Fondazione Gaia nasce per aiutare le donne in difficoltà a causa di condizioni di emarginazione,povertà e discriminazione sociale promuovendo e sostenendo progetti nazionali e internazionali che favoriscano il superamento di tali barriere e la piena espressione di sé.
Le madri non si arrendono mai. E quando viene a mancare uno dei loro figli si battono fino in fondo perchè la loro morte non vada sprecata e l’oblio non copra la loro assenza. Come il caso di Valeria Solesin alla quale è stato dedicato un premio dal Comune di Milano dedicato ai giovani talenti, cosi’ come tanti altri e tra di loro Isa Maggi che aveva voluto prolungare nel tempo la memoria della figlia scomparsa con la creazione di Villa Gaia a Pavia.
Come è nata l’idea di Villa Gaia, quando? Dove sorge?
Abbiamo costituito la Fondazione Gaia per ricordare Gaia Santagostino, morta il dal 29 settembre 2008. Gaia era studentessa di scienze politiche all’Università di Pavia. Lavorava allo Sportello Donna di Pavia e si occupava di donne in difficoltà, senza lavoro, con fragilità psico-sociali,con bambini. Fondazione Gaia nasce per aiutare le donne in difficoltà a causa di condizioni di emarginazione, povertà e discriminazione sociale promuovendo e sostenendo progetti nazionali e internazionali che favoriscano il superamento di tali barriere e la piena espressione di sé.
Quali sono gli obiettivi?
Villa Gaia è il progetto innovativo che si sta realizzando in Oltrepo Pavese per donne vittime di violenza, in difficoltà in fragilità economica e sociale,con bambini.Villa Gaia crea un un legame forte con i territori, è un progetto concreto a supporto delle donne. Superata l’emergenza le donne hanno infatti la necessità di riprogettare il proprio futuro personale e professionale.Villa Gaia è il luogo dove svolgere attività di accoglienza ed anche luogo dove svolgere lavori nell’ambito del turismo, dell’agricoltura famigliare e di accoglienza gastronomica e rendere quindi il progetto autonomo e con una sua valenza di sostenibilità.
Chi l’ha costruita? L’architetto era a conoscenza degli scopi dell’associazione? Sapeva che avrebbe accolto donne svantaggiate e che una carrozzina avrebbe potuto entrarci? Come mai nella sua ideazione dello spazio non lo ha preso in considerazione?
Il progetto è la ristrutturazione di una casa storica situata nel Comune di Rea,nell’Oltrepo Pavese, l’Antica Dogana, ai fini della realizzazione di uno spazio di accoglienza con valenza nazionale e trasnazionale, messa a disposizione della famiglia Santagostino. Il luogo della tradizione,l’antica Dogana, diventa cantiere creativo del paesaggio ma anche nodo centrale di un reticolo di percorsi di sostenibilità sociale ed ambientale cogliendo, grazie a questi, rischi e opportunità di sviluppo culturale per l’intero territorio. I progettisti erano al corrente delle finalità.
Purtroppo molti nuovi edifici sono malfatti e poco accessibili. Cosa consiglieresti di fare? Esiste un’edilizia accessibile ma spesso gli architetti se lo dimenticano?
Gli architetti non possono e non devono dimenticare. Le barriere culturali si eliminano anche dando attenzione alle barriere architettoniche.