C’è un odore ad Auschwitz che ti entra dentro e rimane, per sempre. Visita di Papa Francesco ad Auschwitz.
Oggi ho visto le foto di Francesco ad Auschwitz. Ho visto cambiare l’espressione via via che superava la porta con la famosa scritta di metallo.Solo chi l’ha superata puo’ capire e io sapevo che quell’uomo che tutto il Mondo guardava stava provando esattamente quello che ricordavo e soffrivo per lui.
Si sente uno strano odore entrando nel padiglioni dell’ex caserma trasformata in lager.
Un odore mai sentito,qualcosa di caldo, nauseante e dolciastro che ti prende allo stomaco e vorresti solo scappare.Ho visto la sua espressione davanti alla cella di Padre Kolbe. Quella e’ nella prigione. Si,perche’ Auschwitz non bastava, c’era anche la prigione.
La cella era piccolissima , nei sotterranei della palazzina e l’unica feritoia in alto era sul piazzale del muro della morte,quello delle fucilazioni.A lato nel corridoio due piccole torri, alte neanche un metro e larghe si e no mezzo. Con una porticina.
Ecco..erano due piccoli loculi cella, prigioni per risparmiare spazio.Uno si infilava li e stava piegato,al buio,in quella specie di tubo, finche’ respirava.
Poi quell’odore che ti segue..e i registri.
Tutto annotato alla perfezione.
Orari di entrata, di uscita, finanche segnato se i prigionieri avevano un raffreddore.
Non parlatemi di regole, e del loro rispetto senza un giudizio di valore ,senza che siano fatte proprie e condivise…quei registri perfetti a me l’hanno ricordato in pieno che le regole in quanto tali non servono proprio a niente.
Insomma..oggi ho visto quell’espressione, il volto di un uomo in prima fila nel mondo che si ritraeva alla vista del dolore del mondo come me e come qualunque essere umano che abbia , semplicemente , ancora un cuore
C’e’ un odore ad Auschwitz che ti entra dentro e rimane, per sempre.