COPPIE DI FATTO DOPO LA CIRINNA’, IL “COME SE SPOSATI” NON ESISTE.
Questa volta non c’è nulla di faceto … 😉
Finalmente ieri sono riuscita a trovare chiarimenti seri sulla nuova legge Cirinnà in merito alle coppie di fatto grazie ad una newsletter del mio avvocato, alla fine vi incollerò il link così le più interessate potranno togliersi qualche ulteriore dubbio.
La mia prima impressione è stata che questa legge sia stata concepita bene per quanto riguarda le coppie dello stesso sesso, ovvero sul fronte delle unioni civili che riguardano solo e unicamente i NON etero. L’unione civile è , salvo qualche differenza tra l’altro a parer mio trascurabile, in pratica equiparata al matrimonio in termini di diritti e riconoscimenti giuridici per i componenti della coppia. Finalmente hanno avuto ciò che chiedevano e attendevano da lungo tempo, non ci sono critiche possibili onestamente sostenibili circa l’unione intesa come “certificazione” della coppia, l’adozione è un altro discorso e non riguarda questa legge ma qualcosa di nuovo che sarà elaborato in futuro.
Per le coppie di fatto, invece, è tutta da scoprire questa legge. Iniziamo col dire che la Cirinnà chiama loro “ conviventi/ convivenze di fatto”. Le convivenze di fatto possono essere sia omo che etero, ma sempre e solo di “coppia” intesa come due persone strette da legame affettivo oltre che rapporto di stabile convivenza si parla. Quindi, se avete un compagno/a stabile anche da oltre dieci anni ma per ragioni ad esempio di lavoro vivete / siete residenti in due Comuni o case diverse voi siete esclusi e non riconosciuti da questa legge. O andate ufficialmente a vivere insieme o resterete senza i diritti che la legge riconosce ( salvo che non aggiungano qualcosa di specifico in sede di approvazione del DDL alla Camera, ma in tal caso si allungheranno ancora i tempi per l’approvazione definitiva e l’entrata in vigore della legge stessa ).
Se invece vivete insieme e volete essere riconosciuti come “ conviventi di fatto “ vi consiglio vivamente di leggere le precisazioni del mio avvocato cliccando sul link * per scoprire dettagliatamente cosa dovete fare per avere quel minimo di diritti base che la Cirinnà ad oggi prevede. Diritti base davvero minimi ma essenziali e importanti che la legge, però, precisa che potrete implementare e regolamentare il vostro rapporto , salvo i precisi e non trascurabili limiti imposti, con un “contratto di convivenza” da stipularsi con l’aiuto di un avvocato o di un notaio che lo “certificano” e, il buon senso suggerisce, anche per non incorrere in spiacevoli effetti di nullità o future controversie o brutte sorprese assolutamente da evitare.
Resta il fatto, tuttavia, che se pensate di poter avere / offrire al vostro partner tutele simili o analoghe a quelle del matrimonio senza sposarvi vi sbagliate di grosso. Giustamente, a mio vedere, la Cirinnà sembra di fatto chiarire che se due persone stanno insieme COME SE fossero sposate e vogliono le garanzie, i diritti ed i riconoscimenti ( anche quelli futuri per un partner che sopravvive all’altro) che derivano dal matrimonio non devono fare altro che sposarsi o fare l’unione civile in caso siano dello stesso sesso. Semplice, o di qua o di là.
Il “ come se “ non esiste a livello giuridico, proprio la Cirinnà, indirettamente, marca le notevoli differenze tra la “convivenza di fatto “ ed il matrimonio.
Faccio un esempio, anche se non sono un legale appare chiaro che se avete eredi legittimi e una compagna convivente a cui vorreste lasciare, qualora vi capiti la disgrazia di passare a miglior vita, almeno la garanzia ed il diritto di poter continuare a vivere finché vuole nella casa dove state che è interamente di vostra proprietà, la “convivenza di fatto” non vi permette di lasciare questa “garanzia” alla vostra partner , che dopo un periodo previsto di due anni o massimo di cinque dovrà andarsene.
Al momento sembrerebbe che neppure se fate un “contratto di convivenza” come detto sopra potrete ottenere quanto desiderate, salvo che non siate abbastanza ricchi e in condizioni di poter disporre di adeguata quota ereditaria “ libera da legittima “ da poter in qualche modo destinare alla vostra compagna. Ma per questo e altro ci vuole l’avvocato, oppure il notaio.
Quindi, che dire, se vivete insieme COME SE è giunta l’ora di decidere se assumersi realmente le responsabilità reciproche che il matrimonio comporta o se prendere atto che in realtà “ come se “ è una finta, un’affermazione non veritiera messa in luce dalla nuova legge.