“La Tenerezza “ non e’ solo un film. E’ il racconto di quello che “teniamo dentro” in questi rapporti e su quello che troppo spesso, ormai, non riusciamo ad esprimere a parole.
”La Tenerezza” siamo noi, la nostra Vita anzi, le nostre vite.
Vite di rapporti ,che siano formali o di sentimenti , di legami di sangue o, invece, cercati e voluti.
E’ un film su quello che “teniamo dentro” in questi rapporti e su quello che troppo spesso, ormai, non riusciamo ad esprimere a parole.
Un film sull’importanza del non detto , di uno sguardo, di quello che resta dopo la meta’ di una frase non riusciamo a finire di pronunciare ma vorremmo fosse capito,perche’ e’ quasi sempre, invece, la parte piu’ importante.
Non e’un film semplice, ne’facile ma esattamente come non lo e’ la Vita.
Come non lo sono i nostri rapporti quando il passato per noi e’ troppo forte o non compreso, e non riesce a trasformarsi in parole o in un modo di essere che interpreti serenamente il nostro presente.
“La felicita’”dice uno degli interpreti ad un certo punto del film citando un proverbio arabo ”non e’ una meta da raggiungere ma una casa a cui tornare. Tornare….non andare”.
Ed e’ questa capacita’ o meno di riuscire a “tornare” la chiave di tutto il film.
La capacita’ di realizzare le proprie imperfette modalita’ di comunicare agli altri di cio’ che siamo o di come vorremmo essere stati visti, amati e non e’ accaduto. Di come vorremmo esserlo ora.
Capacita’ di ”tornare indietro “ per rendersi conto che poi, alla fine, non e’ in realta’ colpa di nessuno questa mancata felicita’,ma solo frutto di linguaggi diversi, di possibilita’ non capite, occasioni perse.
Uno dei protagonisti del film, ispirato al romanzo di Lorenzo Marone “La tentazione di essere felici”,non riuscira’ in questo tornare indietro e risolvera’ la sua fragilita’ in un gesto terribile.
Gli altri, invece, provano, continuano a farlo ogni giorno, ognuno a modo loro.
Esattamente come facciamo noi .
Chi cercando tracce per riconnettersi e capire, chi andando avanti solo col cuore, chi perdonando e perdonandosi, chi alla fine, solo compiendo un gesto tenero, appunto.
Un gesto.
Quello che nel finale, in un momento magico e privo di parole, legittima e rende meravigliosamente semplice risolvere i tormenti che ci hanno tenuto col cuore sospeso fino ad allora.
Un gesto ,che sostituisce parole, argomenti e certezze ricercate affannosamente.
Insomma, ”la Tenerezza “ non e’ qualcosa che scorre via lasciandoci indifferenti se solo ci facciamo la domanda ogni tanto di guardarci dentro chiedendoci chi siamo , da dove veniamo e perche’ abbiamo dentro a volte questa sottile, indefinita malinconia di qualcosa che “ci manca” per stare bene appieno con gli altri.
Tutto questo reso da un cast di interpreti che definire eccezionali e’ poco.
Con volti intensi che da soli sarebbero stati la migliore sceneggiatura possibile in una
Napoli che e’ madre presente che ne accoglie la storia .
Ambiente fluido, dove le porte non esistono, dove “casa” e’ dentro ma anche fuori e tutto accade.
“Nella vita tutto quello che facciamo e’ una scusa per farci voler bene” dice ad un certo punto il piu’ fragile dei protagonisti.
Ed e’ qui, qui in questa ansia continua di amore e di ricerca di accettazione dal mondo che incrina le nostre certezze , la chiave del film.
Ansia che porta a galla paure nascoste, chiuse spesso in un profondo che cerchiamo di non vedere o risolvere ognuno a modo nostro.
In un palcoscenico quotidiano in cui c’e’ chi cerca di “capire”razionalmente , chi fugge, chi si nasconde anche a se’ stesso credendosi invincibile, chi cede alla paura e alla rabbia e chi se ne crede immune.
Per arrivare infine a chi, ed e’ fortunato , realizza che tutta questa immane , incredibile fatica di cercare spiegazioni a tutti i costi in fondo stanca solo terribilmente e poi, davvero,
serve a poco.
Perche’ si puo’ anche , alla fine, risolvere tutta questa Vita mal compresa in un gesto, unico e bellissimo .
Si puo’ risolvere con qualcosa che e’ perdonare e, soprattutto, perdonarsi.
qualcosa che ha valore in se’ e che non cerca necessariamente di spiegarsi, di spiegare o aver ragione.
La tenerezza.
Semplicemente
La tenerezza
Paese di produzione Italia – Anno 2017 – Durata 103
Genere drammatico
Regia Gianni Amelio
Soggetto Lorenzo Marone
Sceneggiatura Gianni Amelio, Alberto Taraglio
Interpreti e personaggi
Elio Germano: Fabio
Giovanna Mezzogiorno: Elena
Micaela Ramazzotti: Michela
Greta Scacchi: Aurora
Renato Carpentieri: Lorenzo
Arturo Muselli: Saverio
Giuseppe Zeno: Giulio
Maria Nazionale: Rossana
Enzo Casertano