Mercoledì 15 febbraio 2017 al Teatro Franco Parenti di Milano è andato in scena ROMANZO METROPOLITANO, un interessantissimo esperimento di integrazione sociale e valorizzazione delle specificità attraverso il teatro.
In scena si sono amalgamate due compagnie teatrali caratterizzate da storie e percorsi diversi, accomunate da una grande passione, il teatro, attraverso la quale provano a smantellare i pregiudizi di cui sono spesso oggetto i loro componenti al di fuori del palcoscenico e a divulgare la conoscenza della loro realtà e delle potenzialità che vi sono insite.
Le due compagnie impegnate in questo progetto dalla marcata valenza sociale sono ‘I Porta Romana’, compagnia integrata composta da attori con sindrome di Down e da attori normodotati, coordinati dal regista Andrea Re, e i ‘Rom Faktor’, compagnia composta da attori di etnia Rom e Sinti, coordinati dalla regista Dijana Pavlovic.
ROMANZO METROPOLITANO rappresenta una sfida.
Una sfida progettuale: il tessuto socio-culturale dal quale provengono gli attori non potrebbe essere più diverso, se aggiungiamo la collaborazione degli studenti del Liceo Artistico delle Orsoline di Milano per la parte scenografica, ci ritroviamo veramente di fronte a un progetto pionieristico.
Una sfida al pubblico: ai pregiudizi che ci accecano e all’ansia giustizialista che ci fomenta.
La storia rappresentata è semplice e tratta del furto di un’opera d’arte. Accadimento grave di per sè, ingigantito dal fatto che l’opera è stata prestata alla Pinacoteca di Brera dal Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo. La crisi diplomatica è dietro l’angolo, la tensione sale, l’opinione pubblica reclama a gran voce un colpevole e l’unico indizio rimanda come associazione mentale ai Rom, che subito vengono accusati del reato.
Una storia assolutamente quotidiana, balzata agli onori delle cronache in virtù dell’unicità dell’oggetto trafugato, e una denuncia al rapporto del pubblico con un certo tipo di informazione ingorda di notizie.
Una storia che si ripropone con continuità nella ricerca di un capro espiatorio, nella demonizzazione del diverso e nella sedimentazione di preconcetti che impediscono di valutare a mente serena.
L’ultima sfida, che questo spettacolo propone, è proprio la capacità del teatro di essere ancora sede di riflessione e agente della trasformazione sociale.
ROMANZO METROPOLITANO affronta le sfide partendo dall’essere umano, insegnandoci che rom in lingua romanes significa uomo, mostrandoci che l’uomo è sempre uguale a se stesso, che si trovi in platea o su un palcoscenico, che abbia oppure no un cromosoma in più.
CIRCOLO CULTURALE GIOVANILE DI PORTA ROMANA ONLUS
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UPRE ROMA
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