Le ragazze dell’Ogliastra sembrano volere e sottoscrivere la “dedizione alla superiorità maschile”.
TRA SERIO E FACETO
Sono appena rientrata da una vacanza in Ogliastra, quella meravigliosa zona della nostra Sardegna che va, grosso modo, da Cala Gonone a Barisoni con chilometri di splendido mare incontaminato, spiagge lunghe o cale e baiette , di sabbia ogni colore oppure sassolini o sassi e scogli di ogni tipo e che all’interno permette belle escursioni sopra monte su affascinanti altipiani o sopramonte nel Gennargentu. Non è certo il più famoso e ricco nord, ma i turisti sono moltissimi, dall’Italia e dall’Europa intera, già in luglio.
E’ vero che in questa terra trovi ancora il gruppetto di anziani nonni locali, con la classica coppola nera , o non so come si chiama, che mentre parlano fra loro sorvegliano con un occhio i nipotini sul lungomare la sera. E’ vero che vedi capre al pascolo e altri animali un po’ ovunque nell’entroterra. Ma è anche vero che, per stessa ammissione degli albergatori e ristoratori locali, sono ormai 20 anni che per lo più la zona vive di turismo, fortunatamente sempre più internazionale e in crescendo di anno in anno, dicono.
Sono molti i giovani che operano a contatto con i turisti, e molte le giovani donne, tutti originari di questa area o al massimo provenienti da Cagliari.
Ho avuto modo, anche se non avrei voluto soffermarmi, di osservare e constatare che qui, in Ogliastra, le giovani donne (non ne ho vista una sola al lavoro nel turismo e commercio con età apparente superiore ai 40 anni) sono molto ma molto lontane dal concepire come proprio, ancor meno immagino come proprio diritto, la parità di genere. Ogni sera, ristoranti diversi e di diverso livello, le cameriere donna hanno regolarmente, nell’ordine, 1) rivolto il primo saluto e sguardo e chiesto “cosa desidera ordinare?” prima a mio marito e poi a me; 2) hanno servito il primo dei due piatti di portata rigorosamente prima all’uomo; 3) quando, per comodità perché a mia portata di vista, ho chiesto io il conto mi hanno guardata con aria strana, titubanti, si sono quindi avvicinate al tavolo ed hanno chiesto a mio marito la conferma : volete il conto?.
Osservando le giovani coppie (sui 25-30 anni) del luogo che come noi erano avventori del locale ho spesso sentito dire dalla lei al suo lui, dopo che avevano letto il menù, “ cosa ordiniamo?”. Quando il piatto di portata arrivava ed era in comune, tutte le lei osservate non muovevano neppure lo sguardo, tantomeno la posata per servirsi, prima che il lui di turno non avesse evidentemente finito di servirsi, da sé, riempiendosi il suo proprio piatto. Le lei si servivano quanto lui aveva, più o meno “generosamente”, avanzato nel piatto di portata.
Prima l’uomo, il maschio. Come a casa mia faceva mia nonna e già allora veniva contestata da mia madre che la riprendeva “ il galateo, mamma, lo sai che prima van servite le donne in ordine di età partendo dalla maggiore! “.
Facendo una gita in barca, in cui due giovanissimi fratello-sorella si dividevano i compiti di servizio a bordo, ho avuto la conferma del femminil pensiero delle giovani ogliastrine. Ho chiesto del latte freddo da aggiungere al caffè alla ragazza che ci serviva le bevande, risposta: “ non so se ce l’ho, mi scusi, sa .. mio fratello dice che il latte a bordo non si tiene perché porta male. Io avevo preso delle pannine al supermercato ma lui mi ha sgridata e .. vado a vedere se per caso una è rimasta ché non l’ha vista, ma le ho dovute buttare quel giorno..”. Il fratello aveva 28 anni, lei 23.
Rientrata a Milano, scorro rapida qualche post di Caterina e altre di noi. Ho la sensazione che quanto spesso diciamo e commentiamo valga per una piccola area d’Italia, forse. Le ragazze dell’Ogliastra sembrano volere e sottoscrivere la “dedizione alla superiorità maschile”. Sono perplessa, siamo nel 2016, vedono milioni di turisti, hanno tutte lo smartphone e si fanno selfie ogni tre per due come le nostre figlie, sono certa che postano su facebook, twitter e altri. Ma non siamo donne allo stesso modo, né loro vogliono essere come noi. Forse non porterebbero il velo spontaneamente, ma dopo un annetto di indottrinamento da parte dei loro uomini mi sa che inizierebbero le prime a farlo senza troppe remore. Beh, ragazze mie di Dol’s, viva le spiagge di Sardegna che, guarda caso, sono spesso definite alle loro estremità con belle torri di osservazione. Saracene.