A Napoli, una mostra fotografica imperdibile celebra, con le sue splendide immagini, uno dei fotografi più importanti del nostro tempo: l’americano Steve McCurry, che ha regalato al mondo icone indimenticabili come gli occhi verdi della ragazza afgana. E ha ripreso gli eventi più drammatici del nostro tempo in diretta, con il suo obiettivo.
Lo conoscono tutti per quella copertina sul National Geographic, che ha guadagnato – meritatamente – un posto tra le cento fotografie più belle del mondo. Ma pensare a Steve McCurry come al ‘padre’ della ragazza afgana dagli occhi di ghiaccio (da lui ritratta nel campo profughi pakistano di Peshawar nel 1984 e poi rintracciata, con un salto nel tempo di 18 anni, nel 2002) è riduttivo. Il grande fotografo, nato a Philadelphia nel 1950, nella sua lunga carriera ha viaggiato in tutto il mondo, rischiando la vita pur di ritrarre altre vite. Sì, perché, come racconta lo stesso McCurry nell’intervista che fa da commento alle foto (e che il visitatore della mostra può ascoltare con un’audioguida), a lui hanno sempre interessato le persone. Ecco allora, oltre ai celeberrimi ritratti di Sharbat Gula ragazzina e poi adulta, gli intensi primi piani di uomini e donne sconosciuti di ogni età e nazionalità, scelti da Steve solo perché ‘diversi’, perché belli e interessanti nella loro particolarità: le rughe, la tintura dei capelli, un abito insolito. Ma anche il ritratto di un’icona del cinema contemporaneo, Robert De Niro, immortalato in un setting che non ci colpirebbe, se non sapessimo che quella che lo ha ripreso è l’ultima pellicola al mondo della serie Kodachrome, che McCurry chiese e ottenne dalla Kodak una volta appreso che la sua produzione stava per cessare: con i suoi scatti, dedicati a note personalità, quel rullino ora vive per sempre.
Per riprendere i suoi soggetti umani, Steve McCurry è capace di aspettare per ore, con pazienza, finché non arriva lo scatto perfetto. Ce lo racconta illustrandoci le fotografie, e il visitatore rivive con lui l’interminabile attesa in un vicolo macchiato di rosso dalle impronte delle mani in una festa tradizionale dedicata ai colori, finché non passa un ragazzino che, correndo (forse per scherzare, forse perché in ritardo o per sfuggire – invano – al fotografo), a un certo punto spicca il volo alzandosi sulla stradina polverosa, ed è proprio in quell’attimo che l’obiettivo riesce a riprenderlo. O, ancora, l’intera giornata trascorsa a osservare i pescatori di Sri Lanka, che per prendere i pesci si arrampicano, armati di sottili canne, su pali piantati nell’acqua agitata: se c’è ancora posto per una foto tra le cento più belle del mondo, questa scattata a Weligama dovrebbe essere inclusa.
L’obiettivo di Steve McCurry è un obiettivo da artista, ma anche da documentarista: la mostra si apre con una sezione di fotografie in bianco e nero, scattate in Afghanistan tra il 1979 e il 1980, in trincea con i mujaheddin che combattono contro gli invasori sovietici. Un ventennio dopo, McCurry si affaccia dalla finestra e vede una enorme nuvola di fumo nero avvolgere le cime delle Twin Towers di New York: è la mattina dell’11 settembre del 2001 e poco dopo è già in strada ai piedi dei grattacieli, a fotografare ciò che resta del World Trade Center. Le sue immagini testimoniano anche morte e distruzione, di uomini e di altri esseri viventi: la guerra del Golfo non lascia vittime solo tra i combattenti ma distrugge, con lo sversamento di milioni di litri di petrolio in mare, anche la vita negli ecosistemi: e l’occhio del fotoreporter è pronto a farcelo ricordare per sempre.
La mostra Senza confini di Steve McCurry − promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e dal PAN, organizzata da Civita Mostre insieme a SudEst57 e curata da Biba Giacchetti − è esposta nelle sale superiori del Palazzo delle Arti di Napoli (Palazzo Roccella, via dei Mille 60) in un particolare allestimento che ‘circonda’ e coinvolge il visitatore, dal 28 ottobre 2016 al 12 febbraio 2017. Per informazioni e prenotazioni: http://www.mostrastevemccurry.it/, tel. 02-89096942 (lun-ven ore 9-18, sab ore 9-12).
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 9:30 alle 19:30, la domenica fino alle 14:30 salvo aperture straordinarie (info su Mostra Steve McCurry) ed è chiusa il martedì.
Foto di C. Santoianni.
Il copyright delle foto originali esposte è di Steve McCurry.