Ogni anno, il 14 febbraio si festeggia San Valentino, una ricorrenza dedicata agli innamorati, celebrata in gran parte del mondo (soprattutto in Europa, nelle Americhe e in Estremo Oriente).
Al di là dei regali e, quindi, del conseguente business dell’amore, cosa sappiamo realmente di questa festività?
Personalmente, credo, non molto.
Intanto potremmo iniziare dicendo che questa ricorrenza fu inventata dai Romani, che poi i Cristiani se ne sono appropriati e successivamente, a distanza di tanti anni, gli americani (grandi Re Mida) ne hanno fatto un’importante business.
Partiamo dall’inizio, cioè dall’antica Roma: intorno alle idi (la metà del mese) di febbraio, gli antichi Romani celebravano infatti i Lupercali, una festa sfrenata in cui i giovani maschi si spogliavano, impugnavano fruste di pelle di cane o di capra, e sferzavano le fanciulle per propiziarne la fertilità.
Questa festa continuò anche nel V secolo, oltre 150 anni dopo che il Cristianesimo era diventata la religione ufficiale dell’Impero… le persone, ogni anno, nello stesso periodo si scatenavano nei Lupercali. A nulla servirono gli impedimenti da parte della Chiesa, che cercava in tutti i modi di abolirla. Finché riuscirono, con grande abilità, a trasformarla da rito pagano a festività cristiana. Alla festa fu quindi “agganciata” la storia di San Valentino. Nel III secolo d.C. l’imperatore Claudio II aveva proibito ai giovani di sposarsi per rimpolpare il suo esercito. Valentino continuò a celebrare matrimoni in segreto, e per questo fu giustiziato nel 270 d.C., proprio il 14 febbraio.
Una leggenda, invece, ci racconta che durante questo rito pagano in onore del Dio Lupercus (protettore della fertilità) i nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo Dio venivano messi in un’urna e opportunamente mescolati. Quindi un bambino sceglieva a caso alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità affinché il rito della fertilità fosse concluso. L’anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente con altre coppie.
Determinati a metter fine a questa primordiale vecchia pratica, i padri precursori della Chiesa hanno cercato un santo “degli innamorati” per sostituire il deleterio Lupercus. Così trovarono un candidato probabile in Valentino, un vescovo che era stato martirizzato circa duecento anni prima.
A Roma, nel 270 d. C. il vescovo Valentino di Interamna, (oggi è la città di Terni), amico dei giovani amanti, fu invitato dall’imperatore, pazzo, Claudio II e questi tentò di persuaderlo ad interrompere questa strana iniziativa e di convertirsi nuovamente al paganesimo. San Valentino, con dignità, rifiutò di rinunciare alla sua fede e, imprudentemente, tentò di convertire Claudio II al Cristianesimo. Il 14 febbraio, 270, San Valentino fu lapidato e poi decapitato.
La leggenda inoltre sostiene che mentre Valentino era in prigione in attesa dell’esecuzione, sia “caduto” anche lui vittima dell’amore, con la figlia cieca del guardiano, Asterius, e che con la sua fede avesse ridato miracolosamente la vista alla fanciulla. A pochi giorni dall’esecuzione avrebbe scritto e firmato il seguente messaggio d’addio: “dal vostro Valentino,” una frase che visse lungamente anche dopo la morte del suo autore.
Da allora i festeggiamenti di San Valentino sono diventati meno scatenati (almeno in pubblico) ma sicuramente più redditizi. Già alla metà del secolo negli Stati Uniti alcuni imprenditori come Esther Howland iniziarono a produrre biglietti di san Valentino su scala industriale; la Howland si ispirava ad una tradizione antecedente originaria del Regno Unito, il “Valentine”. Fu proprio la produzione su vasta scala di biglietti d’auguri a dare impulso alla commercializzazione della ricorrenza e, al contempo, alla sua penetrazione nella cultura popolare. Il processo di commercializzazione della ricorrenza continuò nella seconda metà del XX secolo, soprattutto a partire dagli Stati Uniti. La tradizione dei biglietti amorosi iniziò a diventare secondaria rispetto allo scambio di regali come scatole di cioccolatini, mazzi di fiori o gioielli.
Al di là della storia, delle leggende e del business, forse, proprio il 14 febbraio dovremmo chiederci: cos’è, esattamente, quella sensazione che chiamiamo amore?