello con cui scopi e basta.
Lo chiami al telefono o gli mandi un what’s app: ho voglia di scopare, ci vediamo?. Si decide da me o da te e l’ora, si va subito a letto, si tromba e poi quando è finito al massimo una sigaretta, neanche un drink perché si fa troppo lunga, e poi ciascuno dei due esce e va fuori con il proprio giro di amici e amiche. C’è scritto anche su Wikipedia.
Ah.
E penso alle mie amiche single, quasi tutte separate o divorziate con tanta voglia di “una storia” che non osano più immaginare “importante” ma che cavolo, che almeno sia una cosa piacevole, con l’ebbrezza del sarà o non sarà interessato iniziale, un minimo di corteggiamento anche via sms, quel pizzico di malizia di uno che ti sfiora e ti accarezza con gli occhi.. E se poi si concretizza che diamine, almeno ci sia la cenetta sfiziosa, un preludio divertente e non patetico, uno scambio di battute che possa reggere almeno una mezz’ora prima di. Lo dico alla parrucchiera, lei e le sue aiutanti ( per inciso, lei è una bella 40 enne single, le sue aiutanti sono ragazze, nell’aspetto e nei modi, tra i 30 e 35, tutte e quattro single o sfidanzate a quanto dicono ) in coro mi rispondono: ahhhh, ma le tue amiche devono cercarsi un toy boy!
Disinformata e arretrata come sono, penso subito ai vibratori di vario tipo e un po’ incazzata, determinata a difendere le mie amiche, faccio presente che sono belle donne, simpatiche, intelligenti, spesso affascinanti e capacissime di sedurre un uomo, se vogliono!
Non vorrete relegarle a solitarie con giocattolini di gomma, no? Mi pare un insulto!
Loro ridacchiano alla mia reazione, con pazienza mi erudiscono. Il toy boy è il tipo, meglio se più giovane di te, con cui esci a cena (se paghi tu) o per una pizza ( e fino a qui forse può offrire lui), con cui vai al cinema e pure a fare una passeggiata col cane e quindi con lui “hai una relazione”. Poi ci scopi, ti fai scopare e gli dici pure come e cosa ti piace di più. In fin dei conti il toy boy è tenero. Tu gli fai un regalo e lui, se hai voglia, ti tiene anche la mano davanti alla Tv per un paio d’ore. Dalla descrizione che mi fanno le prestazioni del toy boy sono tanto simili a quelle di un cane da compagnia che in più svolge anche le altre funzioni, senza grande libidine ma comunque abbastanza soddisfacenti. Piuttosto che niente. In ogni caso il toy boy non si presenta alle amiche né fa parte di un giro di amici. Ma scherzi? Se ti vedi anche con altri mentre c’è lui allora è il fidanzato! Fidanzato? Sì sì, certo. Anche il “secondo lui” (se la tua amica è ancora sposata ma è come se fosse separata in casa o comunque non scopa più da tempo col marito) è il fidanzato quando le amiche lo conoscono e c’è una certa socialità.
Ah.
Ci sono nostre clienti che hanno trombamici conosciuti in chat e toy boy, loro sono sui 50, divorziate, lavorano in proprio ed hanno poco tempo quindi si sono organizzate così e stanno benone, ci raccontano di tutto!
Chiamo la mia amica più in pena, quella che ad un certo punto è arrivata a sperare che uno stronzo coetaneo, sposatissimo e con segretaria amante fissa– fidanzata più toy girl ventenne modellina, le mandasse un nuovo messaggino hard per “poter ancora sognare che forse la desidera”. Le faccio il resoconto della mia seduta dalla parrucchiera. Questa ritontita con due lauree, due figli e un posto da manager in multinazionale mi si mette a singhiozzare al telefono. Ma come faccio io coi figli a casa a farmi il toy boy? E poi dove lo trovo, come si fa? Il guaio è che ho voglia di spaccarle la testa, non si può avere un cervello brillantissimo sul lavoro ed essere una perfetta deficiente cerebrolesa autolesionista imbranata ingenua infantile marmocchia piagnucolosa nelle vicende sentimentali! Sentimentali? No, vabbé, ci siamo capite.. Lei comunque dice sempre che vuole qualcuno che la faccia sentire “ figa e sexy”, pare non desideri altro.
Per farmi passare la rabbia apro facebook. Mi compaiono sullo schermo uno dopo l’altro in fila 6 post quotidiani mistico spirituali infarciti della parola amore in ogni buco di spazio tra punti e virgole.
Sono tutti dell’altra amica in fase post divorzio , da cinque anni. . . Questa si è data al delirio degli influssi universali “ dare amore per ricevere amore” , “ ascolta col cuore” , “ trascendi con l’amore” .. In buona sostanza, quando hai fatto la cozza ossessiva bisognosa d’amore con tutti quelli che ti capitavano a tiro dopo la separazione è intuibile perché ti ritrovi sola. Un piccolo esamino di coscienza? Una riflessione sul fatto che il TUO bisogno non DEBBA necessariamente essere condiviso nei tuoi modi e nei tuoi tempi dall’altro, no? Cinque anni son tanti, ma tu sei di coccio amica! E allora via di fuga, ecco che scatta la molla dell’amore universale. Più ossessionata di prima ci comunichi i tuoi deliri sull’Onnipotenza dell’amore e c’è pure chi ti mette i Mi piace perché o è in delirio come te o non ha capito un tubo e pensa che sei prossima a far Santa Teresa de cà nostra, olè!
Sto per chiudere la sessione online e mi arriva il messaggio chat di un’altra amica, la terza, la più normale.
Mi dice che è molto giù, letteralmente “in crisi e depressa”. Il suo amico ( sarebbe fidanzato secondo le nuove disposizioni ma lei lo definisce ancora così) l’ha delusa. Ha dimostrato di non saper essere comprensivo come invece lo è suo marito. Francamente perplessa le dico: dov’è il problema? Tu il marito sta con te e ti vuole bene, ti capisce.. e allora? Dalle risposte mi sembra di cogliere che il problema che la deprime sia quello di non avere una ruota di scorta all’altezza, uno che nel caso, in futuro, buttasse male col marito storico lo possa degnamente sostituire in toto nel ruolo. Ah, sospira alla fine la mia amica più “normale”, guarda te che stupida che sono a credere ancora all’amore!
Quando nel 2004, in piena crisi da separazione dopo 26 anni di matrimonio, lessi Bauman nel suo “L’amore liquido”, in cui sostiene che l’amore contemporaneo è diviso tra il desiderio di emozioni e la paura del legame e che i “legami umani” non contemplano più l’amarsi e lo stare insieme per tutta una vita ( o molto a lungo ) essendo stati sostituiti dalle “connessioni” , che per l’appunto sono liquide e scorrono via come l’acqua fresca, mi si raggelò il sangue e pensai che la visione del sociologo era veramente troppo “ al maschile”, infausta, deprimente, banalizzante e apocalittica nei confronti dell’amore e dei sentimenti. Solo oggi, con sgomento, riconosco che Bauman, purtroppo e salvo eccezioni, aveva visto lungo.