Siamo diventate nemiche di noi stesse e delle nostre compagne di viaggio, ci nascondiamo cosa siamo disposte a fare per raggiungerlo.
Siamo un paese dove tutto fanno le madri dove persino il figlio più famoso di tutti i tempi si dice non avrebbe combinato nulla di buono se non fosse stato per sua Madre, santa donna. (cit. La scuola cattolica)
Ma questo potere non ci è servito per una rivendicazione dei nostri più naturali diritti, l’abbiamo occultato quasi paurose che se l’avessimo reso pubblico l’avremmo perso.
Stolte, quel potere non faceva paura a nessuno ma ci relegava sempre più nell’intimità, tra coloro che, sante, celavano i dolori, ricucivano ferite, nascondevano le lacrime ma non disturbano il maschio dal suo quotidiano fare (?)
Anche quando stanche di lavoro nero malpagato, non retribuito, negato, occultato, abbiamo deciso che bisognava affermare l’inaffermabile e potevamo misurarci in ben altre dimensioni, di lavoro, di vita, di aspettative, sono riusciti a tracciarcele diverse.
Il nostro successo doveva passare dal nostro corpo (le ragazze dell’epoca Berlusconi) compiacenti carine e fintamente soddisfatte ma pur sempre in attesa del riconoscimento del maschio.
Il lavoro altro, quello pubblico per intenderci, difficile, ostile, mal retribuito ed organizzato su modelli maschili. E quando siamo riuscite a raggiungerlo abbiamo indossato altri abiti, abiti maschili. Abbiamo dovuto nascondere la maternità nei luoghi di lavoro o esserne scacciate se sopraggiungeva.
Se qualche successo vi è stato, noi folli, l’abbiamo chiamato multitasking e ne siamo state felici !
Il successo ….
Abbiamo creduto di raggiungerlo uniformandoci al modello maschile che ci ha trasformate e divorate
Siamo diventate nemiche di noi stesse e delle nostre compagne di viaggio, ci nascondiamo cosa siamo disposte a fare per raggiungerlo.
Fingiamo una libertà che non abbiamo, una libertà che non è la nostra! Ci assoggettiamo al maschio sia se da lui aspettiamo il riconoscimento sia se da lui assumiamo i modelli