Perchè si fanno avanti sempre ingiurie sessiste rivolte alle donne quando invece bisognerebbe parlare di politica ed entrare nel merito dei programmi?
“Ti piace l’integrazione? Vai a farti stuprare!” E’ stato questo il caso avvenuto il 26 marzo 2016 a Milano durante un incontro/scontro della trasmissione Iceberg a Telelombardia tra Diana De Marchi esponente PD e l’avvocato (!) Carlo Taormina.
Il tema del confronto televisivo era l’immigrazione, le politiche di accoglienza e di gestione dei flussi migratori. La disputa si è accesa quando De Marchi, responsabile diritti del Pd lombardo, esponeva le sue idee e Taormina controbatteva in maniera decisamente fuori dalla tematica e con modi grotteschi che non si addicevano all’incontro. Eppure Taormina si fregia del titolo di avvocato. Dove avrà imparato le buone maniere? E se ci fosse stato un uomo al posto della De Marchi, avrebbe usato lo stesso linguaggio volgare?
Con questi interrogativi abbimo intervistato Diana De Marchi. Nata a Milano nel 1959 è figlia di uno spezzino trapiantato a Milano. Ha un compagno da 34 anni, due figlie e due nipotini.
Dopo la laurea in Lingue e Letterature Straniere è stata interprete/traduttrice, poi ricercatrice nella sperimentazione educativa, e da dieci anni insegna Tedesco e Italiano agli stranieri.
Hai partecipato fin dalle origini alla costruzione del PD a Milano? Di quali temi ti sei occupata?
Il tutto è cominciato quando mi sono iscritta ad un corso ”Donne, istituzioni e politica” tenuto dalla prof. Bianca Beccalli e da Marilisa d’Amico alla Statale, seguendo un tema che avevo già trattato come ricercatrice quando mi ero occupata di linguaggio di genere.
Alla fine del corso mi chiesero di candidarmi, considerata la carenza di donne nelle istituzioni e l’ho fatto nella zona in cui abito, la 7 Baggio-San Siro-Magenta di Milano. E’ stata quella un’occasione per saggiare le mie competenze e capire che la politica faceva per me e non volevo/dovevo abbandonarla
Sono stata consigliera della provincia e ora sono in segreteria regionale PD con delega legalità immigrazione e diritti.
In consiglio di zona ho seguito il territorio soprattutto sui temi della scuola e della coesione sociale, sul disagio e l’illegalità nelle case popolari, ma anche nelle progettazione di attività sportive, come la squadra multietnica di basket San Siro Lakers per i ragazzi, di corsi molto partecipati di sensibilizzazione contro la violenza domestica, di attività culturali ripetute negli anni, di recupero e riqualificazione di aree per il tempo libero di giovani ed anziani.
Ho assisto alla rivoluzione dei genitori della scuola Paravia che vedevano le classi piene di figli di extracomunitari. Ma il problema veniva dalla mancanza di politiche abitative ma anche di governo per gli arrivi delle popolazioni venite da fuori. In quella occasione mi sono occupata, appunto, delle tematiche d’integrazione ed accoglienza, insegnamenti che mi tornano utili oggi che abbiamo grosse immigrazioni di stranieri (a Milano sono arrivati dall’ottobre 2013 86.000 profughi) ed io sono la coordinatrice dei centri di accoglienza.
Una vita dedicata al sociale quindi..
Ho proposto tre giorni di congedo obbligatorio di paternità per i dipendenti della Provincia, sostenuto con mozioni ed interventi i lavoratori e le lavoratrici che hanno perso il lavoro; cercato di frenare il consumo di suolo e tutelare i nostri parchi; proposto un ripensamento dell’organizzazione agricola dei territori urbanizzati con una ridefinizione dell’equilibrio tra città e campagna; sostenuto da subito iniziative come il referendum sull’acqua bene comune e sulla cittadinanza ai bambini stranieri nati in Italia, tema strettamente legato ad una delle mie più grandi battaglie: la non chiusura ed il rilancio della scuola di via Paravia a Milano che continuo a sostenere con entusiasmo. Inoltre ho redatto il progetto scuole aperte, fatto proprio anche dal Comune di Milano, per aprire i locali delle scuole pubbliche al territorio; convinta dell’importanza della scuola, luogo di aggregazione e di legame con il territorio in uno scambio reciproco di relazioni e costruzione di un tessuto sociale in continua evoluzione.
Infine ho sottolineato la necessità di garantire un’adeguata rappresentanza femminile all’interno del gruppo di lavoro sulla città metropolitana e mi sono battuta per mantenere le sedi giudiziarie locali rispetto alla proposta di sopprimerle in maniera indiscriminata da parte del Ministro della Giustizia e la necessità di rendere pubbliche e trasparenti le retribuzioni del Cda del Teatro alla Scala di Milano.
Dopo tutte queste battaglie da te portate avanti, quella sui flussi migratori è stata quella che ti ha visto più colpita. La politica dovrebbe occuparsi di cose concrete e di progetti per i cittadini. Come si è arrivati all’episodio di Taormina? Un linguaggio aggressivo e cattivo. Perchè accade che si caschi sempre su stereotipi sessisti quando si parla di donne?
Mi sono arrivati molti messaggi di solidarietà. Non tanto o non solo perchè si parla di Diana De Marchi, ma viene stigmatizzato il linguaggio assurdo, violento e razzista che portava il mio interlocutore ad affermare che tutti i musulmani sono violenti argomentando con pochi contenuti e fatti tangibili. Dalla mancanza di temi validi a supportare quanto detto si è passati poi al sessismo più bieco e all’aggressione verbale.
Purtroppo questo linguaggio offensivo ed irriverente è stato sdoganato sui media e in politica, ma la gente ne è stanca come anche gli attacchi verbali rivolti alle donne, testimoniano una mancanza di rispetto nei riguardi di queste.
Forse dovremmo tornare ad un’ attenzione quotidiana al peso delle parole. Ripartire dalla scuola e dall’educazione per tornare ad un linguaggio che trasferisca dei contenuti veri.
Ti presenterai alle elezioni comunali a Milano?
Sì, non mancherò all’appello. Con Sala. Occupandomi dei temi che conosco e mastico ormai da tempo.