Si è svolto presso la Camera di Commercio di Bari il convegno “La certificazione aziendale Family Audit. La sperimentazione nazionale ed il ruolo delle grandi imprese” organizzato da Regione Puglia, Valore D, Provincia Autonoma di Trento e Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Ha iniziato gli interventi Barbara Saba, vicepresidente di Valore D Head of Commercial & Business Insigths, Direttore Generale della Fondazione Johnson&Johnson.
Sono quindi intervenuti: Sara Ferrari, Assessora della Provincia Autonoma di Trento, Salvatore Negro, Assessore regionale pugliese al welfare, ed Enrico Costa, Ministro agli affari Regionali ed alla Famiglia.
E’ stata la volta delle relazioni, cominciando da Giovanni Gorgoni, Direttore Dipartimento della Regione Puglia per la promozione della salute, del Benessere sociale e dello sport per tutti, che ha parlato delle politiche e degli strumenti per la conciliazione vita-lavoro.
Ha fatto seguito la relazione sul tema “Le politiche regionali per le famiglie: leva di sviluppo territoriale, Francesca Zampano, Dirigente della Regione Puglia, poi quella di Francesca Petrossi del Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, col tema:”Family Audit: il ruolo del dipartimento per le politiche della famiglia”, poi quella di Luciano Malfer, Dirigente dell’Agenzia provinciale per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili della Provincia autonoma di Trento, sul tema: “La certificazione Family Audit: il processo e gli impatti”, e infine quella di Anna Zavarit, Responsabile Comunicazione & Marketing di Valore D, sul tema “Il Welfare Lab e la rete di condivisione e di servizi”.
A seguire ci sono state due tavole rotonde, una con 4 aziende pugliesi che hanno compiuto un bel percorso per incentivare la conciliazione vita lavoro in Puglia sostenute da Regione, Consigliera di Parità e Italia Lavoro e i consulenti innovatori welflex formati in Puglia e l’altra con 3 aziende italiane che hanno aderito alla sperimentazione
La prima tavola rotonda sulle esperienze delle aziende sul territorio pugliese è stata coordinata da Serenella Molendini, Consigliera di Parità della Regione Puglia, ed ha visto esporre le loro esperienze Raffaella Calasso, Responsabile dell’Ufficio Legale di AdP e Presidente del CPO della Cittadella Aeroportuale, Carlo Ingrosso, HR Manager dell’Azienda Ospedaliera Cardinal G. Panico, Giuseppina Rocella, HR Manager di IKEA Italia Retail Srl, e Pietro Scrimieri, Direttore delle risorse umane dell’Acquedotto Pugliese.
La seconda, che ha previsto gli interventi delle organizzazioni aderenti alla prima e seconda sperimentazione nazionale, è stata moderata dalla giornalista, Annamaria Ferretti, Direttora Responsabile del magazine ILIKEPUGLIA, ed ha annoverato gli interventi di Stefania Dammacco, Responsabile del personale di Puglia e Basilicata dell’ENEL Energia, Fabio Galluccio, Responsabile People Caring and Diversity Manager di TIM Italia Spa, e Valentina Gilli, Direttore delle risorse umane di Degagroup Spa.
Ha concluso gli interventi della mattinata Rita Matano, WANT I Valutatrice/Auditor di Family Audit, che oltre a trarre alcune conclusioni sulla mattinata ha presentato le attività pomeridiane del Workshop che poi, coordinato sia dalla Matano che da Emma Cologna, consulente di Family Audit conla collaborazione di Valore D, ha esaminato i principi del Welfare aziendale e del work life balance declinati all’interno del processo di certificazione Family Audit con esercitazioni in gruppi dei presenti.
Ministro Enrico Costa: “Se vogliamo dare dignità alla famiglia non possiamo farlo in modo frammentario e per questo abbiamo chiesto di mettere mano ad un testo unico per la famiglia nel quale raccogliere tutte le norme a sostegno della famiglia facendo un atto ricognitivo di riordino e semplificazione e di inserirle in un documento unico rendendolo accessibile soprattutto alle famiglie. La Regione Puglia ha avviato questo percorso al fianco dei suoi cittadini e io auspico che si faccia promotrice di un percorso che si possa estendere attraverso la Conferenza Stato Regione su tutto il territorio regionale. Attraverso il lavoro del Family Audit si arriva a rendere flessibile il rapporto lavoro/famiglia per avvicinarlo a quello che sono le esigenze familiari. Invece di conciliazione dei tempi lavoro/famiglia parlerei di impasto delle attività”
Assessore Salvatore Negro: “L’evento di oggi rappresenta per la Puglia un’occasione preziosa per discutere e confrontarsi su una delle leve più significative per l’attuazione delle politiche familiari e di conciliazione”
Giovanni Gorgoni: “Il superamento di una visione limitata dei problemi di conciliazione come problemi privati delle famiglie ed esclusivi delle donne, ha spostato, nell’ultimo decennio, l’asse del ragionamento sul versante della qualità della vita per tutti, uomini e donne; il legame tra miglioramento delle condizioni di vita, da un lato, e sviluppo economico e occupazione, dall’altro, è, dunque, molto forte e deve far riflettere sulla necessità di una revisione critica delle culture e delle strutture organizzative dei sistemi produttivi e territoriali. Per queste ragioni le politiche di conciliazione vita-lavoro e famiglia-lavoro hanno costituito nel passato e costituiscono ancora, uno degli assi d’intervento strategici del governo regionale. Nel nostro impianto e nelle conseguenti misure d’intervento adottate, le politiche di conciliazione si sono configurate come intervento radicale e sistemico che ha visto il coinvolgimento diretto delle istituzioni e di una pluralità di attori sociali, dando impulso a quell’approccio che considera la conciliazione come responsabilità sociale e valore da condividere e mettere a sistema”.
Francesca Zampano: “Siamo oggi qui per dare conto del lavoro svolto in termini di interventi e azioni a supporto delle politiche familiari ma anche per dare avvio a nuove politiche di lavoro per poter ragionare con una prospettiva più ampia. L’assunto, il punto di partenza è che: dove si vive bene si lavora meglio.
Nell’ultimo decennio in Puglia le politiche per le famiglie sono state politiche a sostegno del carico di cura delle famiglie di sostegno nellagestione del lavoro di cura di bambini anziani disabili con la costruzione di una rete di servizi di sosteno di una rete qualificata e la diffusione di cultura di armonizzazione, cioè creare un contesto armonico in cui se si sta bene si lavora meglio.
Lancio una provocazione, da verificare anche nel corso della giornata: verificare se la stessa amministrazione regionale può attivare questo processo in un luogo, come la Regione Puglia, dove molte sono le donne lavoratrici e sono precarie”
Francesca Petrossi: “La Regione Puglia è la prima che si è dotata di una legge sulla conciliazione. A Dicembre saranno rilasciati i primi certificati a 50 aziende. Innovazione amministrativa vuol dire Benessere aziendale.”
Luciano Malfer: ha mostrato tutto il processo per arrivare alla certificazione, come attuato nella Provincia autonoma di Trento “Con questa azione si hanno benefici non solo per i dipendenti, ma anche per le aziende con calo dell’assenteismo e riduzione degli straordinari.”
Anna Zavarit di Valore D “Bisogna tener presente che i bisogni del welfare cambiano nella vita di un individuo e quindi adattare gli interventi secondo le mutate esigenze. Con tale azione si ha un incremento del 25% del Valore dell’azienda; un incremento del 70% del valore percepito anche dai dipendenti e una riduzione del 15% dell’assenteismo.”.
Serenella Molendini “L’azione di welfare aziendale è più recente e ha avuto inizio nel 2010 grazie ad un percorso di sensibilizzazione che si è concretizzata attraverso la stesura di una carta uguaglianza sottoscritta da 140 soggetti pubblici e privati (nello specifico 100 enti pubblici e 40 imprese) a questo è seguito l’attuazione del progetto La Femm.me (Lavoro Femminile Mezzogiorno) che ha coinvolto 5 aziende pugliesi nel promuovere un’azione di sensibilizzazione indirizzata non solo al management ma anche ai consulenti del lavoro sulle misure da adottare per migliorare la qualità della vita sul luogo di lavoro e dei benefici ad essa connessi.
Successivamente abbiamo realizzato il progetto Welflex, a cui teniamo particolarmente, e che ha formato per la prima volta 24 giovani professionisti in veste di questa nuova figura professionale di “consulente per l’innovazione organizzativa”. Oggi questi professionisti sono nelle condizioni di entrare in azienda, fare analisi organizzative e quindi proporre piani di welfare e di conciliazione vita lavoro.
Queste attività che ci hanno visto molto presenti riguardano l’assunto di “politiche per tutti”: oggi dobbiamo passare dal concetto di Pari Opportunità di genere a quello di Pari Opportunità per tutti, non solo donne e mamme dunque ma anche lavoratori single o lavoratori stranieri anche loro hanno diritto a usufruire di misure per la conciliazione vita lavoro.
Dal 2008 abbiamo iniziato un percorso affiancandoci anche alle aziende, il nostro obiettivo è quello di rafforzare la contrattazione decentrata di secondo livello e grazie all’ultimo decreto attuativo sulla produttività queste misure potrebbero essere concretizzate. In Puglia il 30,5% è il dato relativo all’occupazione femminile di questi solo il 27% è occupato in aziende medio grandi”. Alla Carta per le pari opportunità e l’uguaglianza nei luoghi di lavoro aderirono 100 aziende e 40 enti pubblici.
Rita Matano ha riassunto in due punti essenziali quanto emerso dal dibattito mattutino::
la conciliazione lavoro/famiglia non riguarda solo le donne ma tutta la famiglia;
dalla conciliazione non ne traggono benefici solo i lavoratori, ma anche le aziende e tutta la società.
L’Audit aiuta le organizzazioni a realizzare un efficace, consapevole, duraturo ed economicamente sostenibile bilanciamento tra gli interessi dell’organizzazione e quelli dei collaboratori. L’obiettivo primario dell’Audit è promuovere e sostenere il benessere familiare nelle organizzazioni attraverso una migliore conciliazione famiglia e lavoro ed è uno strumento di management adottato su base volontaria da organizzazioni che intendono certificare il proprio costante impegno per il miglioramento di tale conciliazione, ed è applicabile da tutti quei soggetti interessati a migliorare le possibilità di conciliazione tra famiglia e lavoro, indipendentemente dall’intenzione di conseguire la certificazione. L’Audit è uno standard registrato: il marchio appartiene alla Provincia Autonoma di Trento.
Grazie ad un complesso sistema di certificazione e di auditing (ripreso in parte da altre esperienze europee) si dimostra che un’azienda che concilia funziona meglio, perché riesce a beneficiare in modo ottimale del proprio capitale umano.
Le imprese che adottano misure di conciliazione tentano di riorganizzare l’azienda in base a politiche di gestione del personale incentrate sull’equilibrio tra esigenze della famiglia e dell’impresa.
Le misure a favore delle conciliazione possono essere di tre tipologie:
- strumenti per ridurre o articolare diversamente il tempo di lavoro,
- servizi che liberano tempo e
- misure per ‘fare’ cultura di conciliazione in azienda.
In particolare quest’ultima tipologia risulta più strategica, perché incide maggiormente sul cambiamento culturale.
Tra le misure più note ed applicate troviamo la flessibilità dell’orario, il telelavoro, il part time, ma anche la formazione e i servizi ‘libera tempo’, come la lavanderia aziendale o la possibilità di ordinare la spesa. Tutte misure che consentono ad ogni lavoratore e ad ogni lavoratrice di vivere meglio la sua personale quotidiana mediazione tra casa e lavoro.
La conciliazione crea vantaggi diretti sulla reddittività delle aziende: maggiore fidelizzazione, riduzione delle assenze, delle patologie da lavoro e miglioramento della qualità della prestazione lavorativa (meno difetti di produzione e più soddisfazione nei clienti).