Un magazine che si occupa di donne come dol’s non poteva non intervistare Ritanna Armeni, giornalista e scrittrice, che di queste si è occupata a lungo.
Giornalista da molti anni, ha lavorato al Manifesto, all’Unità , Rinascita, Liberazione e all’agenzia di stampa Asca. Ha collaborato con molte testate settimanali e quotidiane nazionali. È stata editorialista del Riformista. Il suo lavoro non si è limitato alla carta stampata. Per quattro anni ha condotto su LA7 Otto mezzo con Giuliano Ferrara e ha collaborato con Radio Tre. Il suo impegno politico e giornalistico è sempre stato rivolto ai temi politici e culturali. Ha pubblicato con Ponte alle Grazie La colpa delle donne (2006), Prime donne (2008) e, insieme a Rina Gagliardi e a Fausto Bertinotti, Devi augurarti che la strada sia lunga (2009). Recentemente ha curato il volume Parola di donna (Ponte alle Grazie 2011). È sposata e ha una figlia.
In “Parola di donna” (Ponte alle grazie, 2011), di cui è curatrice, cento donne propongono le loro definizioni di altrettante parole, spiegando come il ruolo femminile sia stato motore del cambiamento nella nostra società.
Nata a Brindisi nel 1947. Attenta alle problematiche femminili e alle discriminazioni contro le donne, è diventata caporedattrice di Noi donne e ha collaborato alla nascita del quotidiano Il manifesto. Ha lavorato per L’Unità.
Dei tanti libri che hai scritto sulle donne, ci vuoi parlare di ”Perchè in politica non c’è spazio per il secodo sesso del 2008?
Ho scritto questo libro quando è stata eletta Ségolène Royal. Questa donna mi aveva davvero molto colpita perchè la sua carriera era stata sempre inappuntabile, nonostante fosse stata trattata molto male anche dai compagni di partito. Da allora però sono stati fatti molti passi in avanti, tanto che siamo addirittura arrivati alla candidatura di una donna alla presidenza degli USA. Anche in Italia in 8 anni le cose sono cambiate, a partire da Maria Elena Boschi per finire a Virginia Raggi, prima sindaca di Roma e Chiara Appendino a Torino.
Che ci siano donne in politica oggi è un dato di fatto ed è stato un passo avanti.
Da qui a dire che l’arrivo delle donne in politica siano conseguenti alle lotte femministe, non lo posso affermare. Le donne che arrivano in politica vogliono essere uguali agli uomini. Lo fanno con la forza derivata dal femminismo, ma si muovono diversamente dalla generazione a cui apparteniamo.. Le trentenni di oggi sembrano meno fragili. Hanno preso le conquiste del femminismo e le hanno interiorizzate. Ma proseguono su strade diverse. Un po’ come a scuola. Più donne studiamo e per loro gli studi vengono dati per acquisiti.
Quindi le conquiste sono state molte…
E’ chiaro che le donne hanno raggiunto vantaggi inequivocabili, ma in un momento di crisi, la situazione tra uomini e donne si stanno equiparando sebbene le donne continuino ad avere degli ostacoli derivati dalla maternità. Le donne però hanno fatto tutto da sole, lo Stato non le ha aiutate affatto
Le donne se dovessero votare oggi sarebero capaci di votare altre donne?
Un tempo si mettevamo su un altarino le altre donne solo perchè facevano qualcosa di diverso da quello che ci si attendeva facessero e venivano sostenute, oggi non è necessario non attaccare queste donne. Possiamo farlo perchè sono donne forti
Il punto oggi non è votate donna, ma farlo perchè è competente e innovativa
Per esempipo Hillary la voterei non solo perchè è donna ma perchè porta avanti delle istanze nuove.
In che anni hai cominciato a lavorare?
Nel ’71 per noi donne, mandata lì da Luciana Castellina come giovane giornalista.
Che studi hai fatto?
Il classico e sono quasi laureata in filosofia, ma poi ho cominciato a lavorare nel giornalismo per il Manifesto ed ho lasciato tutto. E’ stato del tutto casuale. Oggi sarebbe diverso hai necessitàò di specializzarti sempre. Ai miei tempi era più facile.
Il lavoro che ti è piaciuto di più?
Il primo per il Manifesto che mi ha lasciato lo spirito critico che ho conservato per tutta la vita e l’ultimo per Otto e mezzo con Ferrara.
Come sei arrivata a ciò?
Ho lavorato per 6 anni nell’ufficio stampa di Bertinotti, persona splendida, ma quel lavoro , in cui seguivo tutte le vicende di una persona, mi aveva prosciugato. Ed ho deciso di tornare al giornalismo. Quindi ho dichiarato di non voler più continuare con l’ufficio stampa e proprio il giorno stesso trovo sulla segreteria una telefonata di Ferrara che mi chiede se mi sarebbe piaciuto collaborare con lui.E quindi è lii che ti ha scelto? Lo conoscevo, ma poco, lo avevo incontrato quando accompagnavo Bertinotti. Gli risposi che se le elezioni di RC fossero andate bene avrei accettato, altrimenti no perchè avrei temuto di abbandonare la barca mentre affondava.
E quindi è lui che ti ha scelto?
Lo conoscevo, ma poco, lo avevo incontrato quando accompagnavo Bertinotti. Gli risposi che se le elezioni di RC fossero andate bene avrei accettato, altrimenti no perché avrei temuto di abbandonare la barca mentre affondava.
Hai avuto un ruolo di contrappeso nella trasmissione?
Certo, due giornalisti di segno opposto. Prima di me c’era stato Gad Lerner.
Tua figlia segue le tue orme?
E’ laureata in filologia romanza e lavora allo IULM. Mi ha dato anche due nipotini un maschio e una femmina.
Spingeresti la tua nipotina a studiare materie scientifiche?
Sì, sebbene lei abbia una testolina molto creativa.
Ultima domanda. Che ne sarà di Roma?
E’ una domanda difficile. E’ una città bellissima, ma in decadenza. Quando ero ragazza e sono arrivata a Roma la sentivo come una città libera, piena di vita e di promesse. Ora è una città diversa. Per governare Roma ci vogliono delle idee innovative per risolvere gli innumerevoli problemi. Roma è una capitale, ha i ministeri, il turismo, una storia ed è…in bancarotta. Ha bisogno di azioni coraggiose e che segnino il cambiamento per superare tutti gli ostacoli.