“Chi guarda al passato rischia di non vedere il presente”…
Con questo mantra nel cuore bisogna avvicinarsi a Rosso Istanbul.
Con questa convinzione bisogna dimenticare quello che è stato degli altri film di Ferzan Ozpeteck, le altre storie, le vicende viste.
Stavolta bisogna immergersi, lasciarsi andare ad un film fatto di sguardi, di lentezza sapiente, di paesaggi di mare, di luoghi ritrovati, di oggetti accarezzati con la macchina da presa.
Bisogna avvicinarsi ad una storia che c’è e non c’è’ nello stesso tempo.
A protagonisti che sono anche personaggi dei nostri archetipi più antichi, a luoghi che rappresentano sentimenti profondi,nostalgie ,amori.
Così Istanbul per qualcuno di noi non sarà solo la favolosa città mostrata dalla fotografia magistrale del film.
Sarà la Madre di cui abbiamo nostalgia profonda, il Bosforo con le sue acque quell’ abbraccio che ci manca quando vediamo Orhan tuffarvisi dentro per attraversarlo .
Capiterà di vedere in Neval dalla camminata danzante e dal vestito di velluto rosso non solo il personaggio affascinante dell’amica di sempre ma l’Amore .
Sì, l’Amore. Amore che “esiste” per Ozpeteck.
Esiste e nonostante appaia e scompaia nelle nostre vite ,resta e semina ricordi, ferite ma anche legami che vanno oltre, oltre ogni nostra volontà a volte di dimenticare.
Perché ” non dimentichiamo mai le persone che abbiamo amato, perché rimangono sempre con noi; qualcosa le lega a noi in modo indissolubile anche se non ci sono più”.
Insomma Rosso Istanbul è film di legami, di ricordi, di radici e di respiro che riprende .
Sì perché Ozpeteck pare riprendere il fiato in questo film, fare il punto di una vita che ritrova qualcosa di importante, quella parte di noi stessi che è oggi, matura e solida solo perché c’è un Passato dietro assolto, vissuto e consapevolmente , dolcemente riposto nel luogo più prezioso della nostra anima.
Attori a noi in Italia sconosciuti in “Rosso Istanbul “,tutti turchi come gran parte della troupe, ma dei cui volti appena usciti dal cinema sentiamo subito la mancanza perché straordinari e capaci di interpretazioni delicate ed intensissime.
Su tutto poi il senso di una attesa, di una sparizione, di qualcosa che si interrompe e riprende chissà dove.
ma anche di qualcosa che ritorna ,ritroviamo e ci fa sentire diversi.
Insomma “Rosso Istanbul” siamo noi e il nostro viaggio nella Vita con le sue separazioni e stupefacenti riconciliazioni .
Noi con la nostra capacità di riuscire ad amare, anche quando tutto sembra interrotto, frantumanto, quando sembra impossibile ed il peso sul cuore troppo grande o tutto, irrimediabilmente perso, sparito.
”Solo chi ama con gli occhi si separa, chi ama col cuore non si separa mai” e Orhan, il protagonista ,di fronte a quel tratto di mare ,seduto su quella panchina che guarda fra Oriente ed Occidente diventiamo tutti noi .
Noi, che respiriamo profondamente, finalmente quieti , di fronte al mistero profondo della Vita, dell’Amore e del loro , eterno, ritorno.
Regia di Ferzan Ozpetek. Un film con Halit Ergenç, Tuba Büyüküstün, Nejat Isler, Mehmet Günsür, Cigdem Onat, Serra Yilmaz. Cast completo Titolo originale: Istanbul Kirmizisi. Genere Commedia – Italia, Turchia, 2017, durata 115 minuti
6 commenti
Visto ieri con grande aspetttativa. Delusione grande…noioso…personaggi vacui poco interessanti
Visto ieri sera. Uscita dal cinema con la sensazione di non aver capito qualcosa. Una storia che non c’è, ma tante sensazioni, un amore anelato ma che non si palesa mai, tra uomini e uomini tra donne e uomini. Tanta nistalgia che nonsi sa di che cosa. Sopra a tutto Istanbul ed i suoi rossi tramonti. Alla fine del film mi sono detta : ”ma cosa voleva dire?” e poi: e’ stato così poco calato nella realtà per non toccare tem,i caldi? L’unico momento reale sembra essere quando passa per pochi istanti un gruppo di manifestanti. L’unica attinenza aklla realtà sembra la data che appare all’inizio riferita al 1916.
Noin sembra Ozpetek. Quello a cui ci aveva abituati.
Risposta a Caterina: come sai, non ho visto il film, ma non mi pare che Ozpetek sia stato molto attento alla realtà. In più, mi dicono amici italiani residenti a Istanbul che l’atmosfera è molto tesa e si può davvero finire in galera per una parola, quindi forse questo ha contribuito all’effetto di vaghezza… Non so, sono ancora più curioso!
@Marco ti ho risposto insieme a Caterina…
Cterina infatti,come ho scritto,e’ un film diverso dai precedenti.Molto “psicanalitico” per me e questa e’ stata la mia chiave di lettura.Film di sentimenti ed emozioni al di la’ della storia.
Rispondo qui anche a Marco.Il film si apre con una data 23 maggio 2016,ad indicare volutamente che dopo quella data la “realta’” ad Istambul e’ molto cambiata e se ne intuiscono vagamente i prodromi anche da alcune scene (i rifugiati,le madri degli scomparsi che protestano..).
In ogni caso non credo volesse essere un film didascalico o storico sulla realta’ ma,ripeto,la data con cui si apre ne definisce chiaramente i confini.
Grazie Milene. Naturalmente avevo inteso dire “non sia mai stato molto attento alla realtà” ma non come critica: semplicemente penso che il suo punto di vista lo porti a un mondo parallelo, a volte un po’ attutito e sfasato. Spero che parleremo quando sarò riuscito a vederlo!