Antonella Moretti, triestina, traferitasi a Gorizia dove si è sposata, vive da 4 anni in Cina a Suzhou, vicino Shangai ed anche se deve combattere contro l’inquinamento, vive benissimo in un paese pieno di opportunità.
Ci racconti di te?
Ho sempre avuto un animo artistico, poi alla fine ho studiato ragioneria e sono stata assunta come contabile in uno studio commercialista. Abbiamo avuto due bimbi e la vita sembrava entrata in una stabile routine, quando è arrivata un po’ a sorpresa l’occasione di venire a vivere in Cina. Non ci abbiamo pensato tanto ed abbiamo accettato, rimettendo in discussione un po’ tutta la nostra vita familiare. Lo scorso anno poi, un’altra bella novità: abbiamo avuto la gioia di avere un terzo bimbo, nato proprio sul suolo cinese.
Da quanto vivi in Cina? E come mai ci sei arrivata?
Nel 2011, cinque anni fa, a mio marito è arrivata una proposta di lavoro per la Cina. Quando abbiamo deciso di accettare, lui è partito subito mentre io e i bambini l’abbiamo seguito sei mesi dopo. Io ho lasciato il mio lavoro di contabile ed ho approfittato dell’inaspettato tempo libero per dedicarmi all’antico amore per la scrittura. Ho aperto un blog (www.cucinanto.com), che è nato per raccontare la nostra quotidianità a parenti amici e poi è maturato e cresciuto, ampliando i temi e trattando anche argomenti relativi ad espatrio e società cinese. Collaboro inoltre con alcuni magazine online, sempre sul tema dell’espatrio.
Ci parli del tuo libro-Prezzemolo e cilantro
Come mai hai deciso di parlare delle donne italiane? Molto diverse dalle cinesi? E in che cosa si differenziano?
Il romanzo è la storia di tre donne italiane che mollano tutto e vanno a vivere in Cina: per amore, per necessità o per curiosità.
“Prezzemolo & Cilantro” è un modo per descrivere, condividere e, perché no, vivere le esperienze di italiani espatriati che vivono all’estero, in una realtà tanto differente quanto affascinante come la Cina.
L’idea di scrivere un libro è sempre stata un mio desiderio ma per vari motivi non trovavo mai l’ispirazione per qualcosa di più lungo di un racconto. Vivendo in Cina mi sono resa conto che c’era davvero tanto da raccontare ed ho colto l’occasione: ho scelto di parlare di donne italiane che vivono in Cina perché io stessa sono una di loro e conosco bene l’argomento, è stato facile immedesimarmi nei personaggi e inventare le loro storie. Diverso è il discorso per quanto riguarda le donne cinesi: sto incominciando appena ora a capire un po’ di più di come vivono, di quello che provano, non mi sentirei ancora pronta a mettermi nei panni di un personaggio nato e vissuto in Cina. I sentimenti e le emozioni, ovviamente, sono cose universali: ma diverso è il modo nel quale vengono filtrate dalla cultura. Le italiane ad esempio sono più aperte, esuberanti, calorose. Le cinesi appaiono misurate, spesso timide. Le donne italiane hanno molta più facoltà di decidere per la loro vita, le cinesi subiscono un po’ la pressione familiare e il loro percorso è spesso prestabilito a tavolino.
La Cina questa sconosciuta. In Italia conosciamo solo I cinesi emigrati o figli di emigrati. Come sono veramente I cinesi?
Come sono veramente i cinesi? Me lo sono chiesto anche io quando sono arrivata qua e ci ho messo un po’ a iniziare a capirli! I cinesi di oggi sono il prodotto degli ultimi anni della loro storia: per certi versi hanno rinnegato e dimenticato la millenaria cultura, si sono svuotati. E sono diventati davvero materialisti. Per altri invece sono ancora molto legati alle regole sociali di un tempo: per esempio il dovere filiale, o il concetto di “perdere la faccia”. Vivo qui da quattro anni ma devo imparare ancora molto sulle dinamiche della loro società! Ovviamente ci sono le eccezioni e non si può generalizzare, ma in linea di massima li trovo piuttosto misurati, alle volte mancano un po’ di iniziativa. Però sono gentilissimi coi bambini e, se ti vedono in difficoltà, non possono fare a meno di aiutarti: l’indifferenza non fa parte di questo popolo!
Hai visto il film al di là delle montagne http://www.mymovies.it/film/2015/mountainsmaydepart/?
Il capitalismo, cioè I ”soldi” ammaliano tutti?
Non ho ancora visto il film ma da quello che ho letto on line posso dire che il film è veritiero: i soldi sono uno dei caposaldi della società cinese attuale, muovono davvero tutto! Non è raro ad esempio che i genitori lascino i figli in campagna dai nonni e si trasferiscano a lavorare nelle città, il tutto in nome di un futuro benessere che tutti rincorrono, a discapito forse dei rapporti affettivi.
Cosa vogliono le donne cinesi che Le differenzia da quelle italiane?
Le donne cinesi, nonostante siano state molto emancipate dal comunismo che le ha rese pari agli uomini per diritti ed opportunità, sono ancora molto legate ad una certa tradizione sociale: ad esempio se una ragazza arriva ai trent’anni e non è ancora sposata viene considerata un’irrimediabile zitella. Per questo si sposano molto presto, alle volte il futuro marito è perfino suggerito dai genitori, per poi altrettanto in fretta regalare ai nonni il tanto desiderato nipote. Inoltre, come dicevo poco prima, nel matrimonio più che l’amore è importante la posizione sociale e lavorativa del futuro coniuge: in Cina c’è una grossa sproporzione numerica tra donne e uomini (dovuta alla vecchia tradizione di eliminare le figlie femmine), queste ultime sono molte di meno e possono permettersi di scegliere uno sposo che possa garantire loro un’automobile ed una casa di proprietà. Vogliono benessere e ricchezza e, nel momento in cui hanno un figlio, vogliono che eccella in tutto e gli fanno fare mille attività: dal disegno, all’inglese, alla musica. Riversano su di lui molte aspettative.
Com’è vivere in Cina per un’italiana anche se espatriata?
In Cina non si vive male: nella città dove abito vicino Shangai ci sono servizi che funzionano, faccio la spesa on line e trovo di tutto, i trasporti sono capillari (in mezz’ora di treno super veloce arrivo a Shanghai). Certo, alle volte il modo di comportarsi e di pensare dei cinesi, così diverso dal nostro, ci spazientisce: ma non ne faccio un dramma. Spesso però la vita dell’espatriata si svolge in una “bolla” (ne parlo anche nel libro): si vive con amici stranieri e tra le mura dei “compound”, ovvero i complessi residenziali all’interno dei quali c’è tutto, dalla piscina al parrucchiere. E la reale integrazione col mondo cinese non avviene.
Hai voglia di tornare in Italia?
Mi piace sempre tornare in Italia, ma in vacanza. Per il momento non ci tornerei a vivere in pianta stabile, preferisco il dinamismo e le opportunità che ho trovato qui. Anche se, naturalmente, non tutto è perfetto e devo venire a patti con problemi gravi come ad esempio l’inquinamento. Ma per il momento abbiamo deciso che i pro superano i contro e che quindi rimarremo finché ci sembrerà la soluzione migliore per la nostra famiglia.