Esperienza riportata da Adriana Macrì sul suo blog e che siamo felici di condividere
Vivo in Italia, ho 26 anni, sono straniera. Ho un buon lavoro, messo in regola, e documenti regolari; finalmente sono serena. Ho incontrato un ragazzo che mi vuole bene.
Ho amato sempre bastardi; il primo bastardo fu mio padre che da sempre ha chiamato mia madre puttana e che ogni giorno mi riempiva di botte.
Il secondo bastardo fu il mio primo ragazzo, con cui una volta scappata di casa andai ad abitare; si scopava le altre nel nostro stesso letto; fu lui che mi avviò alla prostituzione.
Da dove vengo io il destino delle donne quando nascono è aprire le gambe per portare soldi ai genitori, perché siamo tutti poveri; mentre quello degli uomini è di andare a lavorare nei campi.
Infondo io cercavo soltanto un poco d’amore. Scappai anche da li. Arrivai in Italia con un barcone e mi vendettero per 1200 euro.
Mi innamorai del terzo bastardo; lui mi trattava bene, non fu mai violento. In Italia non uscivo mai; mi svegliavo di notte e lui mi portava in strada insieme ad altre ragazze.
Erano le mie uniche amiche, con loro non provavo vergogna, avevamo tutte storie simili.
Avevo sempre nel cuore la casa da cui ero scappata; con un po’ di furbizia riuscivo anche a mandargli dei soldi di nascosto. I miei primi assassini sono stati quelli che io per sempre amerò, nell’esigenza di avere la loro approvazione ed il loro bene, per me essenziali.
Diventai libera a 19 anni, quando l’uomo che amavo venne arrestato per sfruttamento internazionale della prostituzione. Da allora non l’ho mai più rivisto.
Ero rimasta ingenua e sola; ho sempre avuto un bellissimo sorriso. La mia anima, ormai, l’avevo bruciata con tutto il male che avevo vissuto. Per sopravvivere in strada devi tirare fuori il peggio di te. Continuai a prostituirmi; in un paese straniero ero senza documenti e senza istruzione. Non parlavo con nessuno, mi sentivo giudicata da tutti e continuavo ad uscire solo la notte; lo facevo per loro, la mia famiglia.
Quello era l’unico modo che conoscevo per trovare denaro, potevo contare solo su di me.
Fin quando mandai soldi a casa mi amarono sempre e quando non potevo mi facevano sentire frustrata. Loro sapevano cosa io facevo, sulle mie spalle si sono arricchiti. Ed ancora oggi io non ho nulla, se non il buon Dio che mi assiste.
Dopo qualche mese, libera, insieme alle mie amiche ero più serena e nel mentre conobbi il mio quarto bastardo; lui era bellissimo, ma anche lui come merce al mio amore voleva soltanto il mio denaro.
Conobbi anche bravi ragazzi nella mia vita ma ormai ero diventata troppo fredda e calcolatrice, la mia stessa aguzzina.
Avevo anche tentato di trovare un lavoro ma non c’è la facevo economicamente. A soli 23 anni, avevo il vissuto di un’intera vita ed ancora l’animo da bambina a cui piacevano le bambole. Ero stanca, non vedevo via d’uscita.
Da sempre sono stata molto credente.
La mia vita cambiò quando conobbi per caso una donna, giovane come me. Testardissima, lei mi voleva bene. Era l’unica che non mi facesse sentire giudicata. Mi spaventava molto, era strano conoscere qualcuno che da me non volesse niente in cambio. Diventò la mia migliore amica. Non approvava il mio lavoro. Mi lanciava nuove sfide e rincarava sempre la dose; alla fine ci riuscì, mi tolse dalla strada. Nuovamente facevo un lavoro regolare. Molte volte io la ingannavo, abituata com’ero sempre all’imbroglio. Alla fine però vinceva sempre lei. Tornarono poi nuovamente i problemi; seguii le mie vecchie amiche di sempre e me ne andai a lavorare in un night club. La mia vita per me era ormai bruciata. Però a differenza di prima, con me c’era lei.
Io non sapevo ballare, ma sono sempre stata brava ad imparare perché era l’unico modo di sopravvivere.
Lei non approvava che io facessi la lap dance e lo spogliarello sul palo; voleva che io conducessi vita regolare, aveva proprio la testa più dura della mia. Ci volevamo così bene, per lei ho sempre provato un profondo rispetto anche quando litigavamo animatamente. Era diventato il mio angelo custode. Non mi parlò per molti mesi. Nel mentre io conobbi diversi ragazzi di passaggio e proseguivo la mia carriera da ballerina, ero diventata molto brava. Continuavo sempre a mandare i soldi a casa.
Una sera, come in tutte le sere, dove ognuna di noi aveva una canzone specifica iniziai a ballare ma nel mentre vidi seduta davanti a me lei. In quell’attimo io morii profondamente dentro; avevo davanti ai miei occhi la mia unica speranza mentre dovevo fare uno strip tease. Era la sua ennesima provocazione, la sua ennesima sfida. Lei onesta e rigorosa, in mezzo a un’ orda di uomini che mi infilavano il denaro negli slip.
Stavo letteralmente morendo dalla vergogna, mi fissò negli occhi per tutta la durata del mio show. Il suo sguardo era duro, la guardavo come un cane bastonato infine lei se ne andò. La nostra dura lotta continuava, non mi parlò per molto tempo. Io avevo i miei soliti problemi e lei era la mia unica sicurezza emotiva. L’avevo molte volte delusa ed ingannata, ma lei era sempre un passo avanti al mio.
Vinse anche quella battaglia.
Nel mentre approfondii la conoscenza con uno dei ragazzi di passaggio, non l’amavo ma lui si dimostrò concreto nei miei confronti e mi aiutò nelle mie varie vicessitudini. Era buono ma uno di quelli che pensano che col denaro possono ottenere tutto. Gelosissimo di me e purtroppo geloso anche del mio angelo custode. Lei, inutile dirlo era contenta, che io vivessi in modo pulito.
Ogni tanto la vedevo, quante risate insieme; sempre inseparabili!
Trascorsero i mesi io divenni sempre più avida nel mio nuovo mondo; continuai anche qui a mandare i soldi a casa. Finalmente avevo vita regolare, riuscii anche ad avere i documenti.
Lei era felicissima.
Persi il mio angelo custode una sera d’inverno non avevo capito che il suo volermi sempre bene, senza indulgenza, era un modo per tirarmi fuori dai problemi; e anche adesso che non avevo problemi tradii per l’ennesima volta la sua fiducia, come sempre avevo fatto. Ero abituata al suo perdono, lei era l’unica che non mi aveva abbandonato mai.
Feci la snob piena d’orgoglio anche con lei; ormai ero abituata a calpestare per non soffrire più.
Continuai come voleva lei con la vita regolare, lavorando onestamente; ancora oggi però lei non mi ha perdonata ed io non l’ho più cercata.