‘A muso duro’ di Agnese Belardi. L’intento del libro è quello di denunciare ma dare anche una speranza di salvezza. Un invito alle donne a non farsi la guerra ma fare squadra.
Agnese Belardi di Lagonegro (PZ), è laureata in Pedagogia e abilitata in Storia e Filosofia. E’ docente di ruolo dal 1986 di Materie letterarie presso le scuole superiori di 2 grado e attualmente insegna a Lagonegro (PZ). Ha pubblicato il saggio dedicato alla poetessa Donata Doni dal titolo “Una voce oltre la vita”. Inoltre, raccolte di poesie:”Nettare dal cuore”, “Arcobaleno di parole”, “Le piccole cose della felicità” , “Un mondo di pace”, “Ricami poetici colorati”, “Racconti da Lacus Niger: Monna Lisa protegge i castellani dal malocchio” e “La poetessa dimenticata”, nonchè il volume sullo storico e uomo politico lucano, Giacomo Racioppi (per il quale ho ricevuto il PREMIO Francesco Saverio Nitti il 1° di ottobre 2016 a Maratea).
Il suo esordio nella narrativa nasce con il libro “A muso duro“, il racconto di 5 donne, cinque storie che rappresentano le fasi dell’età evolutiva e denunciano la violenza di genere in tutte le sue forme. Almeno una donna su tre nella vita ha subito violenza riportano le statistiche.
Ha ricevuto premi e menzioni d’onore per i seguenti scritti. Premio di poesia: città di Monza, città di Guidonia (RM), città di Lagonegro (PZ) Angelo Alagia (Ediz.2009, 2010, 2011, 2012 e 2013). Premio poesia Universum Basilicata. Premio letterario Papiria, Premio Narrativa “Il Giardino di BabuK”, Narrativa XIX Edizione Premio internazionale “Arte e Cultura” Cava Dei Tirreni (SA), Premio Siris. Premio Internazionale sulla pace, San Francesco di Assisi, Premio Storie di Scuola Bologna per il racconto La Gioconda a Lagonegro.
Molte delle sue poesie sono inserite in diverse antologie distribuite in tutta Italia e alcune sono state tradotte in Russia. Inoltre, ho ricevuto particolari riconoscimenti per la poesia a Matera, a Craco (MT), a Rivello (PZ) e Lagonegro(PZ) che rappresentano il mio attaccamento alla terra di Basilicata. Una sua poesia è stata scelta e riposta con una Stele nel giardino “Alberi Recisi” a Laino Castello (CS). Scrivo su varie testate giornalistiche. Sono Vice presidente della Pro-loco di Lagonegro e organizzo eventi culturali per valorizzare il ruolo socio-culturale e artistico delle donne della Basilicata e in particolare denunciare e debellare le disparitò e la discriminazione di genere. Ha fondato il primo salotto, caffè letterario dedicato alle donne. Ultimamente è stata nominata delegata della toponomastica femminile per aver portato fuori regione a far conoscere la poetessa dimenticata Santina Maccarrone, in arte Donata Doni, nata a Lagonegro nel 1913.
“A Muso Duro” racconta di cinque donne, cinque storie che rappresentano le fasi dell’etàevolutiva e denunciano la violenza di genere in tutte le sue forme. La parabola della vita attraverso gli occhi di Angelina che dovrà lottare con un’infanzia strappata, Beatrice e Miriam alla ricerca dell’amore paterno, Rossana e Sofia annientate dalla violenza maschile. Racconti sofferti di donne che prendono la vita di petto, soffrono e amano con intensit, vivono tutte le fasi della loro esistenza con coraggio e determinazione. Nelle 5 storie tutte le protagoniste si salvano nonostante le violenze subite. Le donne nei racconti escono vincenti da esperienze che comunque le hanno segnate e le hanno fatte soffrire.
Il libro inizia con una brevissima introduzione/sommario:
Tipologie: Le belle o le brutte, le grasse o le magre; operaie o casalinghe le politiche o pseudo professioniste o impiegate; femministe e non, veline o le vip.
Tutte le tipologie menzionate hanno almeno una volta nella vita subito discriminazione, disparità, violenze, molestie e prevaricazioni dagli uomini. Aiutare le vittime di aggressioni domestiche a uscire dal silenzio per non subire abusi si può.
Oggi finalmente ci sono avvocati penalisti, soprattutto donne che difendono le donne che subiscono abusi. La maggior parte delle vittime ignora i propri diritti. Tante temono di restare sole senza soldi ma la legge è dalla loro parte. Quasi sette milioni di donne in Italia hanno subito una qualche forma di violenza. Bisogna rialzarsi dopo una caduta. Fare squadra con le altre donne. Imparare a condividere a dialogare essere solidali. Uscire dalla sudditanza psicologica si può e si deve.
L’intento del libro è quello di denunciare ma dare anche una speranza di salvezza. Un invito alle donne a non farsi la guerra ma fare squadra.