Ha sfidato le convenzioni confidando eclusivamente nelle proprie capacità. Il risultato è che a 43 anni, l’iraniana Fatemeh Daneshwar (un marito e quattro figli) è attualmente annoverata tra gli imprenditori più apprezzati dell’Iran.
“Dopo la laurea in economia aziendale ho scelto di dedicarmi alla libera professione nell”industria mineraria (a esclusiva egemonia maschile, n.d.r.) Ammetto che gli esordi sono stati piuttosto difficili. lavoravo molto con i paesi esteri, esportando e importando materiali. Armata di un’unica certezza: l’interesse suscitato dalla mia condizione di unica donna del settore mi avrebbe avvantaggiata. In fondo non ho mai creduto che l’appartenenza al genere femminile fosse una limitazione“.
E’ proprio tale granitica convinzione ad averle del resto consentito l’accesso a vette potenzialmente precluse all’altra metà del cielo locale (le sette società istituite in pochi anni ne sono la conferma).
Eppure, almeno in ambito occidentale, l’immagine atipica da lei universalmente proiettata (in netto contrasto con i tipici stereotipi sul processo emancipatorio in Iran) continua a essere percepita in termini di eccezionalità. Soprattutto in un contesto a forte impronta islamica e pertanto tendenzialmente misogino. “E’ la diversa prospettiva ideologica a ispirare il pregiudizio. Noi in realtà godiamo di libertà inconcepibili altrove; forse siamo persino più qualificate e agguerrite rispetto alle altre. L’ho constatato durante i miei numerosi viaggi”.
Ottimista, risoluta, intraprendente: Fatemeh sembra fluttuare in un vortice di inesauribile energia. Ai consueti incarichi manageriali ha infatti gradualmente affiancato l’attivismo politico-sindacale (è membro sia del consiglio municipale di Teheran che della Camera di Commercio nazionale) e l’opera assistenziale a favore di orfani e madri in difficoltà, culminata in seguito nella fondazione dell’associzione Mehrafarin (destinataria di un quarto degli introiti complessivi annuali).
“Sono particolarmente orgogliosa delle modalità di assistenza ai bambini. Fino a poco tempo fa le loro aspirazioni erano circoscritte a un frutto o un pallone; ora invece sognano quasi tutti un futuro da astronauti, ingegneri, fisici, medici di rilevanza internazionale”.
Una corsa inarrestabile verso nuovi, ambiziosi orizzonti. Un innato desiderio di realizzazione personale che non sembra aver tuttavia influito sul ménage familiare: “La chiave del successo è complicità con il partner. In tal senso, noi iraniane sappiamo come comportarci. Siamo accondiscendenti ma non sottomesse. Non cerchiamo di rafforzarci sottraendo potere agli uomini. Vogliamo solo essere apprezzate per il nostro valore e cerchiamo di impegnarci al massimo. Io ho avuto il privilegio di sposare un uomo comprensivo, che oltretutto è anche un padre formidabile. Gli sono enormemenete grata: senza di lui infatti, nulla sarebbe stato possibile”.