L’esposizione solare aiuta le donne a vivere più a lungo
Quest’estate andrò al mare più convinta di prima. Dopo la lettura di questo report degli svedesi la “donna solare” sembra essere anche più longeva, se ben protetta dalle radiazioni. Sembra ragionevole riconsiderare la validità di norme relative all’esposizione solare, perché le donne hanno bisogno di vitamina D e di raggi solari.
La vitamina D (30 ng/mL è il valore dei dati di laboratorio) e 1000 mg di calcio al giorno (1.500 nelle gravide) sono i livelli necessari per la salute della donne in tutte le età, non soltanto in menopausa! Nell’adolescenza, la carenza di vitamina D si può correlare a uno squilibrio metabolico, se precocemente individuata, si può diagnosticare e prevenire il diabete sia di tipo 1 (insulinodipendente) sia di tipo 2 (metabolico o alimentare). Una carenza di vitamina D aumenta anche i rischi: di obesità, di infiammazione e dei disturbi vascolari. La supplementazione di vitamina D in gravidanza, può ridurre del 60% il rischio di basso peso alla nascita e, durante tutta la vita, ha un ruolo fondamentale nella prevenzione dei tumori.
Quindi, bisogna integrare la dieta con almeno 1000 UI di vitamina D al giorno (per esempio, assumendone 3-4 gocce al giorno, o 20-30 alla settimana). La somministrazione deve essere associata a con cibo solido, non acqua perchè liposolubile, oppure direttamente per via sublinguale.
C’è un dibattito in corso sul fatto che evitare l’esposizione solare comporti un deficit di vitamina D e sia un’importante fattore di rischio per la salute generale. D’altra parte ci sono pochi studi sull’impatto della vitamina D correlati all’esposizione solare.
Per chiarire questi aspetti e verificare i benefici dell’esposizione solare, a fronte di un potenziale aumentato rischio di melanoma, sono state valutate 29.518 donne, per un periodo di controllo di 20 anni, nella Svezia meridionale. Lo studio svedese rileva come l’abitudine all’esposizione solare riduca il tasso di mortalità delle donne rispetto alla mancata esposizione solare. Lindqvist PG, Epstein E, Nielsen K, et al. Avoidance of sun exposure as a risk factor for major causes of death: a competing risk analysis of the Melanoma in Southern Sweden cohort. J Intern Med 2016.
Le donne che sono entrate nello studio tra il 1990 e il 1992, all’ingresso avevano un’età compresa tra i 25 e i 64 anni. Le donne con abitudine all’esposizione solare hanno dimostrato soprattutto un minor rischio di malattie cardiovascolari e di morte non dovuta a tumori o a malattie cardiovascolari, rispetto alle donne che evitano l’esposizione solare. Il vantaggio dell’aspettativa di vita tra donne “solari” è “non-solari” è risultato di 0,6-2,1 anni; tra i due gruppi non è stato inoltre rilevato un aumento di mortalità per melanoma.
Non è tuttavia chiaro il motivo per cui vi sia un aumento di mortalità tra le donne che evitano l’esposizione solare. In particolare, al momento non è possibile sapere se l’effetto protettivo dell’esposizione al sole sia attribuibile alla vitamina D o ad altri meccanismi legati o meno ai raggi ultravioletti. La luce del Sole, quale elemento naturale, l’unico che il corpo riconosca, si trasforma in impulso chimico e fa produrre all’epifisi la Melatonina. Quando c’è il sole l’epifisi riduce la produzione di melatonina. La melatonina protegge dallo stress con la produzione del DEHA che antagonizza gli effetti dannosi del cortisolo.
Sembra ragionevole considerare la validità esporsi al sole, per stare nel calore di un bel momento con se stessi e prendere l’energia benefica che si ottiene quando si viene …baciati dal sole.