Arrivano a Napoli da tutta Italia le partecipanti al V convegno nazionale di Toponomastica femminile
Si potrà dire che già nel pomeriggio del 10 novembre 2016 la città partenopea apre le porte a coloro che si stanno impegnando per cambiare la fisionomia delle strade, per vederle adorne di tante nuove targhe dedicate alle donne di talento, per pareggiare le attribuzioni maschili preponderanti, alla luce di una esigenza di equità e giustizia.
L’idea è di trascorrere insieme il maggior tempo possibile, ma siamo così numerose che dovremo alloggiare in strutture ricettive diverse. Tanto meglio: ci si racconta che cosa significa dormire quasi all’ombra del Munasterio ‘e Santa Chiara***, oppure in alto con vista a picco sul golfo.
La prima mattinata “di lavoro” ci riunisce nel complesso monumentale di Santa Maria La Nova, nel cuore del centro storico. Accoglienza perfetta di Giuliana Cacciapuoti, circondata da fanciulle in tenuta impeccabile (bianco e nero di rigore), nella sede della città metropolitana.
Il programma è fitto e ricco di spunti. Gli interventi si alternano a buon ritmo, con una varietà che tiene desta l’attenzione e riserva sorprese nei temi. Non ci si accorge del passar del tempo e l’atmosfera si galvanizza con l’arrivo del sindaco, Luigi De Magistris. Oggi al suo secondo mandato, ha introdotto novità “rivoluzionarie”: la tutela dell’acqua dalla privatizzazione, il riordino dell’assetto urbano, ora elegante invito alla bellezza architettonica e paesaggistica, e soprattutto la COMMISSIONE TOPONOMASTICA CON RELATIVO REGOLAMENTO. Il sogno di tutte noi!
Le sue parole sono molto mirate, per niente generiche: c’è bisogno di offrire ai cittadini i simboli della memoria, le targhe stradali che evochino l’enorme contributo delle donne alla storia, alla civiltà, alla cultura. Una targa recente gli sta a cuore in particolare, quella apposta su un ponte in ricordo di Maddalena Cerasuolo, operaia e antifascista, protagonista delle 4 Giornate di Napoli del 1943. Mentre parla, si avverte l’orgoglio di De Magistris per l’appartenenza a una città che fu la prima a cacciare i nazisti. Impossibile non rivedere nella mente il film di Nanni Loy, un inno all’eroico popolo napoletano.
Il convegno snocciola gli interventi pregnanti che ripercorrono approcci didattici come l’educazione alla parità, donne e tecnologia, l’orientamento alle professioni in ottica di genere, il concetto di cittadinanza attiva, le esperienze più varie in atto nelle scuole… A chiudere la mattinata il degno corollario della Napoli musicale, con concerto di voci e strumenti. Poteva mancare FUNICULÌ FUNICULÀ? Poteva mancare un assaggio delle specialità culinarie partenopee? C’era tutto, proprio tutto. E scandendo le canzoni ci siamo accostate al tavolo delle sfiziosità, pronte a metterci in pista per il giro turistico del pomeriggio. Tra fabbrica di cammei, museo del corallo, teatro San Carlo, Napoli ha rivelato i suoi tesori di artigianato e di arte. L’organizzazione perfetta di Alba Coppola ha offerto ai vari gruppi d’interesse una carrellata di quanto è tipico, non solo localmente ma nel mondo.
Le serate di un convegno non sono mai un saluto veloce e poi a nanna. C’è tanto da commentare, da condividere. Chi non si conosceva scambia indirizzi e promesse di fare rete. La rete delle associazioni femminili è un prodigio di tessitura. Si intrecciano progetti, si scoprono affinità oppure diversità che preludono a una buona integrazione.
Tra una fritturina di pesce e uno spaghetto alla marinara nascono idee irrorate dai vini vesuviani. E ci si alza da tavola con un senso di pienezza che parte dallo stomaco e arriva alla nuvola di benessere della mente arricchita da mille stimoli.
Per fortuna c’è un indomani e non siamo costrette a salutarci. Sarebbe un peccato. Già così presto. No, no. Sabato mattina, tutte puntuali per salutare Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato, che da sempre sostiene Toponomastica femminile. Si alternano consigliere, assessore (declinate al femminile plurale, eh, non si tratta di un consigliere e di un assessore maschio), davvero travolgenti. Napoli è una città fortunata ad avere donne giovani così preparate. Elena Coccia, Daniela Villani, Alessandra Clemente hanno tutte un messaggio importante, sempre sulla qualità della vita e sulle pari opportunità. Quando poi si passa al panel delle buone pratiche il raggio si allarga al Lazio, a Imola, alla Toscana, alla Sicilia…
Si parla di figure femminili dimenticate dal mondo del cinema, di personalità risorgimentali, del cognome materno che finalmente sta entrando nell’uso.
Immancabile finale di mattinata con concerto cantato e degustazione. E qui siamo alla geniale iniziativa gastronomastica: tutte le partecipanti hanno portato qualche specialità del proprio territorio e la tavola è imbandita con ogni ben di dio. Il Nord ha fatto la sua parte, Napoli regna sovrana, il Sud poi non ne parliamo. Pronte a visitare qualche altro angolo della città? Ma certo. Mica possiamo partire senza aver visto Santa Chiara, il Cristo Velato, le fermate della metropolitana lodate e premiate a livello europeo!
Il must è il passeggio in via Chiaia che ci conduce… Sorpresa! Ci eravamo iscritte all’Aperyart senza sapere che cosa fosse e scopriamo che si tratta di libagioni a base di vini descritti con perizia da un produttore sommelier mentre ci si cimenta con il pennello. Strano ma vero. Si beve, si mangiano tartine, si dipingono quadretti raffigurativi del Vesuvio o di San Gennaro che lasciano l’impressione esaltante di avere la mano d’artista. Nel ritornare in albergo, si sosta per un caffè tardivo al Gambrinus, gioia degli occhi ed erede di un’antica tradizione.
Dispiace quasi coricarsi, ma bisogna essere ben fresche per domani, l’ultimo giorno, quello dell’assemblea delle socie e, purtroppo, degli addii. Appuntamento alle ore 9 a villa Floridiana, che ospita il Museo Nazionale Duca di Martina e allinea una serie di sale con collezioni di porcellane. La felicità del collezionista! Noi passiamo, ammiriamo, NON ci fermiamo perché inizia l’assemblea. La presidente di Toponomastica femminile, Maria Pia Ercolini, ha avuto un incidente la mattina prima: un vetro le è crollato sul piede! Povera! Sarà a letto? Macché. Con flip flop infradito sorride contenta di vederci così “energizzate” dal convegno. Su quanto decide l’assemblea conviene qui tacere: usciranno i documenti ufficiali, il verbale, gli atti. È giunto il momento di fare ciao ciao con la manina alle amiche siciliane che partono per prime. Tanti baci, tanti abbracci e poi via, sui “cambi di rotte” che danno il titolo al convegno.
Una notizia si può tuttavia annunciare: nel 2017 il VI convegno nazionale di Toponomastica Femminile si terrà a Imola e nel 2018 il VII Convegno sarà a Lodi e Milano. Noi del gruppo lombardo ci siamo subito compattate sul canto dell’innamorato che aveva un bavero color zafferano e la marsina color ciclamino, veniva a piedi da Lodi a Milano per incontrare la bella Gigogin.
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