C’è un passato nel nostro futuro? informazione fra libertà regole post verità e menzogne, incontro che ho organizzato il 9 marzo presso la sede FNSI di Roma
La definizione è di Marco Tarquinio direttore di Avvenire, un quotidiano che fa comunità, che propone una lettura critica degli avvenimenti perché punta sull’unione fra brand e affidabilità.
“Di mezze verità è piena la storia della comunicazione – dice Tarquinio – oggi una delle conseguenze della dis-intermediazione è la convinzione di poter fare a meno dei media”.
Nell’era dei Big data e dell’Intelligenza Artificiale trovare risposte è facilissimo, il difficile è porre la domanda giusta. Sembra un paradosso ma non lo è , se anche Marco Tarquinio ha voluto sottolineare che abbiamo sempre bisogno di qualcuno che sappia fare le domande: “Sono in molti a sentirsi padroni delle risposte – dice il direttore di Avvenire – ma in pochi sanno essere padroni delle domande”.
Il paradosso dell’oggi è insito nella disponibilità di informazione che però selezionata a priori arriva a noi in maniera selettiva. Ciò è possibile grazie alla profilazione ed all’analisi dei dati raccolti attraverso la Rete. I motori di ricerca, si sa, imparano a conoscerci. A tal punto da rispondere alle nostre domande in modo da evitare ciò che ci è sgradito. Crescono gli orticelli, dove ci si ritrova fra simili, dunque la tecnologia sta addormentando il confronto.
“Confrontarsi con punti di vista diversi è difficile – continua il direttore di Avvenire – l’informazione che ci somiglia, che avvalora le nostre opinioni è certamente la via più comoda perché guardare a chi la pensa diversamente da noi implica mettersi in gioco. Avviare un cammino, di conoscenza per capire come si sta muovendo la società non è una cosa semplice. I giornali, in questo contesto, devono riappropriarsi della funzione di cane da guardia della società perché le bugie sono un problema, ma le mezze verità sono un problema ancora più grande”.
Le mezze verità sono un problema anche per la comunicazione. Le aziende devono costruire un rapporto di fiducia e affidabilità con l’utente/cliente secondo Marco Bardazzi, direttore comunicazioni ENI: “La comunicazione non è solo marketing – afferma Bardazzi – ma un percorso di trasparenza e lealtà”.
La velocità caratterizza l’oggi, tutti d’accordo sul fatto che è colpa della turbolenta e sempre in movimento società tecnologica se girano fake news e se si controlla poco.
Riccardo Luna, direttore AGI, non è d’accordo. La sua agenzia ha fatto del Fact checking il fiore all’occhiello. Tant’è che per lui le fake news sono un’opportunità, lo stimolo per cominciare a interrogarsi: “ Il problema però non sono le post-verità generate dalle fake news, il problema è nella società – afferma Luna – . Il fact checking è un ottimo punto di partenza ma non basta. Dobbiamo trattare argomenti che servono alla società, scendere dalla torre d’avorio, andare sui social media a combattere per la verità”.
Di indipendenza e Rete parla Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera :” Oggi si sta facendo strada l’idea che l’informazione indipendente viene solo dalla Rete e non dai professionisti. E’ pericolosissimo”. Per Luciano stiamo perdendo una delle caratteristiche fondamentali dell’informazione: il pluralismo.
In questa bolla informativa, dunque chi perde è proprio l’informazione ecco perché propongo un nuovo contratto sociale fra giornalisti, editori e lettori basato sulla fiducia on più sull’evidenza.