Amo le mie rughe che stanno facendo capolino in me ogni giorno di più e che non toglierei per nessun motivo al mondo. E le mie forme tonde.
In questi anni così belli, così strani, così ricchi di sorprese, uno dei più grandi doni che ho trovato sul mio cammino è stato accorgermi della transitorietà di tutto. Certo, ho sempre saputo che nulla rimane per sempre così com’è, ma il passaggio da un tempo della vita in cui nulla pare impossibile a questo che mi si sta dipanando tra le mani, mi ha fatto un regalo. Mi ha trasportato dal sapere razionalmente che nulla può rimanere così com’ è, forse suggerito dal “Tutto scorre, tutto si trasforma” di Eraclito o da Let it be dei Beatles, a questo ac-cor-germi , a questo portare nel cuore la conoscenza della transitorietà, facendola diventare consapevolezza. Non di Eraclito né ei Beatles, ma mia. Tutto scorre, tutto si trasforma, tutto passa ma questo tutto che pare sfuggire, in realtà deposita costantemente delle tracce, delle orme sul mio cammino. Ed allora questo trasformarsi continuo ed inesorabile non diventa un vagare disordinato ed errabondo ma si delinea ogni giorno di più, rivelando il frutto di tutta quella transitorietà.
E quel frutto è questo mio presente, quello che io sono in questo preciso istante della mia vita; tutto quello che ho vissuto, che sono stata e che sarò non mi è passato attraverso ma ha depositato in me i suoi semi, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Certo, se guardo le mie fotografie di venti o anche solo dieci anni fa e poi mi guardo nello specchio vedo un’altra donna; e se ripenso alla vita frenetica e attiva in città e poi respiro la calma e il silenzio del bosco, vedo un’altra vita. Ma in questo presente rimane viva quella testimone che porto con me da quando ho memoria dei miei pensieri, delle mie emozioni, dei miei sogni. Eppure tutto si è trasformato, i miei figli sono cresciuti e ora vivono altrove e anche loro non sono più quello che sono stati ed io li vedo adulti, affermati, con i loro compagni in altre città; ma una parte di me ha i timori di un tempo, quelle ansie sottili che solo una madre può avere, quelle gioie sconfinate per i loro successi, quella delicata sensazione pensando al profumo della pelle di bimbo.
Eppure tutto si trasforma, nella mia casa di Milano ormai venduta vivono altre persone, le pareti sono state abbattute e riedificate, stento a riconoscerne i confini ma una parte di me ricorda ogni passaggio, le ansie, le gioie, i progetti, le delusioni appoggiate a quelle pareti che hanno accolto ogni mio pensiero, ogni mia emozione. Eppure non sono più quelle di un tempo. Quella parte di me, testimone di quello che sono e continuerò a essere rimane viva, sempre la stessa, con le sue ferite registrate per sempre anche se sanate, con i suoi entusiasmi e le paure e i bisogni d’amore. Quella parte, testimone, è lì per raccontarmi che tutto si trasforma ma che queste trasformazioni non la soffocheranno mai ; quello che vedo cambiare in me e intorno a me è soltanto il frutto di un sogno che del sogno ha l’evanescenza ma del sogno conserva anche la magia. Quando mi risveglio il mattino so che quello che ho sognato non è la realtà nella quale sto aprendo gli occhi ma non per questo è meno vero di un mio ragionamento, di una mia emozione, di un mio moto d’affetto.
So che anche grazie a quel sogno che mi lavora dentro e in realtà non si è dileguato ma soltanto depositato in qualche anfratto del mio essere, io forse continuerò a trasformarmi, troverò risposte, attingerò intuizioni per questo mio presente. Quello che ho sognato sono comunque io, nessuno dall’esterno ha proiettato in me un film dalla trama che in qualche modo mi appartiene. Allo stesso modo a più di sessanta anni so che quello che sono stata, il mio corpo dalle forme quasi perfette e così elastico, il mio viso pieno di luce dalla pelle morbida e liscia, la mia tenacia di fronte a un obiettivo, la mia sfrontatezza di fronte alla vita, tutto quello che ero è vero come quel sogno che si dissolve ma è proprio grazie a quel sogno che continuo a trasformarmi. Per questo amo le mie rughe che stanno facendo capolino in me ogni giorno di più e che non toglierei per nessun motivo al mondo. Per questo amo le mie forme tonde che accolgono e contengono in un abbraccio, amo i miei momenti meno sfrontati e più rispettosi del sentire degli altri. Per questo amo il mio presente e lo trovo così pieno, così ricco, così pronto a fiorire e a rifiorire. Per questo amo questo viso più opaco ma la cui luce è rimasta negli occhi. Perché la luce non se ne va mai via se accettiamo che tutto scorra, tutto si trasformi.