Amarsi per come si è non fa male.
Non sono pronta per la prova bikini.
Non lo sarò mai più.
Non ci penso, ma navigo nel web e sono bombardata da finestrelle e titoli che si chiedono se il mio decolletè sia perfetto e la mia pelle libera da imperfezioni. Si arrovellano sulla tonicità del mio culo e si affannano a trovare per me il make-up più intrigante. Usano parole come strategia, ansia.
Eppure io mi sento così pronta per accogliere l’estate!
Mi bastano cipria, mascara e un lucida labbra per guardarmi allo specchio e sorridere, con i jeans e un sandalo solo-otto cm le gambe si allungano, con due ore di sole il bianchiccio delle braccia smollacciate già sfuma, e se il tono non c’è pazienza, ho 46 anni suonati e non credo nei miracoli.
Certo in tutto l’inverno non ho fatto mezz’ora di ginnastica, e di questo mi rammarico, ma ho traslocato a 300 km e non è facile cambiare insegnante di pilates, soprattutto se la tua è un angelo biondo con la voce dolce e un ritmo che accarezza l’anima.
E comunque, a proposito di anima, nemmeno Padre Pio potrebbe fermare il tremore dei miei tricipiti quando saluto gli amici che si allontanano. D’altronde sono e resto socievole.
Non contemplano questa evenienza i test che mi propone la rete per sapere quanto – il SE non è previsto- i miei inestetismi influenzino la mia vita relazionale.
E alla sinistra delle domande, guarda un po’, c’è un link che mi porta dritta dritta alla pagina della chirurgia estetica, con tanto di indirizzi di alcuni centri “buoni, sciorinati dopo aver dato dei sani consigli su come difendersi da quelli “cattivi”.
Alla mia sinistra invece, sulla scrivania, la guida delle isole greche, per scegliere la spiaggia dove potrò serenamente inorridire i bagnanti con le mie ginocchia rilassate quanto me, con i miei glutei molto poco scultorei, con la mia pancetta del dopo pranzo e un’incontenibile sfrontatezza nell’esibire un seno piccolo piccolo, davvero piccolo.
Ma se dico piccolo come quello di Kate Moss, vuoi mettere?!