Revocare le condanne inflitte agli adulti che pur avendo accettato di convolare a nozze con le rispettive vittime sono stati incriminati per abusi su minori: quello che per il governo rappresenta un intervento a tutela esclusiva delle giovani spose rischia invece di trasformarsi in un potenziale incentivo ai soprusi indiscriminato.
La mozione appena varata dall’assemblea turca sancisce infatti che relativamente a rapporti fisici consenzienti (dunque estranei a “coercizioni o minacce“) culminati in sedicenti “nozze riparatrici“, le sentenze punitive emesse dai tribunali entro l’11 novembre 2016 vengano automaticamente sospese. E’ uno dei 49 punti dell’articolato disegno di legge che i parlamentari si apprestano a esaminare il 22 novembre prossimo: occorrerà dunque attendere qualche mese per assistere, previa approvazione del presidente Recep Tayyp Erdogan, all’ implementazione del controverso emendamento. Ma tant’è.
“Incoraggerà le unioni forzate e legalizzerà il matrimonio dei molestatori“, ha obiettato Omer Suha Aldan, membro del partito di opposizione Chp, “Un uomo di 50-60 anni potrebbe decidere anche dopo anni di legarsi a un’11enne di cui ha abusato in precedenza. Con enormi conseguenze per la bambina, immancabilmente proiettata verso un’esistenza da prigioniera“.
Poichè in base alle normative vigenti in Turchia il consenso individuale non può prescindere dal compimento del 18° anno di età, simili relazioni dovrebbero essere aprioristicamente scongiurate, in ottemperanza alla locale legge antistupro. In realtà (specialmente se a essere convolti in atti sessuali sono 15-17enni) possono essere perseguite solo su istanza degli interessati. Va inoltre rilevato che proprio a luglio la Corte Costituzionale aveva annullato la pena per i reati commessi a danno di soggetti con meno di 14 anni.
“Ignorando i risvolti legali, alcuni tendono a sposarsi e procreare piuttosto preocemente. E se il padre venisse rinchiuso in carcere, i figli si ritroverebbero abbandonati insieme alla loro madre“, è la tesi sostenuta dal premier Binali Yildirim. “Riteniamo che sia una condizione comune ad almeno tremila famiglie. Il nostro è un provvedimento atto a concedere il perdono ai trasgressori inconsapevoli. Durante la campagna elettorale tutti hanno promesso di risolvere la questione e adesso si defilano. Ribadisco: non si tratta di avallare la violenza. D’ora in poi questa situazione non sarà più tollerata“.
Ulteriori ragguagli in merito sono giunti dal ministro della Giustizia Bekir Bozdag: “Si tratta di una regolamentazione temporanea la cui valenza retroattiva è limitata a una sola volta e coloro che insistono a considerarla un beneficio ai violentatori stanno travisando il reale obiettivo della proposta, ossia la salvaguardia dell’ ìnfanzia. Potremo finalmente ponderare gli elementi a carico dei condannati e scindere gli episodi di stupro dagli errori involontari commessi dai vari nuclei familiari“.
A dispetto del limite minimo imposto anagraficamente dal Codice Civile (17 anni per entrambi i contraenti), il fenomeno dei matrimoni infantili sta rapidamente dilagando un po’ ovunque (l’appartenenza a contesti urbani o rurali non pare rappresentare un fattore particolarmente incisivo in tal senso). Ed è un’emergenza che – complici le celebrazioni circoscritte unicamente al rito religioso (giuridicamente precluso in assenza di riconoscimento civile) continua a sfuggire all’opera di monitoraggio da parte delle autorità preposte.