Macchine che comunicano tra di loro Raccolta dati e privacy. Che futuro ci attende?
In un articolo pubblicato sulla rivista Technology Review (Italian edition) del 201 il robotico Gianmarco Veruggio scriveva: sulla base dei recenti sviluppi della wireless technology e del web intendiamo per e-Robotics una nuova metodologia di concezione, progettazione e costruzione di robot. Questo non sarà più solo la tradizionale macchina fisica dotata di intelligenza, ma avremo un cluster di macchine connesse tra di loro non necessariamente fisicamente ma mediante reti di informazione (…) E quando la rete non riguarderà solo più connessioni di computer ma di robot, e quando avrà orecchie, occhi e mani, la rete stessa sarà un computer. Forse, lo “ultimate robot!”
Macchine che comunicano tra di loro e l’Internet delle cose robotiche
M2M è l’acronimo di machine-to-machine: si tratta della comunicazione – in modalità wireless (WM2m, ovvero Wireless Machine-to- machine) fra macchine che, grazie e diversi protocolli e standard di comunicazione, possono scambiare tra di loro flussi importanti di dati, e operare su queste basi in modo automatico.
Con lo sviluppo del settore mobile, l’acronimo si è ampliato a indicare mobile-to-machine e machine-to-mobile.
Come molti utenti, anche privati, sanno, un tipo di comunicazione M2M è impiegato da anni per la telelettura dei contatori dell’energia elettrica, del gas e in alcuni casi dell’acqua. L’espansione dell’impiego di questa tecnologia si è avuto grazie ai sistemi GPRS e UMTS (General Packet Radio System; Universal Mobile Telecommunications System) che hanno permesso connessioni wireless per dati a maggiore velocità di trasmissione e a minore costo; e grazie ai progressi del Wi-Fi (Wireless Fidelity), dei sistemi in radiofrequenza, del Bluetooth e di altre tecnologie di comunicazione.
L’M2M rappresenta l’evoluzione del classico telecontrollo: in M2M ogni dispositivo, macchina, impianto o veicolo sono sempre più interconnessi uno all’altro e alla centrale, e le informazioni vengono scambiate di continuo. Dal punto di vista dei costi, infatti, quelli delle comunicazioni GPRS sono calcolati sulla quantità dei dati trasmessi e ricevuti, non del tempo di connessione. Anche solo questo aspetto (senza considerare l’aumentata velocità di trasmissione) costituisce un grande vantaggio rispetto al GSM, quando occorra una connessione permanente, come nel caso delle connessioni remote.
Inoltre, i sistemi embedded (microprocessori integrati nei dispositivi) consentono a ogni strumento, apparecchiatura o device di comunicare autonomamente via wireless sia tra di loro sia con la centrale di controllo. Nel caso i dispositivi siano dotati di sensori, questi possono rilevare diversi parametri e informazioni sia interni al dispositivo (il proprio funzionamento, localizzazione, temperatura, velocità, umidità, pressione, tensione, ecc), sia sull’ambiente esterno, sia infine sul rapporto macchina-macchina o macchina-umano. I dati possono essere inviati in continuo ed essere analizzati da altre macchine, mentre altre macchine ancora possono intervenire, sempre in remoto.
Piattaforme Cloud possono raccogliere dati, integrarli e fornirli a tutti gli operatori e i clienti autorizzati.
Oggetti intelligenti
L’M2M rende gli oggetti più intelligenti e comunicativi, trasparenti e riconoscibili. Grazie alle etichette di identificazione a radio frequenza (Rfid) o Codici QR (Quick Response, il codice a barre) gli oggetti comunicano i dati alla rete o a dispositivi mobili. Se aggiungiamo a questo scenario – già attivo – un futuro in cui tutte le macchine automatiche saranno dotate di intelligenza in modo da renderle autonome (il futuro della robotica); che questi robot “dialogheranno” con se stessi (in una forma di apprendimento dall’esperienza), con altri robot, con gli umani, con dispositivi mobili, con l’ambiente, con altre macchine più “stupide”; che questi robot potranno scaricare dalla rete e da reti di macchine intelligenti ogni informazione necessaria al loro operare, possiamo immaginare che cosa sarà quell’Internet delle cose” (IOT) che alcuni robotici previdero agli inizi del millennio.
Le applicazioni di M2M nella vita di tutti i giorni?
I distributori automatici “richiedono” alla centrale il rifornimento; dispositivi comunicano il loro stato per la manutenzione (ascensori, fotocopiatrici, stampanti ). La nostra sveglia riceve informazioni sul traffico cittadino e suonerà a seconda del tempo calcolato del nostro percorso; le piante di casa ci avvisano quando hanno bisogno di essere innaffiate.
L’anno scorso Lionel Messi, la punta più famosa del calcio europeo, calzò una favolosa scarpetta dotata di un microchip inserito nella suola. La scarpa trasmette in wireless a un computer i dati sulla postura, la prestazione, le distanze percorse in campo, la massima velocità raggiunta, il numero di scatti e molti altri dati dell’atleta.
Più “banalmente”, il nostro mouse comunica in wireless con il pc, a loro volta con la tastiera, la cuffia, la wii, la stampante, con il vostro dispositivo mobile cellulare, con il televisore, e tutti tra di loro.
La comunicazione M2M può essere impiegata su macchine fisse o mobili. L’utilizzo su dispositivi fissi riguarda tutto ciò che attiene ai processi, alla gestione, alla qualità della produzione, ai controlli, allo stato dell’ambiente, al ciclo di vita del dispositivo, all’assistenza e manutenzione .
L’M2M su dispositivi mobili (tutti i prodotti postali e di corrieri; tutti i veicoli su strada, binari, aria e mare; robot mobili per logistica, assistenza, servizi di mobilità e informazioni sul traffico; sistemi di difesa, sorveglianza e esplorazione delle risorse) migliora diversi aspetti di efficienza, sicurezza, gestione. Tra questi: miglioramento delle prestazioni del veicolo grazie all’analisi dei dati sul funzionamento e posizione, per attivare servizi di manutenzione e sicurezza; localizzazione del veicolo, antifurti satellitari (GPS); operazioni remote sul veicolo in caso di guasti, danni, catastrofi; risparmio energetico; ottimizzazione della mano d’opera e ricollocamento; emergency response.
Per esempio, una nota società di logistica ha integrato migliaia di unità M2M all’interno dei serbatoi dei propri veicoli per migliorare l’efficienza della distribuzione, consentirne il controllo, pianificare la gestione delle scorte da parte del fornitore, ridurre le emissioni nocive e ottimizzare la sicurezza di tutte le operazioni.
In molte città è installata un’applicazione che permette agli utenti di stimare i tempi di attesa alle fermate degli autobus. Questa è una tipica applicazione M2M: l’autobus comunica a una palina la sua posizione, senza necessariamente richiedere un intervento umano.
In varie nazioni, l’impiego di contatori intelligenti ha ridotto i consumi elettrici per usi domestici e ha permesso agli utenti di risparmiare giocando sulle fasce dei costi orari. In Australia, analoghe applicazioni ai contatori dell’acqua e una campagna di informazioni ha permesso la riduzione e l’ottimizzazione dei consumi idrici. Il sistema dei trasporti di Singapore (20 milioni di transazioni al giorno) ha eliminato l’80% dei problemi grazie all’impiego di M2M tra i veicoli, le macchine della bigliettazione automatica e i dispositivi mobili degli utenti. La città di Lyon ha adottato un sistema M2M per ridurre il consumo dell’elettricità per illuminazione pubblica.
Il settore M2M sta crescendo a ritmi importanti. Cifre impressionanti ha il mercato retail. Secondo dati della società Berg Insight, specializzata nel monitoraggio e valutazione del mercato telecom e che redige ogni anno il rapporto The Global Wireless M2M Market “il numero di connessioni cellulari M2M nel settore retail a livello globale ha raggiunto quota 10,3 milioni nel 2011”, con un picco significativo nell’area Pacifico-Asia. Questi dati comprendono anche dispositivi come Pos, macchine per la bigliettazione e obliterazione in sedi non raggiunte da connessioni a linea fissa (distributori automatici e i parcheggi).
Berg Insight prevede che il numero complessivo di connessioni M2M via cellulare nell’industria globale del retail crescerà a un ritmo del 21,6% annuo nei prossimi sei anni, per raggiungere quota 33,2 milioni di connessioni nel 2017.
Cisco ha pubblicato stime che prevedono che entro il 2020 vi saranno oltre 50 miliardi di dispositivi connessi alla rete delle reti.; la società di analisi americana International Data Corporation ha stimato ch nel 2020, il valore totale del fatturato dovuto all’IoT supererà i sette trilioni di dollari. Samsung ha recentemente speso 200 milioni di dollari in smarthings.
Effetti sulla società
Quello che il futuro ci descrive, il mondo in cui vivremo, potrebbe essere un ambiente globale, immersivo, pieno di computer connessi, accresciuto dalla continua proliferazione robot mobili, di sensori smart, video camere, app, database, il tutto collegato a data base prossimi e a potenti data bade mondiali, una rete che circonderebbe il pianeta in cui i robot si muovono e agiscono come orecchie, occhi, braccia e gambe di un gigantesco robot planetario in rete
Egualmente complesse le sfide etiche e sociali.
a) Delega dell’autonomia umana all’IoT. Device indossabili, medical device connessi o altri impianti incorporati negli utenti possono diventare un’estensione del corpo e della mente umani con l‘effetto di aumentare l’interfaccia tra l’utente e l’ambiente.
b) Rischi di isolamento. Se la tecnologia ICT favorisce la comunicazione e gli scambi, e può garantire a tutti un livello di socializzazione, contiene anche il rischio potenziale di isolamento, soprattutto se ai necessari scambi tra umani si sostituiscano in modo importante la tele medicina e altri servizi di assistenza;
c) Pervasività e controllo continuo. Il fatto di essere continuamente controllati e localizzati; di essere continuamente connessi può costituire grave stress e anche importanti modifiche del comportamento, con delega dell’autonomia personale. A Chi obietta che non si sia ancora giunti a questo punto di pervasività delle reti, possiamo rispondere che nessuno avrebbe immaginato fino a pochi anni fa la “pervasività” e anche l’intrusione dei telefonini.
d) Privacy e protezione dei dati personali. Come potremmo esercitare un tale controllo sulla raccolta e uso dei nostri dati? Chi ci ha interpellato per chiedere il nostro consenso, quando questa attività di profilaggio sia avvenuta?
Data questa situazione, alcuni studiosi, tra cui l’Italiano Stefano Rodotà, hanno proposto che il diritto alla privacy, anonimato e segretezza sia applicato fortemente sull’uso dei dati, dal momento che pare quasi impossibile proteggersi ormai dalla raccolta dei dati stessi, e hanno invece sottolineato la necessità di un controllo stretto sugli archivi dei dati, su chi detiene i nostri dati tanto che in Europa il dibattito si è spostato sul “diritto all’oblio”.