Le italiane viaggiano sempre più da sole. Autonome, emancipate, avventurose, indipendenti, curiose, libere.
Viaggiano sia per lavoro, sia per necessità, che per piacere. Single, amiche in viaggio, manager e studentesse.
Abbiamo intervistato le ideatrici di http://www.viaggiodasolaperche.com/it/ che del viaggio in autonomia ne hanno fatto un modus vivendi. Viaggio da sola perché è un progetto fcoordinato da tre amiche, Elena, Dana ed Eliana che, come altre viaggiatrici, sentivano la necessità di creare una rete di donne che viaggiano da sole, in cui poter confrontarsi, raccontarsi, dare e ricevere consigli sull’argomento del viaggio in solitaria. Viaggio da sola perché è una realtà comprendente un sito/blog, un network che riunisce progetti e blog di viaggiatrici in solitaria e il gruppo Facebook omonimo, nato ad Agosto del 2015 come primo tassello del progetto e che ad oggi riunisce più di 2500 donne, offrendosi come punto di riferimento sia di viaggiatrici navigate che alle prime armi.
Scrivono nel loro sito: ”Il viaggio in solitaria è un’esperienza intensa e coinvolgente. Alcune lo hanno vissuto solo nel loro immaginario, altre lo hanno sperimentato qualche volta e altre ancora lo hanno reso il proprio stile di vita ma tutte sono accomunate da un intento: esplorare il mondo per scoprire noi stesse.”
Quanti anni avete in media e che professioni svolgete? Professioni attinenti ai viaggi che conducete? Cosa vi spinge a viaggiare da sole e non con amici?
Dana ha 30 anni ed è una progettista grafica freelance per il web, disegna e progetta l’esperienza utente di siti internet, app e altre interfacce digitali. Elena ha 31 anni, ha fatto l’educatrice e la coordinatrice di progetti di educativa per molti anni. Oggi si dedica anche alla scrittura, a molte discipline olistiche e ai cavalli. Eliana ha 29 anni ed è web content writer e si occupa soprattutto di scrittura nel settore turistico. Viaggiamo anche con amici o partner ma il viaggio in solitaria rimane una passione. Ci rende libere di vivere la dimensione viaggio così come la desideriamo noi, con pochi compromessi. Ci fa guardare attorno e dentro. Ci aiuta a scoprirci, metterci alla prova e aprirci anche agli incontri di cui ogni viaggio è ricco.
Non pensate che viaggiare insieme a qualcuno renda il vostro viaggio meno rischioso?
Dipende dal tipo di viaggio e dal contesto. Non si può dire che un viaggio sia in generale più sicuro se svolto insieme ad altri. I fattori di rischio nella vita sono innumerevoli e variegati e l’idea di poterli controllare è illusoria. Ciò che possiamo fare è cercare di fornirci di strumenti idonei a valutare la situazione in cui ci troveremo e provare a valutare se siamo in grado di affrontarla da sole o meno:
stiamo parlando non solo di informazioni sul luogo e la cultura locale ma anche dello sviluppo di senso critico, autoconsapevolezza, intuizione, capacità di problem solving ecc.
Cosa traete dalle vostre esperienze di viaggio? Vi aiuta a vivere meglio la vostra quotidianità Oppure non vedete l’ora di ripartire?
Traiamo qualcosa di diverso da ogni singolo viaggio: stimoli, idee, sensazioni, nuove consapevolezze e nuovi punti di vista. Viaggiare è crescita. Viaggiare è libertà. Viaggiare è parte della nostra vita e ciò che viviamo in viaggio entra a far parte di noi perciò lo riportiamo inevitabilmente anche nella cosiddetta “quotidianità”. È un desiderio che non ci abbandona mai ma che ognuna di noi tre gestisce e rielabora in modo diverso: Dana viaggia sempre con il computer nello zaino perché lavora ovunque si trovi. Per adesso fa viaggi sia brevi che lunghi, sempre con budget ridotto all’osso perché le piace fare così. Ha il pensiero fisso di emigrare e costruire il suo futuro in un posto che ama (ricambiata): il Portogallo. Elena è più nomade, viaggia da due anni e mezzo, facendo qualche tappa a Torino, attuale casa base, tra un viaggio e l’altro; Eliana ha vissuto lunghi periodi all’estero – prima a Pechino, poi a Londra – in attesa di capire chi fosse e cosa cercasse realmente dalla vita. È poi rientrata in Italia e un anno fa ha deciso di dedicare tutta se stessa alla sua più grande passione: la scrittura, pur continuando a viaggiare in solitaria in Europa e avviando progetti nel settore turistico. Sogna di tornare in Asia per specializzarsi in turismo rurale e olistico.
Viaggiare è un arricchimento personale o sociale?
Entrambi. La crescita personale ha delle ovvie ricadute positive sulla società, composta da singole individualità che si mettono in relazione tra loro. Viaggiare aiuta ad ampliare gli orizzonti, a trovare nuove soluzioni insieme a nuovi punti di vista. Viaggiare contribuisce a creare mescolamenti culturali, a creare nuovi ponti, a imparare dalla diversità e a integrarla. Certo, questo accade se si viaggia in modo consapevole e sostenibile perché, altrimenti, il turismo può appiattire la diversità culturale o banalizzarla trasformando tutto in semplice intrattenimento.
Vi aiuta a comprendere le differenze?
Quando si viaggia si esce dalla propria comfort zone e ci si addentra nello sconosciuto. Lì si scoprono e sperimenta la diversità. Più ci si mette in discussione e si è aperti al nuovo più si potranno comprendere le differenze. Il che non significa che tutto ciò che vedremo e vivremo ci piacerà ma potremo decostruire, almeno in parte, la tendenza a giudicare per partito preso. Anche in questo caso, però, non è il viaggio il punto bensì la disposizione d’animo con cui lo si vive, la disponibilità a osservare, sentire e vivere.
Come reagite quando incontrate mondi che hanno bisogno di voi e voi siete impotenti?
E’ una questione a cui è difficile rispondere perché c’è un divario tra la consapevolezza di ciò che si può o meno fare e il desiderio di risolvere problemi. Sicuramente fa stare male ma è importante sviluppare capacità critica e non gettarsi in apparenti soluzioni che non sono altro che palliativi (soprattutto per la nostra coscienza). Ci sono nodi che non possiamo sciogliere da soli e l’illusione del contrario è delirio di onnipotenza ma possiamo aumentare il grado di attenzione e impegno nella nostra vita quotidiana per impattare in modo diverso il mondo. E’ la storia della famosa goccia d’acqua nell’oceano. Il cambiamento su larga scala non può che passare anche dal particolare e tutti noi siamo questo particolare.
Mai incontrato situazioni pericolose?I parenti ed amici non sono preoccupati?
Fino ad ora ci siamo imbattute in situazioni scomode, mai davvero pericolose. O forse, il fatto che tutto sia andato bene ce le ha fatte interpretare in questo modo. Quando viaggiamo da sole tendiamo ad aprire tutti i sensi, a stare ancora più attente, a informarci sui luoghi in cui stiamo per andare. Questo è sufficiente? No ma è ciò che praticamente possiamo fare. Le nostre famiglie sono spesso in ansia, gli amici meno, tendono a supportarci maggiormente nella realizzazione dei nostri desideri. Noi cerchiamo di tenerli informati su come stiamo e cosa facciamo, a condividere qualcosa delle nostre esperienze.
Nessuna di voi è moglie o madre? Le cose cambierebbero se lo foste?
Nessuna di noi è sposata o ha figli. Cambierebbe qualcosa se lo fossimo? Forse sì o forse no. Ogni singola scelta è compiuta secondo chi siamo oggi. Il futuro ci dirà chi diventeremo e che cosa sceglieremo di fare. Nel gruppo Facebook di Viaggio da sola perché, che è una comunità di donne che viaggiano da sole, sono molte le mogli e madri e questo fornisce un dato: i legami che si hanno possono essere vissuti in modo responsabile senza per questo cancellare i propri desideri o aspirazioni bensì trovando un equilibrio condiviso tra le due cose.