Per combattere gli stereotipi, si deve iniziare presto, prima che le ragazzine perdano fiducia in se stesse e nelle proprie capacità.
Vorrei concludere – per il momento – questa breve serie di articoli in cui spero di aver sollevato alcune riflessioni sulla lingua che parliamo e scriviamo, sul massiccio uso del maschile inclusivo, su varie questioni relative al genere femminile nella nostra grammatica, evidenziando ancora una volta come ogni lingua sia un organismo vivo, in continuo mutamento, di pari passo con la società.
Mi piace allora citare alcuni esempi positivi e di buon auspicio per il futuro, soprattutto delle bambine e dei bambini che si stanno formando.
Iniziamo dal grande successo che sta avendo il libro Good Night Stories for Rebel Girls (Storie della buonanotte per bambine ribelli): si tratta di 100 storie basate su donne reali, che si sono imposte per il loro talento e che possono essere validi esempi di vita per le bambine. Le ideatrici Elena Favilli e Francesca Cavallo avevano lanciato una campagna di crowdfunding (su kickstarter.com)che ha superato le aspettative. Ma anche altrove su internet si trovano idee interessanti, per esempio sul sito della casa editrice Settenove che propone libri per ragazze e saggi rivolti agli educatori; esiste anche un sito (scosse.org) curato da docenti che cercano di introdurre nelle scuole percorsi educativi e di lettura non sessisti. Da consultare poi amightygirl.com che raccoglie un ampio ed esauriente elenco di libri, fumetti, film, programmi televisivi che hanno al centro donne coraggio-se, non solo del passato, che possono costituire modelli davvero formativi.
Ritornando alla bella iniziativa di Favilli e Cavallo, due italiane che vivono a Los Angeles, ho letto interessanti articoli (“Vanity Fair” 18.5.16 -“Repubblica” 2.6.16), scoprendo che hanno trovato in breve migliaia di sostenitori e 675 mila dollari di finanziamento (a fronte di una previsione di 40.000). Chi contribuisce, riceverà il libro per Natale.
Ma di cosa si tratta ? Il progetto si è sviluppato per fornire alle bambine, le adulte di domani, esempi di donne che concretamente hanno realizzato i propri sogni in ambiti di solito considerati maschili: si può essere astronauta, scienziata, ministra, ma anche chirurga, meccanica, calciatrice. Tutto è nato quando Elena Favilli ha scritto un articolo sul ”Guardian” raccontando la sua esperienza di imprenditrice, ricevendo insulti, minacce, attacchi in quanto donna. Ha capito allora che, per combattere gli stereotipi, si deve iniziare presto, prima che le ragazzine perdano fiducia in se stesse e nelle proprie capacità. Devono invece conoscere esempi positivi, di donne che ce l’hanno fatta, e i 100 personaggi scelti vanno in questa direzione: da Frida Kahlo a Serena Williams, dalle sorelle Brontë a Mae Jemison, la prima afro-americana nello spazio. Non dimentichiamo poi che i libri per bambini – secondo una indagine della Florida State University – hanno protagonisti maschi al 70% , persino quando sono animali.
L’articolo del mensile (“C’era una volta, nello spazio, una ragazza come te” di Vincenzo Esposito) si conclude con tre consigli di Elena Favilli ai genitori rispettivamente di figlie femmine e di figli maschi – che non possiamo non fare nostri. Consiglio numero 1: le femmine non devono essere considerate più fragili; vanno incoraggiate a correre, andare in bicicletta, arrampicarsi senza timore; n. 2 : non si deve dire loro che il padre, in futuro, sarà geloso dei ragazzi; sarebbe un modo di perpetuare lo sciocco pregiudizio dell’uomo cacciatore e della donna preda; n. 3 : oltre che bambole, diamo alle figlie giochi di altro genere: il piccolo chimico, il cannocchiale, le costruzioni perché possano acquisire passione per ambiti tecnologici e scientifici.
Ed ora i consigli per chi ha figli maschi. N.1 : lasciate che esprimano liberamente le loro emozioni: i veri uomini talvolta piangono (avete presente le lacrime in pubblico del presidente Obama?); n. 2 : non li rimproverate se vogliono giocare con una bambola o amano i colori pastello; non ha alcun senso usare il celeste per i bambini e il rosa per le femmine: è una usanza piuttosto recente dettata solo dal marketing ; n. 3 : ogni volta che una donna – in tv, in un libro, in famiglia – fa qualcosa di importante va presa a modello perché è bene che i maschi fin da piccoli prendano confidenza con i modelli femminili forti, di cui del resto il mondo è pieno.