Nella campagna del ministero per l’aumento della fertilità , l’aumento della natalità è l’approccio alla questione, che viene relegata ad un freddo obbligo fisiologico di espressione della propria fertilità di specie utile ad aumentare la popolazione.
Come persona, come donna e come madre ho trovato assolutamente inadeguata la campagna messa in atto dal Ministero della Salute sul tema della fertilità , soprattutto nella maniera di intendere la procreazione, intesa come atto di natura prevalentemente biologica.
Ho trovato fastidiosa la pesante ingerenza intentata tramite questa campagna, probabilmente per finalità demografiche, in una decisione – che oltre ad essere strettamente personale – nella vita di ogni individuo riveste un enorme importanza per il modo in cui condizionerà il suo futuro e che per questo avrei preferito fosse trattata con maggiore rispetto: la scelta di avere un figlio. E poi se al momento la costruzione di questo futuro sembrerebbe affidata quasi esclusivamente ai futuri genitori, non vedo proprio come la fertilità possa essere un bene comune, come minimo si tratta di un paradosso.
Ma quello che più di ogni altro aspetto colpisce in questa maldestra campagna Ministeriale per l’aumento della natalità è l’approccio alla questione, che viene relegata ad un freddo obbligo fisiologico di espressione della propria fertilità di specie utile ad aumentare la popolazione. Mi domando chi abbia potuto mai curare una campagna di promozione della natalità in maniera così fredda, senza considerare affatto l’aspetto più importante e cioè che i figli quelli veramente desiderati non si fanno certo perché altrimenti si “perde il treno” o per dovere, e neppure per calcolo o per entrare in una statistica, ma per i figli si fanno per amore.
E tra banane, clessidre e scarpette quello che manca nelle foto di questa campagna è infatti proprio l’immagine di un cuore, simbolo del sentimento che unisce i genitori e i loro figli. E allora se proprio il Ministero voleva convincere le italiane e gli italiani a fare più figli l’unica bastava semplicemente dire: fatelo per amore.