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    Home»Costume e società»Cultura»Sguardi differenti
    Cultura

    Sguardi differenti

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre01/03/2016Nessun commento5 Mins Read
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    ”Sguardi differenti” il nuovo libro della casa editrice Mammeonline per parlare delle differenze e degli occhi che continuano a vederle ed evidenziarle, dimenticando i diritti di tutti.

    Intervistiamo Donatella Caione  editora di mammeonline.

    Perchè Sguardi differenti? Differenti da cosa?

    Sguardi differenti da altri perchè ognuno/a di noi ha il suo sguardo e questa differenza è una ricchezza perchè vuol dire non omologazione, non conformismo, non pensiero unico. Sguardi differenti anche tra loro perchè anche il pensiero di chi ci è affine non è uguale al nostro. Mantenere uno sguardo differente vuol dire restare libere/i.

    Perchè hai scritto questo libro che è una raccolta di autori differenti?

    Per lo più autrici, dunque sguardi femminili, ma c’è anche un autore in quanto volevamo trattare il tema dell’alienazione genitoriale e ci siamo rivolte allo psichiatra più competente su questo argomento.

    Ce ne parli?

    Il bisogno da cui è nato il libro era quello di svelare le mistificazioni sul “gender” ma per farlo ci siamo rese conto che era necessario inquadrare il fenomeno nell’ambito in cui è nato, ovvero il sessismo e l’omofobia. Si tratta di una serie di temi tutti collegati tra loro. Il sessismo a sua volta è fortemente collegato ad un errato modo di rappresentare la violenza, agli stereotipi di genere e il tutto è legato al linguaggio che spesso non nomina le donne, facendole scomparire in un maschile generico, mentre non ha reticenze né ritegno nell’insultare, nell’usare parolacce, che, ovviamente, verso le donne sono frequentemente a sfondo sessuale. Il tutto reso più facile dai social network, di per sé importanti, ma che fanno passare per buono anche il linguaggio violento. Abbiamo ministre e donne alle alte cariche dello Stato, ma, intorno a loro, fioriscono battute sessiste e volgari. Spiegare la bufala del gender però vuol dire anche fare chiarezza sugli studi di genere.

    Unioni civili e Pas? Prima gli adulti o prima i bambini?

    Non credo ci sia bisogno di fare una graduatoria, ci si può dedicare a evidenziare le lesioni dei diritti di tutte e tutti, allo stesso tempo.

    Pensi che la mancanza di identificazione sessuale non crei dei problemi nei bambini? Si sa che i figli emulano o contraddicono i genitori

    Decisamente sì, i bambini e le bambine sin da piccoli si identificano nel sesso cui appartengono. Ma credo che nessuno voglia evitare che ciò avvenga. Caso mai si vuole evitare che i bambini e le bambine vengano educati/e in base a ruoli di genere stereotipati che prevedano che l’appartenere al sesso femminile, ad esempio, predisponga alla cura e l’appartenere al genere maschile comporti altri comportamenti. Bambine e bambini sono diversi fisicamente ma uguali nei diritti, nelle opportunità, dunque perche crescerli con libri di testo che rappresentano papà seduti sul divano a leggere il giornale e mamme e nonne che cucinano o lavorano a maglia? Ci piace pensare a bambine e bambini che possano liberamente scegliere, ad esempio, come giocare, senza essere scherniti. Ma educare alle differenze è anche educare al rispetto, all’affettività, alla prevenzione del bullismo, anche omofobico, e della violenza di genere.

    L’omosessualità è sempre esistita ma non credi che oggigiorno sia troppo esibita?

    Affatto, credo che finalmente anche in Italia, come già avviene nel resto dell’Europa e dell’Occidente, le persone omosessuali comincino a essere libere di non nascondersi. Non si tratta infatti di esibirsi ma di non nascondersi. Il senso delle manifestazioni è proprio quello, mostrare non la vergogna ma l’orgoglio.

    Sei contenta della legge appena approvata? Si poteva fare di più o va bene così?

    No, non sono contenta. Purtroppo come diciamo in Sguardi differenti il diritto è sempre molto lento nel cogliere i cambiamenti sociali, arriva sempre in ritardo. Questa legge che si sta per approvare, non appena sarà votata anche alla Camera, riconoscerà le coppie omosessuali ma non i loro figli e quindi sarà monca, sarà il frutto di un compromesso pagato dai più deboli: bambini e bambine. Ma ho fiducia che possa avviare un processo di cambiamento.

    L’Italia un paese del terzo mondo o un paese ancorato al concetto di famiglia tradizionale? Dai sondaggi emerge che la maggioranza degli italiani non vuole la stepchild adoption…

    Non conosco questi sondaggi ma temo che l’opinione pubblica sia stata fortemente condizionata dal troppo clamore fatto sulla gravidanza per altri, che comunque sarebbe rimasta vietata. Non dimentichiamo che esistono coppie omosessuali costituite da donne la cui genitoralità non richiede una gestazione esterna. E soprattutto ci sono bambine e bambini che già esistono ed avrebbero avuto diritto ad una pienezza di riconoscimento.

    Perchè più diritti agli omosessuali e non alle donne (anche se si dice che ce l’abbiano)?

    Anche su questo tema non vedo la contrapposizione o il dover stabilire una priorità. Se una madre ha un secondo figlio non vorrà meno bene al primo. Per quanto riguarda le persone omosessuali sicuramente c’è un problema di riconoscimento di diritti. Per quanto riguarda le donne io credo che si tratti di contrastare il sessismo che a sua volta dà origine alla violenza oltre che alla negazione pratica delle pari opportunità che spesso rimangono sulla carta. Io penso che ci sia molto da lavorare su questi temi soprattutto dal punto di vista educativo ed è per questo che trovo importantissimo non contrastare l’educazione alle differenze.

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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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