Quante volte indossando della bigiotteria proprio là dove appoggia il gioiello si formano piccoli arrossamenti fino a diventare lesioni più estese pruriginose o crostose?
Finalmente si è capito che in soggetti predisposti, ma anche in chi non lo è in particolare, l’esposizione ad un metallo che entra nella composizione dell’oggetto incriminato può causare una allergia. Detto fatto il nichel è stato eliminato dai gioielli. Problema risolto? Niente affatto, il nichel è praticamente ubiquitario e quindi è necessario prestare attenzione alle possibili allergie che sono sempre in agguato.
Intanto da dove deriva questo nome? Viene dalla Svezia, Nickel è un diminutivo di Nicolaus che in quella terra sta a indicare un folletto o una persona di poco conto, In Germania veniva indicato come “rame del diavolo”, un metallo di poco valore.
Il Nickel è ahimè presente in natura in moltissimi alimenti, in alcuni più di altri, nei recipienti con cui si preparano i cibi, nell’acqua.
Quindi sarebbe meglio evitare recipienti che non siano di vetro o di acciaio per la cottura o la conservazione degli alimenti, da non usare il teflon e l’alluminio.
Ma quali sono gli alimenti a più alta concentrazione di nichel?
Al primo posto troviamo i legumi, come i fagioli, le lenticchie o la soia, il cacao, quindi il cioccolato, il tè nero, ma anche i cereali, soprattutto quelli integrali, pomodori sia freschi che la conserva, i semi, ananas, kiwi, frutta secca come le noci. Da consumare con parsimonia le ostriche, acciughe, crostacei e i prodotti in cui è stato utilizzato il lievito chimico, ad esempio nella panificazione industriale.
Attenzione anche all’acqua del rubinetto, in genere va meglio con quella imbottigliata, è bene controllare sulla etichetta la concentrazione di questo metallo, diffidare anche dei preparati commerciali, come le merendine, grissini, crackers e in generale i prodotti conservati in scatole di metallo.
Gli alimenti permessi sono le carni, sia bianca che rossa, il pesce salvo quelli già descritti, patate, mele, agrumi, latte e prodotti derivati, uova. Con moderazione possono essere consumati cetrioli, melanzane, prodotti derivati da farina doppio zero, mentre è da stare attenti alla farina integrale o al grano saraceno. Si possono anche consumare zucca, peperoni, banane, carote, cavoli, cipolle, zucchine.
Ma quali sono i sintomi più frequenti che possono mettere sull’avviso per una possibile sofferenza indotta dal nickel?
A tutti è nota la dermatite da contatto, che si manifesta sia sulla cute che anche nelle mucose, più sfumati ma non meno fastidiosi altri disturbi come manifestazioni asmatiche, prurito, gonfiori diffusi nel corpo, sensazione di soffocamento, ma anche diarrea, crampi addominali, emicrania e meteorismo. Recentemente è stata anche messa in relazione l’intolleranza o l’allergia a questo metallo con l’aumento ingiustificato del peso corporeo.
Oltre a mantenere un corretto stile di vita ed evitare abitudini pericolose, come inalare nickel attraverso il fumo di sigaretta, dalla natura arriva in aiuto una pianta, la perilla frutescens , un integratore dalle spiccate proprietà antinfiammatorie e antiallergiche, quindi utile non solo per contrastare il nichel, ma anche utile contro altre allergie, disponibile sia come estratto secco che come tisana.