GLI STATI GENERALI DELLE DONNE,IL PENSIERO COLLETTIVO CHE SI FA AZIONE Da #Expo2015 a #Matera2019 verso il Mediterraneo
Il progetto:
Riconosciamo l’importanza di poter misurare l’impatto del lavoro delle donne in modo da trasformarlo in una priorità nell’ambito dell’agenda politica.
Siamo da sempre consapevoli della nostra responsabilità nel definire un’agenda per uno sviluppo sociale ed economico inclusivo e per la sostenibilità ambientale.
Crediamo che tale obiettivo possa essere conseguito grazie ad un processo di cooperazione anche internazionale che metta in evidenza il valore delle donne in quanto fonti di creatività e innovazione per lo sviluppo sostenibile, per il necessario cambiamento culturale,per creare nuove opportunità per le generazioni future.
Dagli Stati Generali di Roma sono partiti gli Stati Generali nelle Regioni italiane nel corso del 2015 per declinare le politiche a livello di ogni singolo territorio cogliendone le specificità, le vocazioni,le opportunità, per trovare soluzioni concrete,fino ad arrivare allo svolgimento della Conferenza Mondiale delle donne, Pechino vent’anni dopo a Milano,in Expo’ 2015, nel mese di settembre. Ad Expo’ 2015 abbiamo messo al centro il tema del cibo, declinato nelle sue determinanti essenziali. Il cibo è lavoro, è identità territoriale, è amore, è cultura, è salvaguardia dell’ambiente.
Il tema del lavoro è stato il filo conduttore degli Stati Generali:ridare lavoro per ridare dignità ed autonomia alle donne. Le aree urbane e rurali sono stati laboratori per identificare nuovi strumenti e nuove strategie per uno sviluppo sostenibile che possa mettere in moto i meccanismi per creare nuova occupazione per le donne. Le donne e il lavoro delle donne sono un valore aggiunto per una riduzione delle povertà, per uno sviluppo delle città e l’attivazione di politiche di urbanizzazione sostenibili, per un’istruzione di qualità, per una vera attenzione all’ambiente e al cambiamento climatico.
La piena integrazione delle politiche di genere deve essere fondata su strumenti normativi internazionali che sappiano riconoscere i principi fondamentali dei diritti umani e della libertà di espressione, della diversità culturale, della sostenibilità ambientale e dei principi di apertura verso le altre culture e tradizioni nel mondo.Le donne che si sono incontrate negli Stati Generali hanno chiesto al Governo Italiano di creare le condizioni per attivare ed applicare concretamente le priorità della Commissione Europea in materia di parità tra uomini e donne per contribuire alla creazione di un ecosistema sociale caratterizzato da una forte e massiccia presenza delle donne nei diversi livelli decisionali istituzionali e nel mercato del lavoro, inserendo nuovi role model nella società civile e nei media. Invitiamo ad adottare misure concrete nel contesto di un partenariato globale per promuovere il potenziamento delle capacità umane e istituzionali a livello nazionale, regionale e locale, con particolare attenzione all’autoaffermazione delle donne
E’ ora di una nuova economia al femminile che si fonda su uno sviluppo economico e sociale inclusivo basato su sistemi di governance della cultura, dell’innovazione e della creatività che rispondono alle esigenze e ai bisogni delle popolazioni.Un sistema di gestione trasparente della società, partecipativo ed informato che implica anche il coinvolgimento di una ampia platea di voci, provenienti in particolare dalla società civile e dal settore privato.Abbiamo bisogno di un cambiamento nei valori trasmessi dai nostri sistemi economici e finanziari: dalla ricerca della redditività al benessere, dagli schemi di concorrenza alla solidarietà, dalla disuguaglianza alla trasparenza.
Investire nei diritti delle donne è l’azione più urgente e intelligente per proteggere la Madre Terra e vedere le generazioni future uguali, vivere in pace e dignità.Investire nei diritti delle donne è l’impegno principale per un mondo più sostenibile, democratico e inclusivo che sia in grado di affrontare le grandi sfide dell’umanità:le migrazioni in atto, il cambiamento climatico e la biodiversità, la povertà e la ridistribuzione, il commercio e la globalizzazione, il cibo e la terra, l’acqua e l’energia, le disuguaglianze e le violazioni dei diritti umani, la militarizzazione dei conflitti, la governance economica e finanziaria.
I temi sui quali stiamo lavorando, a partire dal 5 dicembre 2014 e poi in tutte le regioni italiane.
democrazia paritaria;
lavoro;
imprese e start up;
donne & politica; stili di vita;
giovani donne;
confronti tra generazioni;
donne & territorio;
comunicazione;
innovazione,nuove tecnologie;
i processi di integrazione,le famiglie migratorie;
leadership; politiche ed azioni intorno al Mediterraneo;
cambiamento;
potere; creatività;
fragilità economica e sociale;
sport; formazione ed educazione
Le sintesi dei gruppi di lavoro
• Comunicazione
Dai dati discussi durante gli incontri degli Stati Generali delle Donne sulla comunicazione, emerge che l’Italia rimane particolarmente indietro rispetto agli altri Paesi europei per quanto concerne la figura professionale della donna nei media dove permane un gap nei confronti degli uomini per quanto concerne la remunerazione sia per quanto riguarda il riconoscimento delle capacità e delle qualifiche delle donne nelle redazioni. I dati non sono confortanti neanche relativamente al numero di donne allocate in posizioni lavorative medio-alte.In Italia, rispetto agli altri Stati europei, la figura femminile nei media è ancora molto svilita e soggiace a stereotipi culturali. Nei giornali, nelle riviste, nelle pubblicazioni, negli ebook, nei libri, anche in quelli scolastici e soprattutto storici italiani, la figura femminile non risulta coerentemente evidenziata né tanto meno rappresentata nei diversi ruoli svolti nella società. Malgrado le molteplici iniziative e la rete dei movimenti femminili e di associazioni come Giulia (oltre 800 giornaliste-donne che si sono impegnate a portare nelle redazioni dei media italiani le “questioni di genere”) siamo ancora lontani da una informazione corretta e rispettosa delle donne. Anche in settori di professionalità connesse come negli Uffici stampa poche sono le donne che sono Portavoce o responsabili di settore o dirigenti. Si evidenzia anche il settore pubblicitario, dove sia per la cartellonistica, su stampa, nonché nei media, sia fonte di discriminazione e vi sia necessità di un costante monitoraggio, che non può esaurire l’azione al protocollo instaurato tra il Dipartimento P.O. e lo IAP – Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, sia in ragione dei tempi richiamati che rispetto al limitato numero di stakeholders coinvolti. Si tratta quindi di un problema culturale e sociale oltre che economico e lavorativo.
Tra le proposte emerse nel corso degli Stati Generali:
• progettualità culturale di valorizzazione della figura della donna nelle pubblicazioni didattiche come i libri di storia,filosofia,matematica, arte ecc, perché una scolarizzazione corretta incrementa la crescita consapevole di cittadinanza anche nelle diverse identità di generi,
• attivazione e sollecito di progetti editoriali per un giornalismo di informazione, obiettivo, di inchiesta, di cronaca reale, svincolato da asservimenti e stereotipi attraverso programmi formativi e di aggiornamento per gli operatori del settore e iniziative di circular mentoring che diano priorità alla meritocrazia, alle competenze ,al cambiamento tecnologico e multimediale del settore, richiamandosi ai principi delle carte deontologiche per le redazioni,
• attività ed iniziative legate al monitoraggio della rappresentazione della donna nei media e nella pubblicità che raccordano e raccolgono i dati e la qualità in rapporto etico e di genere per informazione/comunicazione in stretta collaborazione con istituzioni, enti, organismi pubblici e privati che si occupano di parità di genere in Italia e in Europa,
• realizzazione di progetti di formazione/informazione continua con le associazioni, le università, l’ordine e scuole di giornalismo, centri di ricerca sul tema della cittadinanza europea, della diversità di genere, della lotta alla violenza contro le donne e sull’evoluzione del settore della comunicazione con i nuovi media in linea con le normative comunitarie,
• diffusione della conoscenza di modelli organizzativi nazionali e internazionali basati su sistemi socialmente innovativi gender innovation che stanno creando nuove forme di sviluppo e crescita economica perché rispondono meglio ad esigenze di mercati integrando idee e visione di genere e generazioni.
• Democrazia paritaria
In ambito di democrazia paritaria l’Accordo,che raggruppa decine di associazioni, è il nostro riferimento al quale facciamo riferimento.
Nel nostro paese esiste un grosso problema di sotto rappresentanza femminile nei luoghi dove si decide che deve essere affrontato come uno dei problema di deficit democratico.
La democrazia paritaria sostanziale , la partecipazione paritaria di donne e uomini alla vita politica del paese, è la strada giusta in quanto supera la logica paternalistica delle quote rosa.
Rilanciare il ruolo delle donne in politica è quanto mai importante oggi, in un momento in cui l’offerta politica non è ancora significativa e comunque insufficiente.
• Lavoro /imprese/start up
Il lavoro è’ il tema centrale,il filo conduttore su cui abbiamo basato tutto il lavoro del 2015 , su cui abbiamo dibattuto a settembre 2015,in occasione della Conferenza Mondiale delle Donne,Pechino 20 anni dopo.E’ un tema impegnativo e dalle mille sfaccettature, trasversale a quasi tutti gli argomenti che gli Stati Generali delle donne stanno affrontando.
Occorre partire dalla vocazione e dalla specificità dei territori per declinare le politiche attive del lavoro,sviluppare una nuova concezione di “lavoro sostenibile”, per cogliere le opportunità che le nuove tecnologie aprono per un lavoro più dignitoso e più rispettoso della qualità della vita. Richiesta che coinvolge donne e uomini.
Si tratta di spiegare che non può esserci lavoro di serie A e di serie B, dove il lavoro di serie B è fatto di una peggiore qualità dell’occupazione e di redditi da lavoro più bassi, di partite IVA ai limiti della sussistenza, di posizioni dirigenziali appannaggio maschile, di pensioni inesistenti a fronte di una contribuzione inesistente o anche di un lavoro inesistente, o di un lavoro mal retribuito, o di un lavoro in nero o di un lavoro di cura che mai nessuno ha riconosciuto.
Si tratta di spiegare che la maternità non può essere vissuta come una colpa, la colpa magari di lasciare senza stipendio una famiglia, ma deve poter essere vissuta come una scelta libera e non un ostacolo quando si ritorna sul mercato del lavoro o quando semplicemente ci si affaccia sul mercato del lavoro e per il semplice fatto di poter mettere al mondo dei figli.
Si tratta di ripensare l’occupazione,ecco i punti
• Attivare un Long Life working-caring-learning,un percorso di vita per tutti lungo la linea del lavoro, l’apprendimento e la cura, senza discriminazione di genere
• Costruire un welfare in grado di organizzare l’alternanza scuola-formazione-cura e lavoro, di supporto alle donne nel percorso di vita
• Organizzare un welfare pubblico che punti alla trasmissione delle competenze del family caring in chiave gender equality
• Ripensare all’invecchiamento attivo delle donne fuori dagli stereotipi di genere
• Riformulare un welfare pubblico locale fondato sulla partecipazione attiva degli utenti in grado di fornire e/o coordinare tutto il welfare locale, sia pubblico che privato e immaginare nuove politiche di flessibilità e di diversa organizzazione del lavoro.
Si tratta di “ri-creare” il lavoro,come:
• Predisporre un piano straordinario per l’occupazione femminile in chiave quantitativa e qualitativa;
• Uniformare il sistema delle incentivazioni fra lavoro dipendente e autonomo;
• Dare impulso alla costruzione di luoghi di comunità per l’attivazione del lavoro (job-nursing) fondate sulla capacità di fare rete e sistema;
• Predisporre una politica di incentivazioni fiscali e contributive premianti per le imprese ad elevata gender equality, sia nella singola impresa che nelle attività indirette o indotte nelle posizioni lavorative e retributive a tutti i livelli;
• Analisi dei territori per individuarne le vocazioni. Nell’affrontare le sfide dello sviluppo e della “crescita”, le politiche del lavoro devono tenere conto della cultura e del rispetto della diversità. Il turismo sostenibile, la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, ad esempio attraverso la promozione di tecniche agricole che rispettano la tradizione e l’ambiente, permettono la creazione di un ecosistema favorevole alla nascita di nuove imprese e quindi di nuovo lavoro;
• Cosi, allo stesso modo, occorre promuovere le industrie culturali, che costituiscono il core dell’economia creativa. Questo potenziale deve essere sfruttato pienamente per stimolare un’innovazione che sia al servizio della crescita economica, della piena occupazione produttiva e dell’esistenza di opportunità di impiego dignitose per tutti. Le industrie culturali e creative possono contribuire al risanamento dell’economia nazionale, alla creazione di posti di lavoro e di nuove imprese nel settore della sostenibilità ambientale, dello sviluppo locale e della promozione della creatività;
• Sostegno in termini di erogazione di servizi reali (come servizi di incubazione e di follow up durante il periodo dell’avviamento quando il tasso di mortalità delle imprese è alto) alla creazione di nuove imprese femminili che siano vocate all’utilizzo delle nuove tecnologie e alle azioni di salvaguardia ambientale e che sappiano cogliere e valorizzare, come start up, le opportunità che il territorio offre;
• Attivare un’efficace politica del credito con una rivisitazione delle condizioni di bancabilità delle imprese femminili attraverso una rilettura,da condurre anche nelle sedi europee, del rating di Basilea nelle sue diverse declinazioni;
• Favorire attività di internazionalizzazione per le imprese femminili creando e favorendo le reti d’impresa per superare i problemi delle dimensioni aziendali;
• Ridefinire il concetto di cosa è impresa femminile e soprattutto rivedere la categoria di cosa è start up e delle sue implicazioni per gli adempimenti conseguenti nel registro delle imprese, al momento gestito presso le Camere di Commercio.
Si tratta di tutelare il lavoro, per cercare di non perdere altri posti di lavoro o di far chiudere altre piccole imprese femminili che nonostante la crisi resistono:
• Tutelare le donne in maternità in ogni ambito lavorativo, pubblico e privato, e favorire la loro ricollocazione a fronte della perdita di lavoro;
• Definire un livello minimo di diritti di maternità, paternità, cura, integrando il tema della genitorialità con quelli di cura della disabilità e degli anziani, nel rispetto di quanto previsto dalla normativa europea;
• Ripensare sistemi previdenziali in grado di superare l’attuale divario del trattamento pensionistico;
• Eliminare definitivamente qualunque forma di discriminazione al momento dell’assunzione;
• Pensare a sistemi di sostegno per le partite IVA e le libere professioni, per chi decide di “mettersi in proprio”anche con l’introduzione di una no tax area per i primi tre anni dall’avvio dell’impresa o della professione
• Riconoscere il lavoro di cura come lavoro produttivo.
Favorire percorsi di non esclusione alle cariche di responsabilità:
• Incentivare le aziende pubbliche e private per favorire un ambiente di lavoro in cui le donne non siano penalizzate da orari e altre forme di esclusione che ne impediscano di fatto l’assunzione di posizioni di responsabilità;
• Rimodulare i tempi di vita e di lavoro con l’introduzione- di nuove forme di organizzazione del lavoro anche attraverso azioni di sensibilizzazione sull’assunzione dei carichi e delle incombenze famigliari e della casa da parte degli uomini.
Istituire un’attività di monitoraggio permanente con rilevazione continua dedicata per ottenere:
• Analisi costante e strutturata degli impatti delle normative e delle azioni messe in campo a livello territoriale per cogliere le differenze alla base di policy regionali e nazionali;
• Analisi costante e strutturata delle interazioni tra welfare pubblico, privato, aziendale e territoriale e la loro capacità di facilitare il lavoro delle donne e degli uomini in una logica di mainstreaming alla base di policy regionali e nazionali;
• La costruzione, l’utilizzo e il costante aggiornamento d’indicatori di valore e d’impatto al fine di monitorare e misurare il contributo del lavoro delle donne allo sviluppo, anche attraverso la raccolta, l’analisi e la diffusione di informazioni, di statistiche e di buone prassi, secondo nuovi schemi di gender analysis;
• Rafforzamento del sistema di contrasto alla discriminazione di genere multipla in contesto lavorativo con il potenziamento di un nuovo ruolo territoriale delle Consigliere di parità.
• Donne&politica
Per far risalire la nostra nazione nel quadro mondiale fotografato annualmente dal Global Gender Gap Report del World Economic Forum e per intraprendere azioni politiche più efficaci di gender mainstreaming come indicate dalla UE, oltre a sostenere con forza i diritti paritari, occorre:
1. Rafforzare il ruolo dei Comitati Unici di Garanzia (CUG), rivedendo la normativa sui temi delle funzioni e dei poteri introducendo maggiore specificità ed incisività del CUG sugli altri organi e trasformando il loro ruolo da consultivo a vincolante.
1. Elaborare politiche familiari che riconoscano i compiti che le donne svolgono nei diversi settori della vita sociale, spesso in sostituzione di un welfare inadeguato e che le aiutino ad articolare meglio il tempo.
2. Promuovere campagne politiche che aiutino ad individuare nuove categorie concettuali intorno al mondo delle donne per favorire scambi fra le generazioni e la capitalizzazione delle esperienze precedenti.
3. Attivare azioni di sensibilizzazione per sostenere le giovani donne verso un impegno nella vita politica, per essere determinanti nel cambiamento.
• Stili di vita
La valorizzazione e l’integrazione femminile nel mondo lavorativo è ostacolata da vari fattori, occorre mettere in atto una nuova formulazione di stili di vita e lavorativi, fondamentale per superare le difficoltà che sempre più limitano l’uguaglianza lavorativa.
Il mondo del lavoro deve valorizzare le risorse garantite dalle diversità di genere, mettendo in atto azioni concrete di conciliazione con l’obiettivo di preservare le eccellenze femminili e migliorare la produttività, combattendo la “lobby delle 7 di sera”, introdotto da una stile di vita “maschile”, che convoca riunioni e discute di temi importanti in orari disagevoli e pertanto esclude chi, come le donne, deve conciliare le prestazioni lavorative con la cura della famiglia.
E’ necessario lavorare meglio, ottimizzando l’utilizzo degli strumenti che si hanno a disposizione, per lavorare di più e più velocemente, riducendo i tempi e migliorando la conciliazione vita–lavoro. Educare all’utilizzo dello strumento di posta elettronica, creare un layout condiviso per le presentazioni aziendali, organizzare riunioni efficaci e produttive che raggiungano gli obiettivi nel minor tempo possibile ad un costo minore per l’azienda, formare i collaboratori su come gestire il loro tempo lavorativo per ridurre al minimo il lavoro straordinario, sono solo alcuni degli esempi di ciò che si può fare per limitare il tempo passato al lavoro e conciliare i tempi lavorativi e quelli familiari, favorendo la partecipazione attiva al mondo del lavoro di chi spesso si prende cura della famiglia, cioè la donna.
Le nuove tecnologie devono essere utilizzate per favorire l’integrazione femminile nel mondo lavorativo e creare nuove possibilità di occupazione. Utilizzare il web per fare circolare idee, creatività e innovazione e coinvolgere sempre più persone.
Aiutare con interventi mirati le donne vittime di violenza, superata la fase dell’emergenza nei centri anti violenza opportunamente finanziati, promuovendo l’indipendenza economica e lavorativa con misure concrete, quali l’introduzione di sgravi fiscali e contributivi per le assunzioni.
Ripensare nelle scuole l’alimentazione, realizzare e diffondere momenti di riflessione sul valore del cibo e del mangiare sano, costruire percorsi partecipativi scolastici per un’educazione alimentare sana. Mangiare a scuola educando, trasformando le mense scolastiche in veri luoghi conviviali, educativi, dove si mangia sostenibile, dove non si spreca.
Riflettere e sensibilizzare a livello governativo sullo stretto legame tra la salute, il cibo, inteso come modalità di assunzione e come scelta di ingredienti e la tavola intesa come luogo di comunione sociale.
• Giovani donne,confronti tra generazioni
Affinché non venga disperso il lavoro profuso dalle generazioni che ci hanno preceduto e che rappresentiamo riteniamo che si debba dare maggiore attenzione alla costruzione di relazioni efficaci e profonde tra donne di diverse età basate sul rispetto ed il riconoscimento reciproco.
• Proponiamo ,a questo scopo, l’attivazione di percorsi di crescita nella consapevolezza della specificità di ciascuno, rivolti a maschi e femmine, giovani e adulti, sia individuali che in gruppi alternativamente con caratteristiche diverse (monosessuali o misti, orizzontali o verticali) e finalizzati alla scoperta di sé ed al rafforzamento dell’autostima allo scopo di ridurre il livello di aggressività tra generi e tra generazioni nel riconoscimento dei tempi (emotivi, intellettivi, sociali, biologici, sessuali, ecc.) di ciascuno.
• Riteniamo prioritario rendere ogni individuo consapevole della propria aggressività e di quella degli altri e, soprattutto, delle diverse tipologie e nature dell’aggressività (psicologica, fisica, ormonale, da stress, ecc.) per riuscire a capire quale sia la modalità comportamentale da adottare (resistenza, resilienza, assertività, ecc.) per un’efficace reazione non distruttiva.
• Proponiamo la realizzazione di sussidi – sia tradizionali che tecnologicamente innovativi – per guidare le giovani, e non solo, nell’utilizzo dei mezzi di comunicazione e di “relazione mediata” quali, per esempio, i social network.
• Donne & territorio
Durante gli Stati Generali delle donne foto e testimonianze dirette hanno raccontato come in molte regioni italiane le donne hanno reagito alla crisi con azioni concrete che includono molti significati. Spesso con risultati di successo che hanno creato nuovi posti di lavoro e prospettive di sviluppo che includono intere comunità.
Forti di questi progetti, le donne hanno richieste precise per il loro sviluppo:
• Maggiore ascolto da parte degli Amministratori a tutti i livelli: “la gente vive i problemi e la gente conosce le soluzioni” e queste possono emergere dai processi partecipativi riconosciuti e finanziati dall’Unione Europea.
• Diretto coinvolgimento dei residenti devono nascere forme di “partenariato pubblico privato” per integrare le rispettive competenze e promuovere azioni di rilancio dell’occupazione.
• Accesso al credito, accompagnamento nella crescita/rilancio d’imprese e territori. Facilitazione della sussidiarietà e applicazione di Patti di Comunità per l’auto-coordinamento delle straordinarie realtà di volontariato organizzato presente ovunque in Italia.
• Innovazione, nuove tecnologie
Fondamentale la diffusione concreta dell’uso delle nuove tecnologie per
• Promuovere politiche dell’innovazione sensibili alle differenze, a partire da quelle di genere.
• Riconoscere ed integrare i bisogni, gli interessi e le competenze delle donne nella ricerca, nei progetti e nei dibattiti sull’innovazione, per un approccio pluralista e inclusivo delle differenze in generale.
• Promuovere iniziative per colmare il digital divide di genere, per il supposto alle start up femminili, per aumentare la presenza di donne nei percorsi di studio e nelle carriere ICT, per una migliore sinergia tra innovazione sociale e innovazione strettamente tecnologica.
• I processi d’integrazione. Le famiglie migratorie
• Le famiglie migratorie
Vivere in sistemi sociali in cui il razzismo, il sessismo e classismo sono ancora prevalenti, fa diventare le donne con identità multiple ancora più vulnerabili alla discriminazione, la violenza e la violazione dei loro diritti.
Si è creato un gruppo di lavoro attivo, in collaborazione con le Associazioni e le Diplomazie.
• Leadership
So è cercato di costituire un gruppo di lavoro che attraverso strumenti adeguati d’indagine e ricerca individui i fattori organizzativi che favoriscono o inibiscono la leadership femminile e la presenza femminile nelle posizioni apicali.Ma senza finanziamenti non abbiamo attivato ricerche specifiche
L’obiettivo continua ad essere quello di avere materiale di discussione sulle organizzazioni per gli Stati Generali delle Donne e, soprattutto, un modello di lettura della leadership, che si basi su dati concreti relativi alle organizzazioni , al fine di poter elaborare dei “main stream” che consentano alle organizzazioni stesse, che fossero interessate a modificare il proprio modo d’essere e di fare per aumentare la presenza delle donne nei ruoli apicali, di attivarsi concretamente creandone i presupposti.
E’ stato costituito un gruppo di lavoro composto da donne facenti parte degli Stati Generali con una specializzazione specifica di Gender Studies e Diversity Management.
• Sport
Cosa è necessario fare:
1) Modificare la Legge 23 marzo 1981 n.91 Il calcio femminile è esempio di diseguaglianza di genere. In Italia nessuna disciplina sportiva femminile è qualificata come professionistica.
Con conseguenti ricadute in termini di assenza di tutele sanitarie,assicurative, previdenziali, nonché, di trattamenti salariali adeguati all’effettiva attività svolta.
2) Abolizione definitiva del trasferimento del contributo annuale ordinario destinato dallo Stato
Italiano Ministero dell’Economia e Finanze al CONI(per il 2014 si prevede il budget di 407 milioni di euro)e la quota PREU(derivante dai giochi pubblici previsti sempre per il 2014 7.400 milioni di euro) e destinare queste somme al Ministro dello Sport in Parlamento per la promozione dello Sport nella Scuola Pubblica Statale e l’assunzione dei Laureati in Scienze Motorie con cattedre definitive e non a progetto in collaborazione con il CONI.
Il Ministero dello Sport deve essere indipendente da tutto e non come oggi dove lo Sport in Italia è una delega.
3) Inserimento nell’Organigramma della FIGC Nazionale di Donne con incarichi Dirigenziali Strategici con competenze specifiche e decisive nelle strategie del cambiamento in particolare nel Settore Giovanile Scolastico della FIGC e a Coverciano. (no a incarichi immagine)
4) La FIGC in Italia deve rendere obbligatoria sia nella LEGA Nazionale Dilettanti che nei professionisti la sezione femminile a tutte le Società iscritte. Sezione Femminile che deve partire dai Settori Giovanili (dilettanti e professionisti) in tutte le categorie ed arrivare alle Prime Squadre .
• Formazione /educazione
La sfida della formazione nel mondo produttivo, istituzionale, associativo e nella scuola diventa sempre più una sfida per l’innovazione in tutti i campi. Innovazione come volano per la crescita economica, per il benessere delle persone e della società. Innovare per guardare al futuro con speranza e per ridare a tutti fiducia e possibilità per una vita da protagonisti.
Ripensare e rigenerare la formazione nelle scuole di ogni ordine e grado a partire dagli ideali educativi, ma anche porre attenzione allo scenario economico, al rapporto con l’ambiente, al patrimonio storico, culturale, artistico dei territori. Sulla base di metodologie e didattiche mirate le scuole sono in grado di sviluppare una rinnovata mission e diventare imprenditive.
Cosa fare:
• Stimolare alcuni punti vitali del territorio coinvolgendo istituzioni e associazioni pubbliche e private nella creazione di un network di iniziative per una rilettura del vivere urbano e del vivere la campagna.
• Attivare laboratori dentro e fuori i confini delle aule per offrire possibilità formative ed orientative attraverso la flessibilità e personalizzazione dei percorsi. Un lavoro educativo che richiede ai docenti una cultura e una “cura” specifica, quella del lavoro, in quanto modalità di espressione dell’identità personale, che coinvolge le capacità operativo-manuali ma anche la dimensione cognitiva, motivazionale, creativa, etico-valoriale. Il lavoro educativo richiede un “esercizio artistico della professione” e dunque oltre alle competenze, anche intuizione, creatività.
• Attivazione immediata di percorsi di educazione “sentimentale” e di percorsi di orientamento alla scelta imprenditoriale.
• Per riuscire ad offrire un’educazione di qualità,inclusiva ed equa e per offrire opportunità di apprendimento a lungo termine, è necessario investire allo stesso tempo in un’ampia offerta culturale e creativa a favore di tutti. I processi di apprendimento, d’innovazione e di sviluppo locali si rafforzano quando nuovi talenti e nuove forme di creatività sono incoraggiati. Questo può portare all’autoaffermazione di donne e ragazze, come creatrici e produttrici di espressioni culturali e come cittadine coinvolte nella vita culturale.
• Creatività
La riflessione è in corso sull’idea della necessità di trasformare il concetto di lavoro creativo e di immaginare che “il fare nasce dall’essere”. Il potenziale creativo è uniformemente distribuito in tutto il mondo, ma non tutti/e hanno la possibilità di esprimerlo pienamente. Allo stesso tempo non tutti/e hanno accesso alla vita culturale, alla libertà di espressione creativa e non tutti/e hanno la possibilità di beneficiare di beni e servizi culturali, compresi quelli che costituiscono parte integrante della loro vita.
Occorre pensare a modalità di sostegno alla produzione locale di beni e servizi culturali, alla loro distribuzione al livello internazionale e regionale e alla libera circolazione di artisti/e e operatori culturali. La creatività,che passa attraverso l’espressione culturale e il potere trasformativo dell’innovazione, è una risorsa unica e inesauribile che non solo porta alla creazione di nuovi prodotti e di nuove imprese ma anche a nuovi paradigmi di vita, di organizzazione e di percezione delle nostre società e dell’ambiente.
Riferimenti
Sito istituzionale https://statigeneralidonne.wix.com/stati-generali
Storify https://storify.com/StatiGenerali/stati-generali-delle-donne
hashtag#worldwomencongress�€� #insiemesipuo
facebook https://www.facebook.com/groups/1427604680829903/
twitter @womencongress
video di presentazione you tube https://youtu.be/N5-B7eA31DE