Tratta di esseri umani. Oggi come ai tempi di colonie e conquistatori, proprio accanto a noi
Inutile rabbrividire su cifre da capogiro che reggono questo turpe commercio
Quello che occorre è intervenire, unire le forze, creare una rete di contatti e competenze, lavorare in squadra per difendere insieme i diritti umani che vengono prima di ogni cosa, nel rispetto della Carta dei diritti umani che ci deve ispirare.
Già dagli anni novanta l’Italia si confronta con questo fenomeno, tanto che Parlamento italiano nel 1998 si è dotato di una legge, tra le prime in Europa, per offrire protezione alle vittime di tratta. Con queste predisposizioni normative le vittime di tratta possono ottenere permessi di soggiorno e assistenza nel percorso di reinserimento sociale. Ma ad oggi manca ancora in Italia una banca dati centralizzata che permetta di identificare correttamente chi è oggetto di traffico e violenza che rientra nella protezione internazionale, tanto che dopo un periodo di detenzione all’interno dei Centri di identificazione ed espulsione (Cie), queste persone siano considerate alla stregua di migranti irregolari e quindi espulse.
In una affollata conferenza stampa presso la Casa Internazionale delle Donne a Roma, sono intervenute Oria Gargano, presidente di BeFree Cooperativa Sociale contro la tratta, Carla Rosaria Quinto, avvocata, Francesca De Masi, operatrice di BeFree, Federica Festagallo, mediatrice culturale, Loretta Bondi, giornalista e scrittrice, la dottoressa Maria Ludovica Bottarelli Tranquilli Leali, Segretaria generale del Coordinamento italiano della European Women’s Lobby che segue le questioni che le donne migranti pongono all’Europa.
Insieme hanno illustrato lo studio sul traffico di esseri umani redatto da BeFree con il sostegno dell’Open Society Foundations, uno scenario fatto di sofferenza, sfruttamento e di un sistema ancora inadeguato per l’accoglienza e piuttosto sommario sull’identificazione delle vittime.
Il contesto principale nel quale è stato realizzato Inter/rotte, è quello della sezione femminile del CIE di Ponte Galeria a Roma, uno dei 6 centri esistenti sul territorio nazionale insieme a Torino, Bari, Trapani, Caltanissetta e Crotone.
Nel CIE di Ponte Galeria, BeFree dal 2008 gestisce con un gruppo di lavoro fisso e specializzato, uno sportello di consulenza psicosociale e legale rivolto a donne vittime di tratta allo scopo di sfruttamento sessuale e/o lavorativo. In questo modo si crea un “ponte” tra donne immigrate, portatrici di storie di violenza e schiavitù, e il mondo esterno, per trovare il modo migliore per dare un nuovo significato alla loro esistenza nella costruzione di percorsi di liberazione e affermazione dei propri diritti.
Il rapporto analizza le nuove strategie criminali messe in atto dai trafficanti, dalle agenzie di viaggi illegali alle quali tutti i migranti si rivolgono per il biglietto e che si occupano dei visti di ingresso, definite col termine smugglin, alla rete perversa creata proprio dai trafficanti che fanno di queste persone una fonte illegale di guadagno (il trafficking). Fondamentale, allora, lo studio delle rotte dei viaggi, visto che la maggior parte delle donne vittime arriva in Italia in aereo, ma anche l’analisi degli annunci online e delle modalità di sfruttamento direttamente in Italia
Ci sono donne, rimaste fuori dal sistema di protezione previsto nella legge italiana del 1998, donne che hanno subito violenza e violazioni dei diritti umani di genere durante i loro viaggi, donne nordafricane e asiatiche, come le donne cinesi, trafficate principalmente per sfruttamento lavorativo e non solo.
Inter/rotte raccoglie 100 interviste fatte in modo sistematico ed esteso a donne di diversa nazionalità, Albania, Cina, Cuba, Marocco, Mauritius, Nicaragua, Ucraina, Uruguay. Casi che più raramente emergono nel dibattito pubblico o affiorano nelle cronache dei mass media, e che perciò disvelano un universo negletto e misconosciuto in cui è più difficile intervenire e spezzare la catena di abusi.
Lo studio si inserisce in un momento storico cruciale: per la condizione dei e delle migranti inserita in un contesto globale di conflitti e criticità nei paesi dell’Africa e del Maghreb; perchè oggi registriamo un alto grado di aggressività da parte dell’Isis verso l’Europa; per un forte livello di intolleranza delle popolazioni occidentali verso i processi migratori.
I contributi raccolti a livello europeo saranno al centro di un evento che la EWL European Women’s Lobby terrà il prossimo 2 giugno a Bruxelles.